per Lou Salomé
(Angelo Pontecorboli Editore, Firenze 2025, Collana Stranieri e
Firenze)
"Ancora un tassello importante del rapporto tra la cultura europea e lo
studio del Rinascimento fiorentino"
Prosegue, con questo
interessante volume di Roberto Mosi, quella che l'editore Angelo Pontecorboli
sta meritatamente realizzando come una vera e propria "biblioteca"
della presenza degli artisti stranieri a Firenze tra la fine dell'Ottocento e la
metà del novecento. E ancora una volta, grazie alla competenza e al lavoro di
scavo di Mosi, l'obbiettivo di mettere il lettore fiorentino di fronte a
qualcosa di nuovo e di importante è ampiamente riuscito. Non che fossero
mancate in passato opere relative all'attività giovanile di Rilke, dedicata
appunto a quell'amore (o infatuazione!) che la più matura e navigata Lou Salomé
aveva saputo far nascere nel diciannovenne poeta. E sarà proprio lei, nel
frattempo convolata a nozze con ben altro "partito", a invitarlo a
farsi le ossa nella città del giglio, dove avrebbe potuto incontrare i
caratteri originali della sua poetica. E sarà sempre lei a introdurlo, prima di
questo viaggio, nell'ambiente artistico tedesco di questo periodo che,
giustamente, Mosi ci fa conoscere a premessa dello sfoglio del Diario medesimo.
Già questo, di mettere in contatto il giovane poeta in fieri con l'ambiente
culturale tedesco del periodo è merito non banale del lavoro di Roberto.
Veniamo così a conoscere come, in una città come Monaco, all'avanguardia
dell'arte germanica, cominciano a sbocciare i nuovi segni artistici, della
cosiddetta arte Jugendstil che, nell'ottica del giovane poeta,
possono rappresentare uno sviluppo della stessa arte rinascimentale di Firenze.
E qui arriviamo al vero e proprio nucleo fondante del pensiero artistico di
Rilke, e non solo di lui, rispetto a quello che, dall'arrivo a Firenze nel
1898, sarà la presa di coscienza e l'interpretazione di questa realtà
culturale. "Ѐ sorprendente - ci avverte l'autore - come Firenze e il
periodo più celebre della sua storia, il Rinascimento, siano al centro degli
interessi di alcuni importanti personaggi della cultura europea, nel passaggio
fra l'Ottocento e il Novecento: Rainer Maria Rilke, considerato uno dei più
grandi poeti di lingua tedesca e Lou Salomé, interprete originale dei fermenti
culturali dell'epoca, strettamente legata alle vicende di Friedrich Wilhelm
Nietzsche e Sigmund Freud". Una volta arrivato a Firenze a metà
del mese di Aprile del 1898 e presa dimora al terzo piano della pensione Benoit
sul lungarno Serristori al numero 13, Rilke dette inizio alla composizione del
diario, comprensivo ovviamente delle visite alle tante realtà culturali della
città e alle impressioni che tutto ciò suscita in lui. Al lettore, ovviamente,
il ripasso di questa parte, in parte poetica, in parte di maturazione
culturale, del giovane poeta. A questa esperienza va aggiunta la cosiddetta
"fuga" che Rilke, a maggio inoltrato, fece nella città di Viareggio,
dove pure, l'ambiente marino, l'attività del porto e le reminiscenze culturali,
contribuiranno a definire quella posizione culturale che è il vero lascito del
Diario fiorentino. Vale a dire la convinzione che l'impatto con Firenze e
Viareggio, lasciano in lui di trovarsi di fronte, nell'arte fiorentina del
primo Rinascimento, ad una sorta di Primavera (incarnata anche dalle opere
principali del Botticelli!) che tuttavia deve trovare altro per sbocciare in
una più matura "estate" dell'arte. Ѐ da capire, anche sulla base di
una più attenta lettura delle migliori poesie di Rilke di questo periodo, se
sia da intendere che il giovane poeta di lingua tedesca si sentisse già
investito di questa potenzialità di dare sbocco all' "estate"
culturale che il primo periodo del Rinascimento fiorentino non ha saputo
portare a termine, o non sia piuttosto l'insieme del movimento culturale dello Jugendstil,
lui compreso naturalmente, incaricato di una tale missione. Quel che è certo, è
che l'opera di Mosi, davvero ben strutturata e meritevole, ha compiuto anche
una funzione culturale, per me di sicuro, in grado di collocare l'arte e gli
artisti tedeschi di questo periodo in un contesto dialettico, e perciò vitale e
positivo, con la cultura del rinascimento fiorentino E merito non secondario di
Mosi è il metodo con cui perviene a tale risultato, attraverso
l'ingaggio, diciamo così, del gruppo di lettura della biblioteca del Palazzo di
parte Guelfa, con il quale ripercorre le tracce della presenza e degli scenari
con cui viene a contatto il giovane poeta di lingua tedesca, sia nella realtà
fiorentina che a Viareggio. Come il lettore potrà vedere, si tratta di un
impegno di alcune ore, disteso in pochi giorni, ma che fungerà da laboratorio
di assemblaggio e di approfondimento sia della narrazione offerta dal Diario,
che rispetto alle tesi ivi esposte relative al contatto con la cultura
rinascimentale fiorentina. Mosi terminerà questo interessante lavoro di
recupero del rapporto di Rilke giovane con la nostra regione, indicando anche
in questa occasione, come suo solito, l'individuazione di un
"sentiero" Rilke in Toscana, in questo caso articolato appunto tra
Firenze e Viareggio. Dicevamo all'inizio che non è la prima volta che viene
affrontato il tema del rapporto tra il giovane Rilke e la Toscana, ma credo si
possa dire che nessuno lo ha affrontato, come Mosi, con una visione corale e al
tempo stesso, visiva e geografica, di questa bella esperienza capitata alla
città del giglio. Anche di questo credo dobbiamo essere riconoscenti allo scrupoloso
e colto scrittore fiorentino.
Renato
Campinoti
"Ancora un tassello importante del rapporto tra la cultura europea e lo studio del Rinascimento fiorentino"
RispondiEliminaProsegue, con questo interessante volume di Roberto Mosi, quella che l'editore Angelo Pontecorboli sta meritatamente realizzando come una vera e propria "biblioteca" della presenza degli artisti stranieri a Firenze tra la fine dell'Ottocento e la metà del novecento. E ancora una volta, grazie alla competenza e al lavoro di scavo di Mosi, l'obbiettivo di mettere il lettore fiorentino di fronte a qualcosa di nuovo e di importante è ampiamente riuscito.