domenica 29 settembre 2019

POESIA DOPO L' UMANO -Jorie Graham presenta il libro "Fast" a Villa Arrivabene







Collegamento a Literary 30 settembre

È uscito il 19 settembre di questo anno il libro “fast” della poetessa americana Jorie Graham, pubblicato dall’editore Garzanti. Il 20 settembre a Villa Arrivabene, a Firenze, è stata presentata la raccolta alla presenza dell’autrice, della traduttrice, Antonella Francini che hanno dato vita ad un’affascinante conversazione, introdotta dal critico letterario Niccolò Scaffai.
Il merito dell’iniziativa va in primo luogo alla Rivista di poesia comparata “Semicerchio”, diretta da Francesco Stella, al Consolato U.S.A. a Firenze, che celebra i 200 anni della presenza USA in Toscana, al Comune e al Consiglio di Quartiere 2.
Il volume ha una veste quanto mai elegante, è di notevole interesse per i temi considerati, di estrema attualità, per la libertà con la quale l’autrice dispiega varie e innovative forme della scrittura, per il ruolo che delinea oggi per il poeta, di profonda responsabilità di fronte ai preoccupanti processi di degrado del nostro pianeta. La raccolta presenta, ci sembra, un carattere unico, non riconducibile semplicemente all’etichetta di poesia civile o di eco-poetry.
Jorie Graham è nata a New York nel 1950 ed è cresciuta in Italia, a Roma. Ha studiato alla Sorbona a Parigi e negli Stati Uniti, dove insegna scrittura creativa all’Università di Harvard ricoprendo il ruolo che fu del poeta irlandese, e premio Nobel, Seamus Heaney. Ha pubblicato tredici raccolte di versi e nel 1996 le è stato assegnato il Premio Pulitzer per la poesia. In Italia ha vinto il premio Nonino nel 2013 e il premio Ceppo Internazionale Bigongiari nel 2014.
Due commenti sulla sua poesia. Sul “The New York Times” troviamo “Per la poesia dopo il 1980, Jorie Graham è ciò che Bob Dylan rappresenta per il rock dopo il 1960. Entrambi hanno cambiato le regole dell’arte che hanno scelto.” Claudio Magris ha scritto “Graham scrive liriche contagiose e coinvolgenti, dove la parola ritrova la sua eticità e spiritualità tendendo all’infinito.”
La voce di Jorie Graham è senza dubbio una delle voci poetiche più importanti e significative dei nostri giorni. Si dice giustamente che la sua fama è planetaria e l’uscita di ogni suo libro è sempre un evento. Questa nuova raccolta appare profondamente personale, coinvolgente e innovativa, è una poesia “dopo l’umano”, esplora appunto i limiti dell’umano e le soluzioni del post-umano , che suscitano spavento e inquietudine. Le composizioni evocano le trasformazioni da cui è investita la Terra, tra vita modificata sotto i più vari aspetti, tra cyber-vita e forme stampate in 3D. La raccolta “fast” di pagina in pagina getta luce sulla nostra esistenza, sull’umanità che oggi sembra camminare al limite di un precipizio. In queste poesie, si può dire, non c’è il soggetto lirico, prevale la voce dell’ambiente, c’è un veloce divenire espresso anche nei caratteri, nel ritmo, nella disposizione della parola sulla pagina. I versi appaiono in forma orizzontale rispetto alla pagina, con spazi differenziati, ora dal flusso serrato, ora lento e disteso.
( Prosegue su Literary)



1 commento:

  1. È uscito il 19 settembre di questo anno il libro “fast” della poetessa americana Jorie Graham, pubblicato dall’editore Garzanti. Il 20 settembre a Villa Arrivabene, a Firenze, è stata presentata la raccolta alla presenza dell’autrice, della traduttrice, Antonella Francini che hanno dato vita ad un’affascinante conversazione, introdotta dal critico letterario Niccolò Scaffai.
    Il merito dell’iniziativa va in primo luogo alla Rivista di poesia comparata “Semicerchio”, diretta da Francesco Stella, al Consolato U.S.A. a Firenze, che celebra i 200 anni della presenza USA in Toscana, al Comune e al Consiglio di Quartiere 2.
    Il volume ha una veste quanto mai elegante, è di notevole interesse per i temi considerati, di estrema attualità, per la libertà con la quale l’autrice dispiega varie e innovative forme della scrittura, per il ruolo che delinea oggi per il poeta, di profonda responsabilità di fronte ai preoccupanti processi di degrado del nostro pianeta. La raccolta presenta, ci sembra, un carattere unico, non riconducibile semplicemente all’etichetta di poesia civile o di eco-poetry.
    Jorie Graham è nata a New York nel 1950 ed è cresciuta in Italia, a Roma. Ha studiato alla Sorbona a Parigi e negli Stati Uniti, dove insegna scrittura creativa all’Università di Harvard ricoprendo il ruolo che fu del poeta irlandese, e premio Nobel, Seamus Heaney. Ha pubblicato tredici raccolte di versi e nel 1996 le è stato assegnato il Premio Pulitzer per la poesia. In Italia ha vinto il premio Nonino nel 2013 e il premio Ceppo Internazionale Bigongiari nel 2014.
    Due commenti sulla sua poesia. Sul “The New York Times” troviamo “Per la poesia dopo il 1980, Jorie Graham è ciò che Bob Dylan rappresenta per il rock dopo il 1960. Entrambi hanno cambiato le regole dell’arte che hanno scelto.” Claudio Magris ha scritto “Graham scrive liriche contagiose e coinvolgenti, dove la parola ritrova la sua eticità e spiritualità tendendo all’infinito.”
    La voce di Jorie Graham è senza dubbio una delle voci poetiche più importanti e significative dei nostri giorni. Si dice giustamente che la sua fama è planetaria e l’uscita di ogni suo libro è sempre un evento. Questa nuova raccolta appare profondamente personale, coinvolgente e innovativa, è una poesia “dopo l’umano”, esplora appunto i limiti dell’umano e le soluzioni del post-umano , che suscitano spavento e inquietudine. Le composizioni evocano le trasformazioni da cui è investita la Terra, tra vita modificata sotto i più vari aspetti, tra cyber-vita e forme stampate in 3D. La raccolta “fast” di pagina in pagina getta luce sulla nostra esistenza, sull’umanità che oggi sembra camminare al limite di un precipizio. In queste poesie, si può dire, non c’è il soggetto lirico, prevale la voce dell’ambiente, c’è un veloce divenire espresso anche nei caratteri, nel ritmo, nella disposizione della parola sulla pagina. I versi appaiono in forma orizzontale rispetto alla pagina, con spazi differenziati, ora dal flusso serrato, ora lento e disteso.
    ( Prosegue su Literary)

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