The book "fast" by the American poet Jorie Graham was released on September 19th of this year, published by the publisher Garzanti. On 20 September at Villa Arrivabene, in Florence, the collection was presented in the presence of the author and the translator, Antonella Francini, who gave rise to a fascinating conversation, introduced by the literary critic Niccolò Scaffai.
The credit for the initiative goes primarily to the comparative poetry magazine "Semicerchio", directed by Francesco Stella, at the U.S. Consulate. in Florence, which celebrates 200 years of the US presence in Tuscany, to the Municipality and the District Council 2.
The volume has an extremely elegant appearance, it is of considerable interest for the themes considered, extremely topical, for the freedom with which the author deploys various and innovative forms of writing, for the role it outlines for the poet today, of profound responsibility in the face of the worrying processes of degradation of our planet. The collection presents, it seems to us, a unique character, not simply attributable to the label of civil poetry or eco-poetry...
(Continues on Literary)
Link to Literary 30 September
"FAST"
È uscito il 19 settembre di questo anno il libro “fast” della poetessa americana Jorie Graham, pubblicato dall’editore Garzanti. Il 20 settembre a Villa Arrivabene, a Firenze, è stata presentata la raccolta alla presenza dell’autrice, della traduttrice, Antonella Francini che hanno dato vita ad un’affascinante conversazione, introdotta dal critico letterario Niccolò Scaffai.
Il merito dell’iniziativa va in primo luogo alla Rivista di poesia comparata “Semicerchio”, diretta da Francesco Stella, al Consolato U.S.A. a Firenze, che celebra i 200 anni della presenza USA in Toscana, al Comune e al Consiglio di Quartiere 2.
Il volume ha una veste quanto mai elegante, è di notevole interesse per i temi considerati, di estrema attualità, per la libertà con la quale l’autrice dispiega varie e innovative forme della scrittura, per il ruolo che delinea oggi per il poeta, di profonda responsabilità di fronte ai preoccupanti processi di degrado del nostro pianeta. La raccolta presenta, ci sembra, un carattere unico, non riconducibile semplicemente all’etichetta di poesia civile o di eco-poetry.
Jorie Graham è nata a New York nel 1950 ed è cresciuta in Italia, a Roma. Ha studiato alla Sorbona a Parigi e negli Stati Uniti, dove insegna scrittura creativa all’Università di Harvard ricoprendo il ruolo che fu del poeta irlandese, e premio Nobel, Seamus Heaney. Ha pubblicato tredici raccolte di versi e nel 1996 le è stato assegnato il Premio Pulitzer per la poesia. In Italia ha vinto il premio Nonino nel 2013 e il premio Ceppo Internazionale Bigongiari nel 2014.
Due commenti sulla sua poesia. Sul “The New York Times” troviamo “Per la poesia dopo il 1980, Jorie Graham è ciò che Bob Dylan rappresenta per il rock dopo il 1960. Entrambi hanno cambiato le regole dell’arte che hanno scelto.” Claudio Magris ha scritto “Graham scrive liriche contagiose e coinvolgenti, dove la parola ritrova la sua eticità e spiritualità tendendo all’infinito.”
La voce di Jorie Graham è senza dubbio una delle voci poetiche più importanti e significative dei nostri giorni. Si dice giustamente che la sua fama è planetaria e l’uscita di ogni suo libro è sempre un evento. Questa nuova raccolta appare profondamente personale, coinvolgente e innovativa, è una poesia “dopo l’umano”, esplora appunto i limiti dell’umano e le soluzioni del post-umano , che suscitano spavento e inquietudine. Le composizioni evocano le trasformazioni da cui è investita la Terra, tra vita modificata sotto i più vari aspetti, tra cyber-vita e forme stampate in 3D. La raccolta “fast” di pagina in pagina getta luce sulla nostra esistenza, sull’umanità che oggi sembra camminare al limite di un precipizio. In queste poesie, si può dire, non c’è il soggetto lirico, prevale la voce dell’ambiente, c’è un veloce divenire espresso anche nei caratteri, nel ritmo, nella disposizione della parola sulla pagina. I versi appaiono in forma orizzontale rispetto alla pagina, con spazi differenziati, ora dal flusso serrato, ora lento e disteso.
Giardino
globale
(da R. Mosi, Amo le parole. Poesie 2017-2023, Ladolfi Editore)
Il
nostro giardino viaggia
nello spazio infinito
tra luci di stelle in orbite
pulsanti verso confini dove
vive il tesoro di ogni perché.
Il
giardino non ha confini
nessuna
rete a limitare il passo
ogni vivente
l’attraversa
lo
sguardo libero l’abbraccia
da un
mare, da un monte all’altro.
Il
vento fattore di tanta
ricchezza,
raggiunge ogni lato
del
giardino, sparge nuova
vita,
semi, fiori, frutti
nel
canto frusciante di suoni.
Giardino,
rifugio di differenze
spazio
in movimento vitale
concatenato
intreccio d’insetti
alberi,
animali, compagni
instancabili
dell’uomo
passeggero
temporaneo
custode
di questa mescolanza
planetaria,
responsabile per
la
consegna di ogni dono ai futuri
abitanti,
nella Terra Giardino.
* * * * * *
Global garden
(from
R. Mosi, I love words. Poems 2017-2023, Ladolfi Editore)
.
Our
garden travels
in infinite space
among
the lights of stars in orbit
buttons
towards borders where
the
treasure of every why lives.
.
The
garden has no boundaries
no
net to limit the pace
every
living thing passes through it
the
free gaze embraces her
from
one sea, from one mountain to another.
.
The
wind is a big factor
wealth,
reaches every side
of
the garden, spreads new
life,
seeds, flowers, fruits
in
the rustling song of sounds.
.
Garden,
refuge of differences
space
in vital movement
concatenated
tangle of insects
trees,
animals, companions
tireless
of man
.
temporary
passenger
guardian
of this mixture
planetary,
responsible for
the
delivery of every gift to future people
inhabitants,
in the Garden Earth.
.
È uscito il 19 settembre di questo anno il libro “fast” della poetessa americana Jorie Graham, pubblicato dall’editore Garzanti. Il 20 settembre a Villa Arrivabene, a Firenze, è stata presentata la raccolta alla presenza dell’autrice, della traduttrice, Antonella Francini che hanno dato vita ad un’affascinante conversazione, introdotta dal critico letterario Niccolò Scaffai.
RispondiEliminaIl merito dell’iniziativa va in primo luogo alla Rivista di poesia comparata “Semicerchio”, diretta da Francesco Stella, al Consolato U.S.A. a Firenze, che celebra i 200 anni della presenza USA in Toscana, al Comune e al Consiglio di Quartiere 2.
Il volume ha una veste quanto mai elegante, è di notevole interesse per i temi considerati, di estrema attualità, per la libertà con la quale l’autrice dispiega varie e innovative forme della scrittura, per il ruolo che delinea oggi per il poeta, di profonda responsabilità di fronte ai preoccupanti processi di degrado del nostro pianeta. La raccolta presenta, ci sembra, un carattere unico, non riconducibile semplicemente all’etichetta di poesia civile o di eco-poetry.
Jorie Graham è nata a New York nel 1950 ed è cresciuta in Italia, a Roma. Ha studiato alla Sorbona a Parigi e negli Stati Uniti, dove insegna scrittura creativa all’Università di Harvard ricoprendo il ruolo che fu del poeta irlandese, e premio Nobel, Seamus Heaney. Ha pubblicato tredici raccolte di versi e nel 1996 le è stato assegnato il Premio Pulitzer per la poesia. In Italia ha vinto il premio Nonino nel 2013 e il premio Ceppo Internazionale Bigongiari nel 2014.
Due commenti sulla sua poesia. Sul “The New York Times” troviamo “Per la poesia dopo il 1980, Jorie Graham è ciò che Bob Dylan rappresenta per il rock dopo il 1960. Entrambi hanno cambiato le regole dell’arte che hanno scelto.” Claudio Magris ha scritto “Graham scrive liriche contagiose e coinvolgenti, dove la parola ritrova la sua eticità e spiritualità tendendo all’infinito.”
La voce di Jorie Graham è senza dubbio una delle voci poetiche più importanti e significative dei nostri giorni. Si dice giustamente che la sua fama è planetaria e l’uscita di ogni suo libro è sempre un evento. Questa nuova raccolta appare profondamente personale, coinvolgente e innovativa, è una poesia “dopo l’umano”, esplora appunto i limiti dell’umano e le soluzioni del post-umano , che suscitano spavento e inquietudine. Le composizioni evocano le trasformazioni da cui è investita la Terra, tra vita modificata sotto i più vari aspetti, tra cyber-vita e forme stampate in 3D. La raccolta “fast” di pagina in pagina getta luce sulla nostra esistenza, sull’umanità che oggi sembra camminare al limite di un precipizio. In queste poesie, si può dire, non c’è il soggetto lirico, prevale la voce dell’ambiente, c’è un veloce divenire espresso anche nei caratteri, nel ritmo, nella disposizione della parola sulla pagina. I versi appaiono in forma orizzontale rispetto alla pagina, con spazi differenziati, ora dal flusso serrato, ora lento e disteso.
( Prosegue su Literary)