Gordiano
Lupi, La città del ferro, Il Foglio, Piombino 2024 Un
libro prezioso per catturare l’anima della città a cura di Roberto Mosi
La città del ferro di Gordiano Lupi è un libro di poesia prezioso per catturare l’anima profonda della città di Piombino e delle terre, bagnate dal mare, che la circondano.
Mi sono avvicinato, da
fiorentino, piano piano, nel tempo, alla città; da ragazzo il punto di
riferimento di quel tratto di mare, era, d’estate, Follonica e Piombino
rappresentava, per me, solo il necessario punto di passaggio per prendere il
traghetto e fare rapide escursioni all’isola d’Elba. Ho avuto, in là negli
anni, la fortuna di conoscere, per il lavoro che svolgevo alla Regione, personalità
straordinarie come lo storico Ivano Tognarini e l’archeologo Riccardo Francovich,
dalle quali ho imparato a conoscere il valore culturale, ambientale, storico di
Piombino e della sua costa, il peso della crisi industriale che stava vivendo,
i progetti di conoscenza e di valorizzazione delle risorse umane, naturali,
culturali, presenti sul territorio. Ricordo bene una lezione di Ivano sulla
archeologia industriale e sull’interesse a conservare le testimonianze e la
memoria delle strutture delle acciaierie, a cominciare dagli altoforni.
La poesia di Gordiano
Lupi, d’altra parte, mi porta al centro della vita di questa terra, delle
passioni, delle delusioni, delle speranze (lontane), mi fa raggiungere la sua
anima, mi fa camminare per le strade di Piombino con occhi diversi, vicino ad
un presente tormentato, vissuto a testa alta, in una costante ricerca di
“perché” e di risposte lontane.
Sono rimasto incantato da
versi come:
Un altoforno tra le ciminiere
lanciava fumo in mezzo al blu
sulla mia testa, davanti casa mia,
adesso sai che non lo vedo più
non ho mai avuto troppa fantasia …
Ho riletto infinite volte la poesia:
Brughiera maremmana
sfiorita nei meriggi estivi,
centrale in disarmo,
sterpi, ciminiere di mare
confuse tra paludi e falchi,
aironi e cavalieri, fenicotteri rosa.
Fabbrica silenziosa che piange
lacrime di pitosforo,
sogna un’agave spinosa,
l’ombra d’ un fiume
che scorre e ricorda
un viaggio d’amore
per noi che viviamo
con l’Elba nel cuore.
Mi sono commosso con la poesia Il sentiero degli
operai:
Tu non ricordi il sentiero della sera
dove passavano operai con le paiole
accanto alla dolce frescura dei canneti.
Adesso appena un fioco sole sulla strada
che non riscalda braccia affaccendate,
nasconde assenze. E non ritrova il tempo.
Il libro La città del ferro si chiude con la poesia Litania su Piombino ispirata “dalla lettura di Giorgio Caproni e della sua Litania, una lirica contenuta nella raccolta Il passaggio d’Enea”.
Avevo già conosciuto questo testo, affascinante, con un ritmo avvincente, da una precedente pubblicazione affidata ad internet, e l’ho inserito alla fine del libro Sinfonia per San Salvi (Piombino 2020, Il Foglio), da me curato, dedicato ad una riflessione, dolorosa, sulla difficile vita degli ospiti dell’ex Manicomio San Salvi, di Firenze: una poesia-canzone che richiama la visione incantata del mare, la conquista di un paesaggio di serenità, di speranza:
Piombino mia città ferriera
Ginestra.
Acciaieria.
Piombino di ferro e di mare
mio
guscio di calcare…
Piombino discesa e salita.
Villa
Marina, Baratti, la vita.
Piombino mia maglia adorata.
Mio
cuore. Donna conquistata.
Piombino come una nave.
Piazza Bovio, le stelle ignave…
Gordiano Lupi, La città del ferro, Il Foglio, Piombino 2024
RispondiEliminaUn libro prezioso per catturare l’anima della città
a cura di Roberto Mosi
La città del ferro di Gordiano Lupi è un libro di poesia prezioso per catturare l’anima profonda della città di Piombino e delle terre, bagnate dal mare, che la circondano.