Recensione di Roberto Mosi
“La terra di Piombino è meravigliosa, aperta ai venti del
mare in perenne moto fra la costa e le isole che la fronteggiano, viva nelle
più antiche e recenti memorie. Anche per me questa terra, come per Fabio
Strinati, è una scoperta recente legata alle occasioni che mi sono state date
di vivere le strade, le piazze, il paesaggio aspro di questa città e delle
località circostanti, dal Golfo di Baratti, a Populonia, il sentiero dei
Cavalleggeri lungo la costa, le spiagge della Torre del sale, della Sterpaia,
di Torre Mozza. Anch’io, credo, ho approfondito le mie conoscenze, sono entrato
in maggiore sintonia con questa terra, grazie alla scrittura – alla poesia,
vorrei dire – di Gordiano Lupi, a iniziare da Miracolo a Piombino, mi sono soffermato a osservare in maniera più
intensa il volo dei gabbiani, ad ascoltare il suono del vento, il respiro del
mare.
Aspetti, luoghi che, mi accorgo bene oggi, ho ripreso in
alcuni miei scritti, come quando cerco di richiamare la bellezza del volo del
gabbiano (“Esercizi di volo”, Europa
Edizioni) o descrivere la suggestione della dimora di Elisa Baciocchi (“la casa delle delizie!”) appollaiata in
cima alla scogliera, nella parte estrema della Cittadella, aperta sul mare,
sull’isola d’Elba e, in lontananza, sulla Corsica, la terra natale della
principessa (“Elisa e il fratello
Napoleone. Storie francesi da Piombino a Parigi, Il Foglio Edizioni”).
Da questa premessa credo che emerga in maniera immediata, l’attenzione,
la passione di Fabio Strinati per Miracolo
a Piombino di Gordiano Lupi. Fabio giovane poeta, nonché pianista e
compositore, nato a San Severino Marche, in provincia di Macerata, nel 1983,
scrive nella premessa: ”Sfogliando Miracolo
a Piombino, pagina dopo pagina, mi rendevo sempre più conto che quello era
il libro che avevo sempre desiderato di scrivere. Un romanzo perfetto, un
connubio di odori, sapori, stati d’animo e sensazioni, che mi hanno permesso
nel mese di settembre, di intraprendere questo viaggio personale, di scoprirmi
dentro, non tanto come poeta e scrittore, ma come ragazzo prima, e come uomo
dopo.”
Intraprende in altre terre, sotto altri cieli lontani dalla
città di Gordiano, il suo viaggio di scoperta di nuovi paesaggi, interiori ed
esteriori, visti dall’alto dei monti della sua terra di origine, sotto le
sembianze di una rondine, dal volo leggero e fulminante. Affida al suo agile
poemetto Dal proprio nido alla vita,
l’impatto con luoghi aspri, con le visioni aeree dall’alto, con il suono delle
acque dei torrenti, del vento padrone di anfratti e luoghi aperti.
Ci affidiamo con piacere al suo versificare ampio, al suo
modo di impostare un certo motivo – direi musicale – di svilupparlo, di
renderlo in toni alti, lasciarlo poi per riprendere un nuovo movimento, in
progressione, secondo una lettura poetica (e musicale) che sembra seguire uno
spartito dettato da una forte sensibilità e tensione interiore.
Il suono che riusciamo a percepire, sembra quello delle
folate del vento, del vento che s’impossessa del tenero volo della rondine e la
porta in alto, in alto, fino a superare il limite dei monti, ad andare oltre
l’incertezza dell’abbandono del nido, a conquistare le nuove stagioni della
vita, a volare lontano con la spinta e il sostegno del vento.
Nel
vento possiamo volare,
leggiadri
come piume,
sereni
come il cielo
oltre
quella linea longitudinale …
Roberto Mosi
Fabio Strinati, Dal proprio nido alla vita, Ed. Il Foglio, I Tascabili, 2016
Fabio Strinati (poeta, pianista e compositore) nasce a
San Severino Marche nel 1983 e vive a Esanatoglia, un paesino della provincia
di Macerata nelle Marche. Ha pubblicato Pensieri nello scrigno. Nelle
spighe del grano è il ritmo ( Il Foglio Letterario 2014) e Un'allodola
ai bordi del pozzo (Il Foglio Letterario 2015). E' presente in
numerose antologie e le sue poesie e i suoi libri si sono aggiudicati diversi
premi importanti di poesia e di letteratura.
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