L’autore vive a Firenze, è stato dirigente per la cultura alla Regione Toscana e si interessa di poesia, narrativa, saggi, fotografia, ricerche nel campo multimediale.
Collabora con riviste fiorentine, fra le quali Testimonianze, L’area di Broca, la TOSCANA nuova;
è presidente dell’Associazione Culturale Testimonianze, vicepresidente della Camerata dei Poeti di Firenze.
Poesia e fotografia
RispondiEliminaRoberto Mosi
(a. Incontro 17 febbraio al Punto di Lettura dell’Isolotto a cura dell.ass. Semicerchio; b. Testo per il n. 518/2018 di Testimonianze, in corso di stampa)
E’ senza dubbio affascinante considerare la relazione fra poesia e immagine, per mettere in luce i collegamenti, rendere visibili le comunanze, le correlazioni e i legami. Fin dall’antichità si praticava la forma poetica dell’ècfrasi, ossia la descrizione poetica e celebrativa di un’opera d’arte visiva; un celebre esempio di ècfrasi è la descrizione dello scudo di Achille nell’Iliade, importante anche in veste di documento archeologico e storico artistico, in quanto nello scudo sono descritte le città greche studiate dagli archeologi.
Lo scrittore greco Luciano di Samosata del II secolo d.C. fu un precursore della critica d’arte con le sue descrizioni e interpretazioni di opere d’arte visive. A fine Quattrocento gli intellettuali dei cenacoli fiorentini si occuparono di studiare e tradurre l’opera di questo scrittore e nel Cinquecento dettero impulso alla vera e propria critica storica attraverso la descrizione dei capolavori artistici. A questo proposito è fondamentale l’opera del Vasari, nelle Vite le descrizioni di opere d’arte acquistano nuovo spazio e nuovo ruolo, grazie ad esse possiamo, infatti, ricostruire e rintracciare opere del passato (Gianna Pinotti, I colori delle emozioni, in “Testimonianze”, 2017 n. 4 (514), pagg. 107-110).