Le immagini
presentano aspetti contrastanti della città:
- da una parte il centro con le vetrine dei grandi nomi della moda,
- dall’altra, l’anonimato e, talvolta, lo squallore delle periferie.
Nel primo caso, sono presentate fotografie di vetrine che riflettono scorci di strade e monumenti circondati dalla folla dei turisti. Emerge un “paesaggio” di visioni e di “rinvii” che approda all’evanescenza dei sogni.
- da una parte il centro con le vetrine dei grandi nomi della moda,
- dall’altra, l’anonimato e, talvolta, lo squallore delle periferie.
Nel primo caso, sono presentate fotografie di vetrine che riflettono scorci di strade e monumenti circondati dalla folla dei turisti. Emerge un “paesaggio” di visioni e di “rinvii” che approda all’evanescenza dei sogni.
Nelle
periferie, invece, la macchina fotografica si ferma su spazi, per lo più,
anonimi, su nonluoghi, che non danno
identità alla città, fissati dall’obiettivo in una sorta di “iperrealismo”. La
Mostra permette così di contrapporre due linguaggi: il realismo della vita
quotidiana delle periferie con le immagini riflesse nelle vetrine della Moda,
aperte su paesaggi memorabili di Firenze. Le foto sono in bianco e nero. Solo
per tre foto l’autore ha ritenuto essenziale l’uso del colore; in altre, tracce
di oro danno un alone di sacralità alle immagini.
Il fotografo che è anche poeta, accosta alle
fotografie sciami di versi che sono anch’essi specchi in cui si riflettono le
immagini. Poesie scritte su strisce di carta sono a portata di mano dei
visitatori, come piccolo omaggio. L’autore ha riunito le poesie dedicate alla
Mostra, nella Raccolta “Abitano le frange
dei non luoghi” (“Il Parnaso” AA.VV. Edizioni Pagine), in vendita presso il
Caffè Serafini.
“Cerco l’anima
delle città
raggiunte ai
quattro
angoli del mondo.
Scivola l’anima delle città.”
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