sabato 6 gennaio 2024

"L' Arte dell' Intervista" di Fabrizio Borghini -"TOSCANA nuova"1-2024 -Video-Ricordo di R. Mosi


Intervista Fabrizio Borghini Mostra di Fotografia Circolo Artisti Casa di Dante


Fabrizio Borghini e l’arte dell’intervista

Memorie di un autore, poeta e fotografo

 

        Gli incontri con Fabrizio Borghini per le interviste erano per me come una festa, c’era il piacere di incontrare un amico con il quale, rispondendo alle domande, fare il punto sul lavoro svolto, davanti ai quadri di una mostra o alla presentazione di un nuovo libro. All’inizio dell’ intervista percepivo che Fabrizio aveva ben presenti le coordinate del mio impegno, la direzione del mio percorso e gli obiettivi che mi promettevo di conseguire; e questo avveniva anche se gli incontri erano a distanza di tempo, perché non si perdeva mai il collegamento con lui, grazie alle tante iniziative di cui era protagonista, dalla Rivista La TOSCANA nuova alle mostre collettive, dalle rassegne sugli artisti della Toscana alla serie di pubblicazioni sui quartieri fiorentini. Fabrizio interpretava il ruolo di giornalista con professionalità e, allo stesso tempo, con entusiasmo, attento alla personalità di ogni interlocutore, un atteggiamento ben diverso da quello che ho sperimentato in altre occasioni.

          Mi piace soffermarmi sulla mostra Firenze, foto grafie, sottotitolo Dal Mito ai Nonluoghi (Società delle Belle Arti – Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, novembre 2016), risultato di cinque anni di lavoro dedicato a immagini di Firenze che più suscitano emozioni, raccolte secondo un criterio circolare, dalle colline, alle periferie, al corso dell’Arno, al centro e alle vie della moda, alla rete dei vicoli dispersi; nell’ambito di questa iniziativa venne presentata anche una raccolta di poesia e fotografia dedicata al racconto di un giullare-poeta che con la macchina fotografica a tracolla si aggira per le vie di Firenze ( Firenze, foto grafie, e-book n. 180 edizioni www.laRecherche.it). Fabrizio con la sua intervista, presente in rete ancora oggi e liberamente accessibile, riesce a creare un suggestivo affresco del mio lavoro, con immagini vive sulle tematiche della mostra e con il coinvolgimento, insieme all’autore, delle persone presenti all’inaugurazione, da Silvia Ranzi, critico d’arte, a Severino Saccardi, direttore di Testimonianze, a Lella Marchini, presidente del Circolo. Dall’insieme dell’intervista emerge un quadro a più voci intorno alla Firenze inedita “raccontata” dall’autore, al di là della tradizione e delle mode, con libertà, ai confini del sogno, con attenzione alla città policentrica che vive dei tanti suoi ambienti, previlegiando il dialogo fra passato, presente e le speranze per il domani. La macchina “vede” secondo precise abilità tecniche, ma è soprattutto l’intervista di Fabrizio che focalizza lo sguardo del poeta intento a cogliere i caratteri di una Firenze “personale”, inedita, poetica.  

          Altri appuntamenti mi aspettano con nuovi lavori sul solco dei precedenti impegni, come la presentazione del nuovo libro Amo le parole. Poesie 2017-2023”, Ladolfi Editore, ma non ci sarà più l’appuntamento con l’intervista di Fabrizio per disegnare insieme, in un nuovo affresco, le ultime scene della mia ricerca poetica.

 

Roberto Mosi





* * * *

“Impressioni di una sera d’estate a Firenze”

 

La fotografia per esprimere emozioni, impressioni su un luogo magico come la città di Firenze, il suo fiume, nello spengersi della luce del giorno, in una sera d’estate. È il compito che si è assunto il “Gruppo di fotografia” denominato “Camera Chiara di Palagio”, attivo presso la Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa posta nella omonima piazza, nel centro medievale della città.

Il punto di arrivo di questo impegno, la Mostra sulle “Impressioni di una sera d’estate a Firenze”, che è stata inaugurata mercoledì 6 novembre e rimarrà aperta fino al 12 gennaio 2020, con gli orari della Biblioteca.

L’esposizione si apre nella storica Sala dei Consoli, l’attuale Emeroteca.  Celebre la Sala dei Consoli: sul soffitto si trova una rappresentazione in chiave araldica della città, con gli stemmi delle corporazioni fiorentine, dei quartieri, il giglio del Comune guelfo e la croce del Popolo; si trova anche un grande affresco trecentesco attribuito a Bernardo Daddi (o a Niccolò di Pietro Gerini), con la Vergine col Bambino in trono circondata da sei santi (1395-1400).

Hanno presentato l’iniziativa il bibliotecario Andrea Roselli e Marco Fantechi docente di fotografia FIAF.  Partecipano alla Mostra: Adriana Levi, Carlotta Salvatore, Cristina Fontanelli, Elisa Ricci, Enos Mantoani, Karine Gaior, Lia Mucciarini, Marco Fantechi, Raffaello Gramigni, Roberto Fallani, Roberto Mosi.

Nel manifesto della Mostra compare anche il testo della poesia – letta al momento della inaugurazione - “Pesci innamorati” : una precisa metafora per richiamare l’amore per Firenze dei fotografi del gruppo “Camera Chiara di Palagio”. È da segnalare che la Biblioteca presenta una particolare sensibilità per la poesia; al suo ingresso un’apposita postazione accoglie l’utente con l’offerta della “poesia del giorno”, scelta fra le composizioni più celebri.

Da parte mia - presente all’esposizione con due foto dedicate ad una festa sull’Arno – mi è apparso, dunque, naturale raccogliere il senso poetico delle immagini fotografiche in mostra, con questa poesia:

                                            Pesci innamorati

 


Pesci innamorati

inseguono immagini

sospese fra sogno e realtà

nell’acquario della città.

 

Firenze si scioglie al sole,

evapora ogni angolo d’ombra,

ventilatori ronzano intorno

a opachi pensieri.

 

Avanza poi per il fiume

la calma della sera,

brezze leggere fasciano

i raggi rossi del sole.

 

Pesci innamorati

sorprendono il respiro

della luce, dalle rive, dai ponti

confusi fra gli spettatori.

 

Si tuffano nello specchio

lucido di torri palazzi

e campanili, catturano rosse

scintille scoppiettanti sul fiume.

 

Appassionato il colloquio

con la Bellezza nel chiarore

ultimo della sera, nel mistero

opaco della notte.

 

Sguardi ancora dall’alto

per la scalinata del Monte

alle Croci, la luce solitaria

di un fanale, e sullo sfondo

 

la Cupola, Palazzo Vecchio.

Una Dea di marmo ammira

il giardino di Boboli

dalla finestra di Palazzo Pitti.

 

Chitarre si accordano

con le brezze leggere

per una festa sul fiume:

risate di allegre ragazze.

 

Nel folto della notte

i pesci raggiungono

gli anfratti nell’acquario

della città addormentata.

 

Cornucopie di immagini

diverse con loro, armonie

e disarmonie, bianco e nero,

colori, lentezza e velocità.

 

Pesci innamorati vagano

sognando nelle sere d’estate.

                          Roberto Mosi

 

          In una giornata, dunque, uggiosa di pioggia, di novembre, anche l’antica Sala dei Consoli è stata investita dal vento della poesia, dei fotografi “pesci innamorati” della città di Firenze.










 

1 commento:

  1. Gli incontri con Fabrizio Borghini per le interviste erano per me come una festa, c’era il piacere di incontrare un amico con il quale, rispondendo alle domande, fare il punto sul lavoro svolto, davanti ai quadri di una mostra o alla presentazione di un nuovo libro. All’inizio dell’ intervista percepivo che Fabrizio aveva ben presenti le coordinate del mio impegno, la direzione del mio percorso e gli obiettivi che mi promettevo di conseguire; e questo avveniva anche se gli incontri erano a distanza di tempo, perché non si perdeva mai il collegamento con lui, grazie alle tante iniziative di cui era protagonista, dalla Rivista La TOSCANA nuova alle mostre collettive, dalle rassegne sugli artisti della Toscana alla serie di pubblicazioni sui quartieri fiorentini. Fabrizio interpretava il ruolo di giornalista con professionalità e, allo stesso tempo, con entusiasmo, attento alla personalità di ogni interlocutore, un atteggiamento ben diverso da quello che ho sperimentato in altre occasioni.

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