Società delle Belle Arti – Circolo degli Artisti
“Casa di Dante”, via S. Margherita 1 Firenze
Martedì 29 novembre, ore 17
In viaggio
Intrecci: poesia, immagini, musica
Viaggio in 6 tappe: Partire, Mare, Ground Zero, Deserti, Nord, Terre del Sud
Presenta Silvia Ranzi
Musica: Piero Mencarelli, flauto
Immagini di Andrea Mugnaini ed Enrico Guerrini
Letture: Giulia Capone Braga, Roberto Mosi
Percorsi dal libro di poesie “Itinera” di R.Mosi, Masso delle Fate 2007;
dall’ eBook:“Itinera, www.laRecherche.it (Libri Liberi,n.48, free, 2010)
______
1°quadro: Partire
JohannChristian Bach, Sonata in sol maggiore. Allegro moderato.
Poesie: La corte, La città luna, Movimento
2°quadro: Mare
MauriceRavel, Habanera
Poesie: Le isole di Omero, Capo Palinuro, Cento riflessi
3°quadro: GroundZero
LucianoBerio, Sequenza
Poesie: Ground Zero, Ode Marittima (Barbara Pumhoesel)
4°quadro: Deserti
G. Bizet – F. Borne, Carmen Fantasie. Habanera
Poesie: La città dispensa, Petra, Aqaba, Cinque coppe di cristallo
5°quadro: Nord
ClaudeBolling, Sentimentale
Poesie: Capo Nord, Canto del Nord, Copenhagen
6°quadro:Terre del Sud
Poesie: Esili ponti, Cordoba
G. Bizet –F. Borne, Carmen Fantasie. Chanson de Bohème.
I viaggi di ogni tempo iniziano
dalla corte della mia infanzia
Il titolo “Itinera” rivela l’intima
struttura di una parabola lirica che abbraccia la dimensione del “sogno”, ’antidoto
invocato dall’incontaminata età dell’infanzia per mantenere viva quella
speranza che permette al poeta di credere nel cambiamento e disinquinare una
società complessa e caotica dai profili consumistici fagocitanti, dalle profonde
solitudini individuali, dallo spettro di guerre incombenti all’orizzonte.
Messa da parte la pratica del linguaggio
referenziale, dopo una lunga attività di Funzionario nell’Amministrazione
Pubblica, Roberto Mosi riscopre “l’esercizio” della scrittura quale esperienza
“iniziatica” per dare libero sfogo alla facoltà creativa, affidandosi alle
parole per rivestire le emozioni sul piano fonico e semantico nel gioco
allusivo di segrete analogie.
Nell’avvicendarsi di
passato-presente-futuro si dipana la preziosa dinamica dei componimenti poetici
in una poliedrica varietà di “occasioni esistenziali”, da cui emerge il profilo
di una personalità che intende superare i limiti del reale verso una
completezza della propria identità, nella dimensione incoercibile del
“Viaggio”:
Ho
fatto parte di un popolo
migrante sui treni
sopravvissuto alla guerra
alla scoperta di città rinate
“Peregrinare”,
come dimensione dell’esistenza “in fieri”, non per mania di evasione, né per
dimenticare, ma per conoscersi nel confronto con l’ambiente circostante vicino
o lontano, passato o presente, purchè viva nel ricordo, assaporandolo come
parte di noi.
Incondizionata è l’affezione per la propria
terra, la Toscana, nei suoi felici segmenti di vita campestre; con predilezione
per Firenze, le piazze cittadine, le antiche vestigia di un passato glorioso,
“Città cupola”, vertice armonico e prospettico nella verdeggiante valle
coronata da dolci colline. Irrinunciabili i soggiorni estivi nella tersa
solarità del litorale Versiliese, cullati dal mare al cospetto delle solenni
Alpi Apuane.
Cadenzato è il delinearsi di un filone
lirico trasversale, di ascendenza “Calviniana”, in cui si configura l’estro
icastico di conferire “denominazioni metaforiche” alla fisionomia di città nel
loro tessuto territoriale, ambientale, commerciale: insediamenti dell’abitare,
luoghi di incontro, di scambio morale e culturale, cari per soggiorni abituali
o visionati attraverso soste turistiche: “La città piazza”, “La città nave”,
“La città porto”, “La città luna”, “La città dispensa”.
Preziosa per connotazioni visive è la
sezione dedicata ad affascinanti viaggi nel Vicino-Oriente, in cui si alternano
trasalimenti estatici a momenti di richiamo alla cruda realtà: dalla Tunisia
meridionale, nella regione sahariana al confine con
l’Algeria,
fino al porto d’Aquaba sul Mar Rosso, crocevia di popoli confinanti e nemici:
L’acqua è torbida nel mare
di Aqaba, attraversata
da grigie navi da guerra
A contatto con queste civiltà esotiche,
diverse per etnia, di fronte ad economie di sussistenza, esplorando entroterra
montuosi con villaggi alveari dal fascino arcano, il poeta alimenta la sua
esperienza umana e riscopre un salutare respiro d’infinito dinnanzi alla
vastità della zona desertica con le sue spettacolari volte stellate:
Nella notte di stelle disteso
sulla stuoia, mi sento felice
vicino al cuore della terra
Una parentesi di italianità mediterranea il
soggiorno in Basilicata, l’antica Lucania, visitando paesi situati sulle
pendici del Monte Sirino nella valle del fiume Noce, foriero di nuovi incontri
nella cornice di un’anedottica del peregrinare, avvicinando usi, costumi e
problemi di integrazione sociale.
A
chiusura della Raccolta, si spalancano i vertiginosi scenari di Capo Nord, in
Lapponia, ai confini del mondo dove il sole tramonta a mezzanotte, in cui il
poeta avverte la sproporzione tra la consapevolezza della precarietà
dell’esistenza umana e l’esigenza di eternità insondabile: /una fredda
paura m’invade/….
Lo smarrimento si attenua a contatto con il
popolo “Sami” che conserva le ascendenze dell’antica spiritualità sciamanica,
il cui fascino ridimensiona la sofferenza individuale in partecipazione
cosmica:
Nel viaggio raccolgo
i dolori del mondo…
nel viaggio raccolgo
le speranze del mondo
...
per non rinunciare ad inseguire /sogni
iridati di pace/.
Stupore, malinconia, fertilità di immagini,
sentimento individuale e corale connotano il linguaggio poetico di Roberto Mosi
in un ritmo lirico limpido, lineare e simbolico, aderente e travalicante il
vero: disamina incisiva dei moti interiori, rituale nella rimembranza, ironico
e riflessivo quando entrano in gioco tematiche sociali dell’etica quotidiana
nelle contraddizioni dell’oggi, ma costantemente aperto alla possibilità di
rendere “ideale” l’utopia attraverso “il sogno”.
Silvia Ranzi
ITINERA
La partenza
La corte
I viaggi di ogni
tempo iniziano
dalla corte della
mia infanzia
magico quadrato di
terra tra case
cadenti, chiuso da
un cancello
di ferro aperto
sul mondo.
Nel magico
quadrato si scioglie
il racconto dei
viaggi: affiorano
per primi i
ricordi dei padri
di ritorno dalle
guerre sofferte
in ogni parte del mondo.
Il racconto
infinito si confonde
con i miti, le
scoperte di Ulisse,
le spedizioni nel
Bengala, all’isola
di Mompracem. Nella
scatola
da scarpe,
cartoline e foto sgualcite.
Con la scatola dei
sogni in mano
ho superato il
cancello di ferro.
La corte
RispondiEliminaI viaggi di ogni tempo iniziano
dalla corte della mia infanzia
magico quadrato di terra tra case
cadenti, chiuso da un cancello
di ferro aperto sul mondo.
Nel magico quadrato si scioglie
il racconto dei viaggi: affiorano
per primi i ricordi dei padri
di ritorno dalle guerre sofferte
in ogni parte del mondo.
Il racconto infinito si confonde
con i miti, le scoperte di Ulisse,
le spedizioni nel Bengala, all’isola
di Mompracem. Nella scatola
da scarpe, cartoline e foto sgualcite.
Con la scatola dei sogni in mano
ho superato il cancello di ferro.