martedì 14 febbraio 2023

Mariella Bettarini per i 50 anni: L'Area di Broca e Salvo Imprevisti - Il libro "Barbari" - Sala MAD alle Murate, 14 febbraio

Mariella Bettarini presenta i 50 anni delle Riviste e il libro BARBARI



























 

1 commento:

  1. Capitolo I
    Il crollo di un mondo

    Montereggi di Fiesole, 8 ottobre 410, festa di Santa Reparata

    I mesi appena trascorsi sono stati tremendi. Sono arrivate fino a questa casa appartata sulle colline di Florentia notizie di eventi che mai avrei creduto possibili, fanno pensare che la fine di Roma non sia lontana. La forza dei barbari pare incontenibile, sembrano portare colpi mortali a Roma e al suo mondo, alla potenza più grande che l’umanità abbia mai conosciuto, che ha promosso leggi e istituzioni civili comuni fra popoli e genti a tutte le latitudini, cresciuta e divenuta forte in centinaia di anni, estesa dal Vallo di Adriano ai confini con la Persia.
    Grandi sono stati la sorpresa e il dolore dal momento che ho partecipato alla difesa dell'impero di Roma, come soldato e come cittadino, a fianco di famosi comandanti, in spedizioni militari rischiose e in occasione di ambascerie prestigiose presso popoli lontani.
    Ho avuto molti riconoscimenti ed ho accumulato una consistente ricchezza che ho investito nella villa di Montereggi, qui nella valle del Mugnone, presso Florentia, e nelle sei fattorie che si estendono fino al Mugello: un traguardo importante, incredibile per il figlio di una famiglia di tintori che abitava, in origine, nella valle del Bisenzio e poi a Florentia, nel borgo che si affaccia sull’Arno. La fortuna mi ha aiutato in vario modo, specie grazie agli amici che ho incontrato nella scuola e nell'esercito.
    Mi sono ritirato ora in campagna e solo raramente scendo in città, in occasioni particolari. Nella villa curo i miei interessi, aiutato dai figli e dai servitori, ricevo gli amici che vivono in città, personaggi celebri che si fermano volentieri nella mia casa, nei loro viaggi da Roma verso le regioni del nord.
    Sono appena terminati i lavori di restauro, i muri della villa profumano ancora di calce, dopo le devastazioni per l'invasione dei barbari, quattro anni orsono. Il luogo, l'edificio e i giardini, sono ancora più belli di come erano prima di quei sanguinosi fatti dell’estate del 406, quando nelle terre qui intorno vi fu una vera e propria strage di guerrieri barbari e delle famiglie che li avevano seguiti nel corso dell'invasione: dovunque si posasse lo sguardo, vi erano cadaveri di uomini, donne, bambini, vecchi; ovunque sangue, distruzione e odore di morte.
    Alle spalle della villa, non lontano, si alza l’ultima altura sopra la valle del Mugnone, che porta ora il nome di Vetta alle Croci, cosparso da un'infinità di croci, oltre diecimila, poste sulle tombe dei barbari, dal confine dei miei terreni alla sommità. È stato un omaggio pietoso a quei caduti, partiti in centinaia di migliaia dalla lontana Pannonia, dalle rive del Danubio, per conquistare Roma e le sue ricchezze ma hanno trovato la strada sbarrata dalla resistenza di Florentia e dalla forza dell’esercito romano comandato dal valoroso generale Stilicone.

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