venerdì 12 giugno 2020

Metafora: piazza Bovio, a Piombino: "distesa sul mare come la prua di una nave" - Franca Alaimo per la "Sinfonia"

Roberto Mosi, "Sinfonia per San Salvi", "Variazioni per parole e musica" - "Litania per Piombino"
Interventi di Gordiano Lupi e Nicoletta Manetti. Progetto di Nicoletta Manetti e Roberto Mosi.
Edizioni Il Foglio, Piombino 2020, pp. 130.

Commento di Fanca Alaimo

poeta e critico d'arte 

"Carissimo Roberto, ho ricevuto e letto con grande gioia il tuo ultimo libro "Sinfonia per San Salvi", che mi è piaciuto molto.
In verità la prefazione che l'accompagna è talmente puntuale e dettagliata da rendere ardua la possibilità di aggiungere qualcosa al già detto.
Tuttavia proverò ad esprimere le mie impressioni, magari correndo il rischio della ripetizione, giusto per farti giungere il mio apprezzamento.
La cosa che senz'altro mi ha maggiormente impressionata è la coralità della struttura, che coinvolge altri poeti, scrittori ed artisti viventi o già estinti, allo scopo di cucire insieme esperienze e opere di ogni tempo e luogo, per celebrare la fecondità inesauribile e senza confini della creatività umana, la qual cosa bene si accorda con l'idea che sta alla base del libro, trovando anche uno specchio nel disordine fecondo delle "erbacce" che seguono lo spirare del vento e le stagioni del tempo. Le erbacce potrebbero costituire, così a me sembra, la metafora più calzante di quelle creature umane, le quali, per essere disobbedienti alla norma, sono state emarginate e trattate, almeno fino a che non andò in vigore la legge Basaglia, come cose prive d'anima e sentimenti e, peggio che le cose stesse, derubate perfino del loro corpo. Il libro è una lunghissima, accorata difesa della condizione della follia, tema più volte raccontato da scrittori, registi, filosofi, psichiatri; e certi versi del tuo libro sono percorsi da una profonda tenerezza. la stessa che ispira la bellissima canzone di Cristicchi.
Oltremodo interessante è anche che tu abbia dato voce ai matti dell'ex manicomio di San Salvi e attraverso alcuni stralci di lettere e attraverso le foto dei murales da essi lasciati sulle pareti dell'edificio, i quali comunicano sensazioni forti, stupore e perfino sconcerto, lo stesso che assale quando qualcuno traccia ancora una linea di demarcazione fra norma e follia, quasi sia possibile, quasi sia del tutto arginata la complessità della psiche umana.
L'insieme di tante voci, la divisione in quattro sezioni o tempi, il ritmo poematico dei tuoi versi, la stessa citazione di arie operistiche (a cui mentalmente si aggiungono i suoni) danno luogo, in effetti, ad una gradevolissima sinfonia, sia nel senso etimologico di insieme di voci, sia nel senso di un'unità di intenti.
Il fatto che tu riprendi e in parte riscrivi versi tratti dai tuoi testi precedenti mi fa pensare che probabilmente questo libro rappresenti per te come un punto di arrivo della tua attività poetica e non solo. A sostenere l'idea di questo libro inusuale è inoltre un grandissimo amore per Piombino, tra bellezze paesaggistiche e storia, perché questo, oltre che un libro-testimonianza, è anche un prezioso omaggio ad una città che diventa anche il palcoscenico-simbolo di una proiezione verso la Speranza di una "terra riconquistata" come recita il titolo dell'ultima sezione. Metafora ne è piazza Bovio, a Piombino, "distesa sul mare come la prua di una nave", come ad invitare l'umanità intera ad un nuovo viaggio. Un abbraccio, Roberto, e grazie!"
Franca Alaimo, 10 giugno 2020
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La nave dei folli dal padiglione
         delle Agitate
ondeggia sul mare di erba,
di pini, s’infrange contro il muro
che divide il giardino dal mondo.

Il canto penetra per gli occhi neri
delle finestre, delle porte sbarrate
da reti di ferro, invade le sale
deserte, sfiora disegni di mostri,
figure procaci, incontra segni
di vita recente, cataste di letti,
di sedie, si sofferma in un angolo
con decori di qualche Natale fa.

“La nave dei folli”, I movimento
  Del II Tempo della “Sinfonia
  per San Salvi” –    







1 commento:

  1. La cosa che senz'altro mi ha maggiormente impressionata è la coralità della struttura, che coinvolge altri poeti, scrittori ed artisti viventi o già estinti, allo scopo di cucire insieme esperienze e opere di ogni tempo e luogo, per celebrare la fecondità inesauribile e senza confini della creatività umana, la qual cosa bene si accorda con l'idea che sta alla base del libro, trovando anche uno specchio nel disordine fecondo delle "erbacce" che seguono lo spirare del vento e le stagioni del tempo. Le erbacce potrebbero costituire, così a me sembra, la metafora più calzante di quelle creature umane, le quali, per essere disobbedienti alla norma, sono state emarginate e trattate, almeno fino a che non andò in vigore la legge Basaglia, come cose prive d'anima e sentimenti e, peggio che le cose stesse, derubate perfino del loro corpo.

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