Giuliano
Ladolfi Editore
a:Roberto Mosi <mosi.firenze@gmail.com>
data:10 ago 2019, 15:49
data:10 ago 2019, 15:49
oggetto: “Il profumo dell'iris”
Caro Roberto,
al mare sotto l’ombrellone e ristorato da una lieve brezza, mi sono gustato la tua raccolta di poesie.
Tu sai quanto apprezzi i tuoi lavori.
al mare sotto l’ombrellone e ristorato da una lieve brezza, mi sono gustato la tua raccolta di poesie.
Tu sai quanto apprezzi i tuoi lavori.
Qui hai ritratto Firenze in un preciso momento storico. Fra tanti anni chi vorrà conoscere il vero volto della tua cittànon dovrà consultare giornali o reportage televisivi e neppure cronaca o storia, ma questo bel testo.
ComplimentiGiuliano
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“L’odore
e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime,
a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la
rovina di tutto il resto,
portando sulla loro stilla quasi impalpabile,
senza vacillare,
l’immenso
edificio del ricordo.”
Marcel Proust, Dalla parte di Swann.
Un mazzo di
fiori
sulla
mensola del tabernacolo
della
Madonna dei Ricci
ai piedi
dell’erta dei Catinai.
Un mondo di
sensi ritorna.
La folla
sale e scende,
carri,
barrocci carichi
di
terrecotte, catini, orci.
Cavalli,
coppie di muli,
asini
incespicano per la salita.
Tra la
folla, le lavandaie
portano
cesti di biancheria
lavata nelle acque dell’Ema,
profumata dai fiori dell’iris.
Iride, una
madonna fiorentina,
promise
amore al giovane
che dipinse
un fiore così perfetto
da ingannare
una farfalla.
Da lei ebbe
nome iris,
il simbolo
di Firenze.
Dopo l’erta
dei Catinai
si apre la
vista su Firenze,
città di bellezza elegante
preziosa
come il profumo
dell’iris,
dal tono austero,
riservato. Si concede solo
a chi la
ama, la sa apprezzare.
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