mercoledì 18 settembre 2024

"Camminare il paesaggio della poesia di Mario Luzi" - Ricordo del Progetto in occasione incontro 17 sett. Rivista Semicerchio


Presentazione del progetto  "Camminare il paesaggio della poesia di Mario Luzi"

Luglio 2014

Sono molti i modi per ricordare la figura di un grande poeta come Mario Luzi, conferenze, convegni, ecc. Si può farlo senza rimanere al chiuso di una sala, percorrendo luoghi legati al suo ricordo, a pagine della sua poesia.

Nello zaino possiamo portare i libri più amati di Mario Luzi, per leggere i versi più suggestivi ad alta voce insieme ai compagni dell’escursione. Sarà come la scoperta di nuove corrispondenze fra il suono delle parole, le emozioni suscitate, i paesaggi incontrati nel nostro camminare.

Il programma delle escursioni proposte dal Progetto si divide in due parti. Le camminate della prima parte sono più brevi, si possono effettuare in mezza giornata; quelle della seconda parte sono di un’intera giornata.

Ogni uscita è dedicata ad un tema legato alla vita e alla poesia di Mario Luzi.

I testi riportati nel presente fascicolo rappresentano una prima scelta che potrà essere arricchita dalle scelte dei partecipanti.

Si propone come primo passaggio un incontro presso la Biblioteca per presentare il Progetto nelle sue diverse parti, con proiezioni di foto e letture.

Alcuni amici poeti hanno dato la loro disponibilità per l’organizzazione di questo incontro.

* Nella prima pagina particolare della Villa della Petraia.


Collegamento al testo del Progetto



 

martedì 17 settembre 2024

SEMICERCHIO: "70 volte poesia del mondo" - Ricordo Mostra “Firenze, contrasti” Villa Arrivabene: il dialogo fra fotografie e scritture - Per i venticinque anni della Scuola di Scrittura


 

In occasione dei 40 anni di Semicerchio si ricorda:

La Mostra “Firenze, contrasti” a Villa Arrivabene Q2:

il dialogo fra fotografie e scritture

I venticinque anni della Scuola di Scrittura Creativa Semicerchio

 

La Mostra “Firenze, contrasti” rivolge una pluralità di sguardi a due parti contrastanti della città, da una parte le luci del centro storico con le vetrine dei grandi nomi della moda, dall’altra l’anonimato e, talvolta, lo squallore della periferia. In primo piano le fotografie realizzate da Roberto Mosi, insieme a uno sciame di poesie e altre scritture “a commento”, prodotte dai partecipanti alla Scuola di Scrittura Creativa della rivista Semicerchio.  La Mostra si apre a Villa Arrivabene, Piazza Alberti, il prossimo 16 maggio, ore 17, e prosegue fino al 23 maggio – orario 9.30 -13.30. E’ promossa dal Quartiere 2 di Firenze e dalla Scuola, che quest’anno compie venticinque anni di attività.

Sono presentate nella Mostra immagini di vetrine che riflettono scorci di strade e monumenti circondati, in più casi, dalla folla dei turisti, con un “paesaggio” di visioni e di “rinvii” che vanno oltre la realtà della moda e del lusso, per approdare all’evanescenza dei sogni. Il paesaggio che esplora il fotografo, cambia poi con il succedersi delle ore del giorno e della notte, per l’arrivo nelle vetrine di nuovi personaggi,  nella forma di manichini. Nella periferia, invece, il fotografo si sofferma su nonluoghi, che non danno identità, fissati dall’obiettivo in una sorta di “iperrealismo”. E' così posto a confronto nella stessa Mostra, il realismo della vita quotidiana della periferia con le immagini fantastiche, riflesse delle vetrine della Moda, aperte su paesaggi “da cartolina”.

Le poesie e le altre scritture unite da parte dei corsisti alle fotografie, riprendono, svelano il linguaggio delle immagini, con parole essenziali, giocano, danno maggiore respiro alle prime impressioni del visitatore. I testi scritti sono fissati su strisce di carta, a portata di mano e possono essere raccolte: un semplice, coinvolgente omaggio.

Dell’esposizione realizzata a Villa Arrivabene, fa parte anche una documentazione della ricca storia dei venticinque anni della Scuola di Semicerchio, fondata nel 1989 grazie alla collaborazione con il Quartiere 2. Questa esperienza si caratterizza per il coinvolgimento costante di autori di fama nazionale (poeti, come Luzi, Sanguineti, Bigongiari, Magrelli, De Angelis, …; narratori come Veronesi, Baricco, Carabba, Vichi, …. ), di scrittori di fama internazionale, come il premio Nobel Josif Brodski. Altra peculiarità del corso di Semicerchio è l’organizzazione di eventi internazionali che propongono temi di storia letteraria, unendo le lezioni di specialisti alla testimonianza degli autori. Sul piano tecnico, l’impostazione della Scuola è articolata per laboratori di produzione, presentazione e discussione di testi, e fornisce una formazione che va intesa nell’arco di più anni, incoraggiando il confronto con la produzione letteraria contemporanea. Si crea così una comunità di autori che si frequentano per lunghi periodi. I testi migliori prodotti durante i corsi, sono pubblicati su Semicerchio, a diffusione internazionale (Pacini Editore). Con la Mostra “Firenze, contrasti”, si affaccia dunque, in questo contesto, anche il dialogo tra fotografia e la scrittura.

 

Da “Cultura Commestibile, n. 75 -2014

òòòòòò


Semicerchio

rivista di poesia contemporanea

70 volte/ poesia/ del mondo

 

    Il 19 settembre 2024 alle ore 16.30 presso la Sala Comparetti della Biblioteca Umanistica (Facoltà di Lettere dell'Università di Firenze), piazza Brunelleschi 4, verrà presentata 70 anni di poesia del mondo, la mostra delle copertine di Semicerchio. Rivista di poesia comparata, giunta al 70° volume e prossima al 40° anno di attività. Interverranno la direttrice della Biblioteca Laura Vannucci, i direttori passati e presenti della rivista, redattori storici, poeti e rappresentanti dell'Associazione. Le copertine esposte nelle bacheche saranno illustrate in un dépliant e in una mostra virtuale online. In conclusione dell'incontro sarà offerto un brindisi per festeggiare il nuovo corso della rivista.

    Il semestrale, fondato a Firenze nel 1985 e pubblicato da Pacini, si interessa di poesia dall’antichità al contemporaneo, con attenzione particolare al quadro internazionale e ai rapporti interculturali, alla critica tematica e alla letteratura d’immigrazione. Unica rivista letteraria italiana ad occuparsi in forma permanente anche di poesia africana, asiatica e aborigena, è stata la prima ad aprire un sito internet, poi visitato da quasi tre milioni di utenti; ha ospitato contributi in oltre venti lingue e collaborazioni con premi Nobel e Pulitzer; ha contribuito alla valorizzazione di autori emergenti, dato spazio per la prima volta in Italia alla poesia lituana, iraniana, finlandese, curda, cinese, coreana, ceca, rock e promosso traduzioni di successo come la poesia femminile angloindiana, l’Anne Sexton di Rosaria Lo Russo, il Celan di Bevilacqua, la Jorie Graham di Francini, Ivo Andric di Smitran. È stata la prima rivista a dedicare un numero alla critica letteraria digitale.

    Semicerchio ha conseguito nel 1998 il Premio Fiesole, nel 2003 il Premio Speciale per la Traduzione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali assegnato dal Presidente della Repubblica e nel 2014 il Premio Catullo dall’Accademia internazionale di Poesia di Verona.  È ospite ricorrente di Festival e Saloni della rivista italiani ed esteri ed è rivista di fascia A nel ranking dell'ANVUR per i concorsi universitari. 

 

    A fianco dell’attività editoriale l'associazione omonima Semicerchio ha animato il quadro letterario fiorentino organizzando a Firenze per 30 anni la prima Scuola di Scrittura creativa della Toscana, per la quale hanno tenuto lezione autori come Brodskij, Walcott, Todorov, Graham, Lahiri, Bonnefoy, Lagioia, Vasta, Siti, Baricco, Magrelli, Mazzucco, Lamarque, Starnone, Luzi, Sanguineti, De Angelis, Buffoni, Riccardi, Gualtieri, Veronesi, Valduga, Fossati, Anedda, Gaudioso, Affinati, Maggiani, Lodoli, Piperno, e tanti altri. L’associazione si è fatta interprete in più occasioni di un richiamo all’impegno civile, come per la lettura pubblica di poeti fiorentini contro gli attentati del ’93 e per la collana "Cittadini della Poesia", diretta da Mia Lecomte, la prima a pubblicare poesie in italiano di autori immigrati. L’attenzione a temi sociali è una costante dei suoi numeri speciali come Poesia del lavoro 2013, Ecopoetry 2018, Migrazioni e identità 2019.



mercoledì 11 settembre 2024

"Itinera": oggi il 3000° lettore : Raccolta di poesia sul viaggio - E-book di poesia n.48, LaRecherche - Introduzione Silvia Ranzi - Il flauto di Pierluigi Mencarelli

 



Collegamento all' e-book "Itinera", Roberto Mosi

PREFAZIONE

 I viaggi di ogni tempo iniziano 

dalla corte della mia infanzia 

Il titolo “Itinera” rivela l’intima struttura di una parabola lirica che abbraccia la dimensione del “sogno”, antidoto invocato dall’incontaminata età dell’infanzia per mantenere viva quella speranza che permette al poeta di credere nel cambiamento e disinquinare una società complessa e caotica dai profili consumistici fagocitanti, dalle profonde solitudini individuali, dallo spettro di guerre incombenti all’orizzonte. Messa da parte la pratica del linguaggio referenziale, dopo una lunga attività di Funzionario nell’Amministrazione Pubblica, Roberto Mosi riscopre “l’esercizio” della scrittura quale esperienza “iniziatica” per dare libero sfogo alla facoltà creativa, affidandosi alle parole per rivestire le emozioni sul piano fonico e semantico nel gioco allusivo di segrete analogie. Nell’avvicendarsi di passato-presente-futuro si dipana la preziosa dinamica dei componimenti poetici in una poliedrica varietà di “occasioni esistenziali”, da cui emerge il profilo di una personalità che intende superare i limiti del reale verso una completezza della propria identità, nella dimensione incoercibile del “Viaggio”: 

 Ho fatto parte di un popolo 

migrante sui treni sopravvissuto 

alla guerra alla scoperta di città rinate

  “Peregrinare”, come dimensione dell’esistenza “in fieri”, non per mania di evasione, né per dimenticare, ma per conoscersi nel confronto con l’ambiente circostante vicino o lontano, passato o presente, purché viva nel ricordo, assaporandolo come parte di noi. Incondizionata è l’affezione per la propria terra, la Toscana, nei suoi felici segmenti di vita campestre; con predilezione per Firenze, le piazze cittadine, le antiche vestigia di un passato glorioso, “Città cupola”, vertice armonico e prospettico nella verdeggiante valle coronata da dolci colline. Irrinunciabili i soggiorni estivi nella tersa solarità del litorale Versiliese, cullati dal mare al cospetto delle solenni Alpi Apuane. Cadenzato è il delinearsi di un filone lirico trasversale, di ascendenza “Calviniana”, in cui si configura l’estro icastico di conferire “denominazioni metaforiche” alla fisionomia di città nel loro tessuto territoriale, ambientale, commerciale: insediamenti dell’abitare, luoghi di incontro, di scambio morale e culturale, cari per soggiorni abituali o visionati attraverso soste turistiche: “La città piazza”, “La città nave”, “La città porto”, “La città luna”, “La città dispensa”. Preziosa per connotazioni visive è la sezione dedicata ad affascinanti viaggi nel Vicino-Oriente, in cui si alternano trasalimenti estatici a momenti di richiamo alla cruda realtà: dalla Tunisia meridionale, nella regione sahariana al confine con l’Algeria, fino al porto d’Aqaba sul Mar Rosso, crocevia di popoli confinanti e nemici: 

L’acqua è torbida nel mare di Aqaba, 

attraversata da grigie navi da guerra 

A contatto con queste civiltà esotiche, diverse per etnia, di fronte ad economie di sussistenza, esplorando entroterra montuosi con villaggi alveari dal fascino arcano, il poeta a A contatto con queste civiltà esotiche, diverse per etnia, di fronte ad economie di sussistenza, esplorando entroterra montuosi con villaggi alveari dal fascino arcano, il poeta alimenta la sua esperienza umana e riscopre un salutare respiro d’infinito dinnanzi alla vastità della zona desertica con le sue spettacolari volte stellate: Nella notte di stelle disteso sulla stuoia, mi sento felice vicino al cuore della terra Una parentesi di italianità mediterranea il soggiorno in Basilicata, l’antica Lucania, visitando paesi situati sulle pendici del Monte Sirino nella valle del fiume Noce, foriero di nuovi incontri nella cornice di un’anedottica del peregrinare, avvicinando usi, costumi e problemi di integrazione sociale. A chiusura della Raccolta, si spalancano i vertiginosi scenari di Capo Nord, in Lapponia, ai confini del mondo dove il sole tramonta a mezzanotte, in cui il poeta avverte la sproporzione tra la consapevolezza della precarietà dell’esistenza umana e l’esigenza di eternità insondabile: /una fredda paura m’invade/…. Lo smarrimento si attenua a contatto con il popolo “Sami” che conserva le ascendenze dell’antica spiritualità sciamanica, il cui fascino ridimensiona la sofferenza individuale in partecipazione cosmica: 

 Nel viaggio raccolgo i dolori del mondo… 

nel viaggio raccolgo le speranze del mondo ... 

per non rinunciare ad inseguire /sogni iridati di pace/. 

Stupore, malinconia, fertilità di immagini, sentimento individuale e corale connotano il linguaggio poetico di Roberto Mosi in un ritmo lirico limpido, lineare e simbolico, aderente e travalicante il vero: disamina incisiva dei moti interiori, rituale nella rimembranza, ironico e riflessivo quando entrano in gioco tematiche sociali dell’etica quotidiana nelle contraddizioni dell’oggi, ma costantemente aperto alla possibilità di rendere “ideale” l’utopia attraverso “il sogno”. 

 Silvia Ranzi



Eventi passati relativi ad Itinera:

Silvia Ranzi e Pierluigi Mencarelli
 

Società delle Belle Arti – Circolo degli Artisti

“Casa di Dante”, via S. Margherita 1 Firenze

 

Martedì 29 novembre, ore 17

In viaggio

Intrecci: poesia, immagini, musica

 

Viaggio in 6 tappe: Partire, Mare, Ground Zero, Deserti, Nord, Terre del Sud

Presenta Silvia Ranzi

Musica: Piero Mencarelli, flauto

Immagini di Andrea Mugnaini ed Enrico Guerrini

Letture: Giulia Capone Braga, Roberto Mosi

 

Percorsi dal libro di poesie “Itinera” di R.Mosi, Masso delle Fate 2007;

dall’ eBook:“Itinera, www.laRecherche.it (Libri Liberi,n.48, free, 2010)

______

 

1°quadro: Partire

JohannChristian Bach, Sonata in sol maggiore. Allegro moderato.

Poesie: La corte, La città luna, Movimento

2°quadro: Mare

MauriceRavel, Habanera

Poesie: Le isole di Omero, Capo Palinuro, Cento riflessi

3°quadro: GroundZero

LucianoBerio, Sequenza

Poesie: Ground Zero, Ode Marittima (Barbara Pumhoesel)

4°quadro: Deserti

G. Bizet – F. Borne, Carmen Fantasie. Habanera

Poesie: La città dispensa, Petra, Aqaba, Cinque coppe di cristallo

5°quadro: Nord

ClaudeBolling, Sentimentale

Poesie: Capo Nord, Canto del Nord, Copenhagen

6°quadro:Terre del Sud

Poesie: Esili ponti, Cordoba

G. Bizet –F. Borne, Carmen Fantasie. Chanson de Bohème.

martedì 10 settembre 2024

MOSTRA "70 volte/ poesia/ del mondo" - Semicerchio, Incontro 19 sett. 2024, Biblioteca Umanistica, Università Firenze - Rivista di poesia contemporanea


MOSTRA "70 volte/ poesia/ del mondo" - 

Semicerchio, rivista di poesia contemporanea - Incontro 19 sett. 2024, Biblioteca Umanistica,, Università Firenze


Il 19 settembre alle ore 16.30 presso la Sala Comparetti della Biblioteca Umanistica (Facoltà di Lettere dell'Università di Firenze), piazza Brunelleschi 4, verrà presentata 70 anni di poesia del mondo, la mostra delle copertine di Semicerchio. Rivista di poesia comparata, giunta al 70° volume e prossima al 40° anno di attività. Interverranno la direttrice della Biblioteca Laura Vannucci, i direttori passati e presenti della rivista, redattori storici, poeti e rappresentanti dell'Associazione. Le copertine esposte nelle bacheche saranno illustrate in un dépliant e in una mostra virtuale online. In conclusione dell'incontro sarà offerto un brindisi per festeggiare il nuovo corso della rivista.

    Il semestrale, fondato a Firenze nel 1985 e pubblicato da Pacini, si interessa di poesia dall’antichità al contemporaneo, con attenzione particolare al quadro internazionale e ai rapporti interculturali, alla critica tematica e alla letteratura d’immigrazione. Unica rivista letteraria italiana ad occuparsi in forma permanente anche di poesia africana, asiatica e aborigena, è stata la prima ad aprire un sito internet, poi visitato da quasi tre milioni di utenti; ha ospitato contributi in oltre venti lingue e collaborazioni con premi Nobel e Pulitzer; ha contribuito alla valorizzazione di autori emergenti, dato spazio per la prima volta in Italia alla poesia lituana, iraniana, finlandese, curda, cinese, coreana, ceca, rock e promosso traduzioni di successo come la poesia femminile angloindiana, l’Anne Sexton di Rosaria Lo Russo, il Celan di Bevilacqua, la Jorie Graham di Francini, Ivo Andric di Smitran. È stata la prima rivista a dedicare un numero alla critica letteraria digitale.

    Semicerchio ha conseguito nel 1998 il Premio Fiesole, nel 2003 il Premio Speciale per la Traduzione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali assegnato dal Presidente della Repubblica e nel 2014 il Premio Catullo dall’Accademia internazionale di Poesia di Verona.  È ospite ricorrente di Festival e Saloni della rivista italiani ed esteri ed è rivista di fascia A nel ranking dell'ANVUR per i concorsi universitari. 

 

    A fianco dell’attività editoriale l'associazione omonima Semicerchio ha animato il quadro letterario fiorentino organizzando a Firenze per 30 anni la prima Scuola di Scrittura creativa della Toscana, per la quale hanno tenuto lezione autori come Brodskij, Walcott, Todorov, Graham, Lahiri, Bonnefoy, Lagioia, Vasta, Siti, Baricco, Magrelli, Mazzucco, Lamarque, Starnone, Luzi, Sanguineti, De Angelis, Buffoni, Riccardi, Gualtieri, Veronesi, Valduga, Fossati, Anedda, Gaudioso, Affinati, Maggiani, Lodoli, Piperno, e tanti altri. L’associazione si è fatta interprete in più occasioni di un richiamo all’impegno civile, come per la lettura pubblica di poeti fiorentini contro gli attentati del ’93 e per la collana "Cittadini della Poesia", diretta da Mia Lecomte, la prima a pubblicare poesie in italiano di autori immigrati. L’attenzione a temi sociali è una costante dei suoi numeri speciali come Poesia del lavoro 2013, Ecopoetry 2018, Migrazioni e identità 2019.








 

 

domenica 8 settembre 2024

Nicoletta Manetti e il libro "Tre principesse francesi a Firenze", R. Mosi, Pontecorboli Editore., Collana "Stranieri e Firenze" - RECENSIONE




***

INTERPRETAZIONE - Sylvia Boucot 
osserva le "Tre principesse francesi" al bagno nel mare della Toscana

Profondamente riconoscente, pubblico la recensione di Nicoletta Manetti al libro:


“TRE PRINCIPESSE FRANCESI A FIRENZE” DI ROBERTO MOSI

 

La penna di Roberto Mosi, noto poeta fiorentino dalle molteplici declinazioni, torna a convincere anche nella prosa, in particolare nel racconto storico.

Già con Barbari avevamo scoperto la sua grazia nel raccontare la Storia, scegliendo un periodo tra l’altro poco conosciuto, poco indagato. Con la professionalità che gli appartiene, ci ha saputo porgere con leggerezza un’approfondita e accurata ricerca documentale degna di un corposo saggio, ma distillata in un piccolo libro attraente e fruibile.

Ora, con Tre principesse francesi a Firenze, che va ad arricchire la raffinata collana Stranieri a Firenze di Angelo Pontecorboli Editore, Mosi si conferma un sapiente narratore, proponendoci stavolta le figure delle tre sorelle di Napoleone, Paolina, Elisa e Carolina, in particolare nel loro periodo toscano.

A raccontare inizialmente è Sylvia Boucot, la fedele dama di compagnia che per oltre trent’anni è stata vicina con affetto e dedizione, in tempi alterni, alle tre sorelle. Ritornata nella sua Normandia dopo la morte a Firenze della principessa Carolina il 18 maggio del 1839, vuole dare ordine ai suoi ricordi e lo fa con un diario.

Ed ecco stagliarsi le figure, diremmo le silhouettes, delle tre principesse:

Per prima Elisa, sposata con Felice Baciocchi, che con lui fa il suo ingresso in Lucca dopo otto mesi dalla incoronazione del fratello, e quattro anni dopo in Firenze, come Granduchessa di Toscana.

Di lei, donna moderna e dalle spiccate capacità imprenditoriali, Mosi si era già occupato approfonditamente nel suo precedente Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone (Ed. Il Foglio 2013).

Poi Paolina, la sorella prediletta di Napoleone, l’unica a non aver ricevuto dal fratello né corona né trono, ma anche l’unica a seguirlo nell’esilio all’isola d’Elba. Bellissima e disinvolta, a Firenze arriva nel 1825, attesa dal marito, il principe Camillo Borghese, nel palazzo omonimo. Ha la fama di donna più bella del mondo, colei che ormai è la Venere Vincitrice del Canova, per il quale ha posato con orgoglio e che, alla domanda se abbia provato disagio, risponde che, “no, la stanza non era poi così fredda…” Dodici fili di perle le coprono il collo ormai non più giovane. Trascorre gli ultimi giorni della sua vita nella villa di Montughi, dove muore poco dopo, il 9 giugno 1825.

Ed ecco infine Carolina, sposata Murat e regina di Napoli, che arriva a Firenze nel 1831, e qui vive otto anni, fino alla morte. Il suo funerale viene celebrato alla chetichella per le ormai rovesciate fortune.

Storie e caratteri diversi, ma col comune denominatore del desiderio di libertà e della determinazione nei vari momenti delle loro vite caratterizzate da un’ascesa folgorante e dalla parabola triste della decadenza.

Il privato che si intreccia con lo sfondo pubblico e soprattutto con la Grande Storia, rende accattivante la lettura, scorrevole e visiva, grazie alle minuziose descrizioni degli ambienti e ai dialoghi.

Sullo sfondo, ma altrettanto protagonista, la Firenze della prima metà dell’Ottocento, dei salotti, delle feste e dei teatri, in cui si sta affermando la nuova borghesia.

Mosi stesso è l’altro io narrante che, visitando i luoghi, li osserva con delicata meraviglia e ci accompagna per mano. Non mancando poi – ed è una cifra preziosa che sempre lo contraddistingue – di accomiatarsi con un cenno ai tempi attuali. Quindi, inevitabilmente, con l’amarezza di constatare come certi miti, come i comandanti supremi, “oggi ricompaiono con forti tratti sugli scenari incerti del nostro presente”. Ma anche con il messaggio positivo che la conoscenza, l’analisi delle vicende passate, e quindi la loro scrittura e lettura, ci aiutino “nella ricerca di un terreno più solido sul quale fondare le nostre speranze”.




Retrocopertina


 

 


 

8-settembre, 20,30, video: Poesia e Musica "L'amore vince su tutto", spettacolo dal Palazzo del Comune di Sarzana - Poesie dalla Raccolta. "Amo le parole", Ladolfi


La manifestazione sarà trasmessa in streaming : Facebook: "Poeti solo Poeti Poeti" 



Roberto Mosi, Amo le parole, Poesie 2017-23

Turan, dea Etrusca dell’amore

 

La primavera sta per aprire

il suo mantello di fiori

Marta e Anna sono

padrone della spiaggia.

 

Marta compone un tappeto

di ciottoli, pezzi di rossi

mattoni, di neri rosticci

dai forni di fusione.

 

Anna con una canna

scrive  sulla sabbia

bagnata le ultime

parole che ha imparato.

 

Lancio, felice, nell’acqua

sassi piatti, levigati

dal mare, alla ricerca

di un tiro da cinque rimbalzi.

 

Nell’aria la presenza

di Turan, la dea etrusca

dell’amore, della rinascita.

 

La Cupola del Duomo

 

Conta le persone in fila

in piazza Duomo

corre avanti e indietro.

La musica del violino

l’ insegue.

 

Conta gli scalini,

quattrocentosessanta

per salire

al ballatoio, alla volta

affrescata dal Vasari.

 

Conta i diavoli

del Giudizio Universale.

Le bocche spalancate

divorano schiere

ignude di dannati.

Conta affannata

i gradini dell’ultima

rampa

avvolta fra le ali

della Cupola.

 

Conta dalla balaustra

ai piedi della Lanterna

i luoghi della sua vita

nel paesaggio di strade.

 

Chiama al telefono

allegra, la mamma.

 

      Lettera a  Marta

Cara Marta, ti scrivo questa lettera nel momento in cui cominci a comporre i primi versi.

          Credo che sia possibile curarsi con la poesia, per vincere le paure, per stringere sogni che passano in volo, per divertirsi. La voce della poesia arriva dal dentro, potente nelle ore della notte, debole e distratta il giorno. Porta sollievo,  dolcezza di ricordi, sapori tenui di malinconia.

          Fai in modo che il tuo comporre sia una voce senza fronzoli, che navighi in mezzo al vero della vita, giocando, se credi, con i riflessi che brillano negli specchi del mito. Tieni la barra del timone sul quadrante della leggerezza, la vela aperta sui venti che spirano dal mondo degli affetti, dell’emozione, dell’amore.

          La voce risuoni di un timbro autentico, lascia passare lontano la nostalgia del passato, indossa, se credi, a volte, la giubba del giullare pronto a sorprendere, a sorridere con gli altri.

          Prendi, dunque, con presa leggera la mano della poesia e cammina con lei oltre il presente, lancia lo sguardo, con quello che di bello e sensibile c’è in te, ai tempi che verranno. I tesori della poesia, possono essere la tua medicina, salvarti dalle sfere opache della nostra epoca, distillare per te gocce di felicità.

 

          Felici poesie,   

 

          nonno Roberto

 


 

mercoledì 4 settembre 2024

Les "Trois Princesses françaises à Florence" (Pontecorboli) au Caffè Letterario delle Murate. Jacopo, Graziano et Roberto présents, avec Sylvia Boucot, Carolina, Paolina et Elisa Bonaparte - 3 septembre 2024


 Le "Tre principesse francesi" al Caffè Letterario delle Murate. Jacopo, Graziano e Roberto hanno presentato, con Sylvia Boucot, Carolina, Paolina ed Elisa Bonaparte - 3 sett. 2024

L'incontro al Caffè è iniziato con la lettura dell' incipit del libro da parte di Graziano Dei:

 Capitolo I

L’azzurro del mare 

        È una mattina diversa dalle altre. Nella notte si è calmata la bufera sul mare e presto i raggi del sole hanno raggiunto la mia stanza. Come ogni giorno mi sono occupata degli animali e dei lavori quotidiani per la casa; ora ho un po’ di tempo tutto per me. Mi viene naturale pensare ancora una volta a lontani ricordi, alle straordinarie vicende della mia vita lontana da qui, in giro per il mondo. Mio marito riposa nel vicino cimitero della chiesa, sulla strada per il paese, mi ha lasciato da poco, un anno fa, in una mattina come questa piena di luce, invasa da un intenso azzurro, dal mare alla nostra collina.

        Nel silenzio della casa, il mio è un continuo parlare con lui, come fosse ancora al mio fianco, lo interrogo, mi consiglio, gli dico cosa mi passa per la mente, dò voce, ne sono certa, al suo pensiero. Questa mattina ho deciso – anzi, abbiamo deciso – di dare aria all’armadio nell’angolo della camera, aprire i cassetti rimasti chiusi da quando facemmo ritorno in Normandia dopo la morte a Firenze, il 18 maggio 1839, della regina Carolina Bonaparte Murat. Poco dopo l’arrivo, si manifestarono i primi sintomi della malattia di mio marito, che in solo tre mesi, dopo molti patimenti, lo portò alla morte.

        Non c’era stato il tempo di dare un ordine ai tanti ricordi, alle infinite testimonianze di una vita che avevamo portato con noi dopo il lungo periodo trascorso al servizio della famiglia dell’imperatore, delle tre sorelle, le principesse Elisa Baciocchi, Paolina Borghese e Carolina Murat, in particolare. Jean Pierre d’Hautmesnil, mio marito, era stato sovraintendente alle finanze e, per un certo periodo, quando Elisa era diventata granduchessa di Toscana, dal 1809 al 1814, aveva svolto il ruolo di prefetto della provincia di Lucca.  Negli stessi anni sono stata dama di compagnia di Elisa e, alla sua morte, di Paolina e poi di Carolina.

        Nei cassetti dell’armadio erano finiti, alla rinfusa, appunti di viaggio, cartine geografiche, pagine di diario, diplomi, giornali, quaderni con tracce di racconti e di commedie insieme a disegni, medaglie, corrispondenza. Ben altri erano stati i nostri progetti, si era pensato di riorganizzare le stanze della casa, l’arredamento, dando risalto a queste testimonianze, raccogliendo i documenti in appositi album, mettendo in cornice disegni e medaglie, tutto quanto aveva segnato, in un momento cruciale della storia della Francia e dell’Europa, la nostra vita al servizio di donne straordinarie.