lunedì 19 gennaio 2015

Essere IN RETE - La Rivista Area di Broca alle Oblate


Stare in guardia, partecipare (Mariella Bettarini)

“La nostra vita (e ancor più quella delle giovani generazioni)
è scossa tra due universi, online e offline,
e irrimediabilmente bipolare”
Zygmunt Bauman e David Lyon,
da Sesto potere (Laterza, 2014)
Il tema di questo fascicolo è di quelli – come suol dirsi – da “far tremare le vene ai
polsi”. Tema assolutamente attuale per definizione, ormai nostro, ormai terribilmente
indispensabile, checché se ne pensi o se ne dica; tema che è – al solito – anche e
soprattutto un problema. Dunque questo è – come suole ancora dirsi – un fascicolo
problematico, che mi pare rispecchi la problematicità diffusa quando si tratta di Rete,
di Internet, di blog, di link, di post, ecc. ecc., insomma di Cyberspazio, ormai da
quarant’anni a questa parte: era infatti il 1974 quando Internet nacque per filiazione
da Arpanet. (1974: l’anno che seguì l’inizio di questa nostra rivista…).
Per non parlare, poi, dei social network, di Facebook (usato in Italia dal 41,3%
della popolazione), Twitter, Yahoo, You Tube e così via, con le loro centinaia di
milioni di seguaci, i sempre-socialmente connessi, mentre proprio in questi giorni
(maggio 2014) sui giornali leggiamo che dal 2020 Internet sarà cinquanta volte più
rapido di oggi.
Mentre, quindi, sono molte, moltissime, le “conquiste” operate dal web, sono
molte, moltissime – ed essenziali – le realtà in gran parte surrogate e “depauperate”
dal medesimo: cassette e CD, libri, riviste, enciclopedie cartacee, lettere e cartoline,
fax, carte geografiche, mappe stradali, sostituite ed “integrate” da lettori MP3, ebook,
Wikipedia, e-mail, smartphone, Gps, e via dicendo.
C’è chi – come lo psichiatra tedesco Manfred Spitzer – parla di demenza digitale,
nel volume omonimo (Corbaccio ediz, 2013), lanciando l’allarme contro il rischio
corso da noi tutti (ma specialmente dagli odierni adolescenti) che il nostro cervello,
“viziato dall’uso massiccio delle tecnologie, vada all’ammasso”, perdendo la propria
capacità di concentrarsi e memorizzare le informazioni. Non dimentichiamo, poi,
un recentissimo film, “Il quinto potere”, del 2013, che illustra le vicende di Julian
Assange e del caso Wikileaks.
Dunque, molti pro, ed altrettanti contro. Che dire, fare? Intanto esserci, riflettere,
stare in guardia, partecipare, non glorificare né demonizzare. Al solito, con questo
fascicolo abbiamo tentato (stiamo tentando) almeno di essere “nel tema”, di cercare
di comprenderlo, di non astrarcene soprattutto, di non averne timore. E dunque
buona lettura, e grazie sempre per la vostra attenzione.
Mariella Bettarini 

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