Intervista Fabrizio Borghini Mostra di Fotografia Circolo Artisti Casa di Dante
Fabrizio
Borghini e l’arte dell’intervista
Memorie di un
autore, poeta e fotografo
Gli
incontri con Fabrizio Borghini per le interviste erano per me come una festa, c’era
il piacere di incontrare un amico con il quale, rispondendo alle domande, fare il
punto sul lavoro svolto, davanti ai quadri di una mostra o alla presentazione
di un nuovo libro. All’inizio dell’ intervista percepivo che Fabrizio aveva ben
presenti le coordinate del mio impegno, la direzione del mio percorso e gli
obiettivi che mi promettevo di conseguire; e questo avveniva anche se gli
incontri erano a distanza di tempo, perché non si perdeva mai il collegamento
con lui, grazie alle tante iniziative di cui era protagonista, dalla Rivista La
TOSCANA nuova alle mostre collettive, dalle rassegne sugli artisti della
Toscana alla serie di pubblicazioni sui quartieri fiorentini. Fabrizio
interpretava il ruolo di giornalista con professionalità e, allo stesso tempo,
con entusiasmo, attento alla personalità di ogni interlocutore, un
atteggiamento ben diverso da quello che ho sperimentato in altre occasioni.
Mi
piace soffermarmi sulla mostra Firenze, foto grafie,
sottotitolo Dal Mito ai Nonluoghi (Società delle Belle Arti –
Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, novembre 2016), risultato di cinque anni
di lavoro dedicato a immagini di Firenze che più suscitano emozioni, raccolte secondo
un criterio circolare, dalle colline, alle periferie, al corso dell’Arno, al
centro e alle vie della moda, alla rete dei vicoli dispersi; nell’ambito di
questa iniziativa venne presentata anche una raccolta di poesia e fotografia dedicata
al racconto di un giullare-poeta che con la macchina fotografica a tracolla si
aggira per le vie di Firenze ( Firenze, foto grafie, e-book n.
180 edizioni www.laRecherche.it). Fabrizio con la sua intervista, presente in
rete ancora oggi e liberamente accessibile, riesce a creare un suggestivo
affresco del mio lavoro, con immagini vive sulle tematiche della mostra e con
il coinvolgimento, insieme all’autore, delle persone presenti
all’inaugurazione, da Silvia Ranzi, critico d’arte, a Severino Saccardi,
direttore di Testimonianze, a Lella Marchini, presidente del Circolo. Dall’insieme
dell’intervista emerge un quadro a più voci intorno alla Firenze inedita
“raccontata” dall’autore, al di là della tradizione e delle mode, con libertà, ai
confini del sogno, con attenzione alla città policentrica che vive dei tanti
suoi ambienti, previlegiando il dialogo fra passato, presente e le speranze per
il domani. La macchina “vede” secondo precise abilità tecniche, ma è
soprattutto l’intervista di Fabrizio che focalizza lo sguardo del poeta intento
a cogliere i caratteri di una Firenze “personale”, inedita, poetica.
Altri appuntamenti mi aspettano con nuovi lavori sul solco
dei precedenti impegni, come la presentazione del nuovo libro Amo le parole.
Poesie 2017-2023”, Ladolfi Editore, ma non ci sarà più l’appuntamento con
l’intervista di Fabrizio per disegnare insieme, in un nuovo affresco, le ultime
scene della mia ricerca poetica.
Roberto Mosi
* * * *
“Impressioni
di una sera d’estate a Firenze”
La
fotografia per esprimere emozioni, impressioni su un luogo magico come la città
di Firenze, il suo fiume, nello spengersi della luce del giorno, in una sera
d’estate. È il compito che si è assunto il “Gruppo di fotografia” denominato
“Camera Chiara di Palagio”, attivo presso la Biblioteca del Palagio di Parte
Guelfa posta nella omonima piazza, nel centro medievale della città.
Il
punto di arrivo di questo impegno, la Mostra sulle “Impressioni di una sera
d’estate a Firenze”, che è stata inaugurata mercoledì 6 novembre e rimarrà
aperta fino al 12 gennaio 2020, con gli orari della Biblioteca.
L’esposizione
si apre nella storica Sala dei Consoli, l’attuale Emeroteca. Celebre la Sala dei Consoli: sul soffitto si
trova una rappresentazione in chiave araldica della città, con gli stemmi delle
corporazioni fiorentine, dei quartieri, il giglio del Comune guelfo e la croce
del Popolo; si trova anche un grande affresco trecentesco attribuito a Bernardo
Daddi (o a Niccolò di Pietro Gerini), con la Vergine col Bambino in trono
circondata da sei santi (1395-1400).
Hanno
presentato l’iniziativa il bibliotecario Andrea Roselli e Marco Fantechi
docente di fotografia FIAF. Partecipano
alla Mostra: Adriana Levi, Carlotta Salvatore, Cristina Fontanelli, Elisa
Ricci, Enos Mantoani, Karine Gaior, Lia Mucciarini, Marco Fantechi, Raffaello
Gramigni, Roberto Fallani, Roberto Mosi.
Nel
manifesto della Mostra compare anche il testo della poesia – letta al momento
della inaugurazione - “Pesci innamorati” : una precisa metafora per richiamare
l’amore per Firenze dei fotografi del gruppo “Camera Chiara di Palagio”. È da
segnalare che la Biblioteca presenta una particolare sensibilità per la poesia;
al suo ingresso un’apposita postazione accoglie l’utente con l’offerta della
“poesia del giorno”, scelta fra le composizioni più celebri.
Da
parte mia - presente all’esposizione con due foto dedicate ad una festa
sull’Arno – mi è apparso, dunque, naturale raccogliere il senso poetico delle
immagini fotografiche in mostra, con questa poesia:
Pesci innamorati
Pesci
innamorati
inseguono
immagini
sospese
fra sogno e realtà
nell’acquario
della città.
Firenze
si scioglie al sole,
evapora
ogni angolo d’ombra,
ventilatori
ronzano intorno
a
opachi pensieri.
Avanza
poi per il fiume
la
calma della sera,
brezze
leggere fasciano
i
raggi rossi del sole.
Pesci
innamorati
sorprendono
il respiro
della
luce, dalle rive, dai ponti
confusi
fra gli spettatori.
Si
tuffano nello specchio
lucido
di torri palazzi
e
campanili, catturano rosse
scintille
scoppiettanti sul fiume.
Appassionato
il colloquio
con
la Bellezza nel chiarore
ultimo
della sera, nel mistero
opaco
della notte.
Sguardi
ancora dall’alto
per
la scalinata del Monte
alle
Croci, la luce solitaria
di
un fanale, e sullo sfondo
la
Cupola, Palazzo Vecchio.
Una
Dea di marmo ammira
il
giardino di Boboli
dalla
finestra di Palazzo Pitti.
Chitarre
si accordano
con
le brezze leggere
per
una festa sul fiume:
risate
di allegre ragazze.
Nel
folto della notte
i
pesci raggiungono
gli
anfratti nell’acquario
della
città addormentata.
Cornucopie
di immagini
diverse
con loro, armonie
e
disarmonie, bianco e nero,
colori,
lentezza e velocità.
Pesci
innamorati vagano
sognando
nelle sere d’estate.
Roberto
Mosi
In una giornata, dunque, uggiosa di
pioggia, di novembre, anche l’antica Sala dei Consoli è stata investita dal
vento della poesia, dei fotografi “pesci innamorati” della città di Firenze.
Gli incontri con Fabrizio Borghini per le interviste erano per me come una festa, c’era il piacere di incontrare un amico con il quale, rispondendo alle domande, fare il punto sul lavoro svolto, davanti ai quadri di una mostra o alla presentazione di un nuovo libro. All’inizio dell’ intervista percepivo che Fabrizio aveva ben presenti le coordinate del mio impegno, la direzione del mio percorso e gli obiettivi che mi promettevo di conseguire; e questo avveniva anche se gli incontri erano a distanza di tempo, perché non si perdeva mai il collegamento con lui, grazie alle tante iniziative di cui era protagonista, dalla Rivista La TOSCANA nuova alle mostre collettive, dalle rassegne sugli artisti della Toscana alla serie di pubblicazioni sui quartieri fiorentini. Fabrizio interpretava il ruolo di giornalista con professionalità e, allo stesso tempo, con entusiasmo, attento alla personalità di ogni interlocutore, un atteggiamento ben diverso da quello che ho sperimentato in altre occasioni.
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