E’
stata emozionante domenica 22 aprile, nella Giornata Mondiale della Terra,
la
conoscenza e la partecipazione a Palazzo Strozzi, nel centro di Firenze, al The Florence Experiment, nuovo progetto
dell’artista tedesco Carsten Höller e dello scienziato Stefano Mancuso.

Si
tratta di un esperimento che unisce arte e scienza e studia la sensibilità
delle piante, l’interazione tra piante ed esseri umani.
L’impatto
del visitatore con l’intervento è sorprendente, a iniziare dalla monumentalità
della struttura innalzata nel cortile del Palazzo, uno dei più bei palazzi
rinascimentali italiani, costruito su progetto di Benedetto da Maiano. E’ poi
incredibile la possibilità da parte del visitatore di provare l’ebbrezza
dell’esperimento lanciandosi nel ventre di un lunghissimo scivolo, di venti
metri.
Su questo versante, è immediato il collegamento al
recente “Manifesto del Terzo Paesaggio” di Gilles Clément, scienziato e
scrittore, dedicato alla vegetazione che cresce liberamente negli spazi
abbandonati dall’uomo.
I
pannelli presenti alla Mostra – aperta dal 19 aprile al 26 agosto 2018 - ci
informano che Carsten Höller è celebre per la sua riflessione tra arte, scienza
e tecnologia con installazioni che creano un forte coinvolgimento del
pubblico.
E’
utile richiamare due aspetti particolari del progetto, diviso in due parti. La
prima parte, com’è stato detto, comprende i grandi scivoli presenti nel
cortile: ogni settimana una parte dei visitatori, scelti in maniera casuale,
intraprende la discesa portando con sé una pianta di fagiolo. Dopo la discesa,
la pianta è consegnata a un team di scienziati che ne analizza i parametri foto
sintetici e le molecole emesse come reazione alla discesa.
La
seconda parte dell’esperimento, utilizza negli spazi della Strozzina, due sale
cinematografiche: in una sala sono proiettate scene di film horror (come il
“tremendo” Shining), nell’altra brani
di film comici (Paolo Villaggio, Alberto Sordi …) . “La paura o il divertimento
producono composti chimici volatili differenti” che, attraverso due condotti di
aspirazione, sono trasportati alle piante presenti sulla facciata del Palazzo. “Qui
potranno influenzare la crescita di piante di glicine rampicanti disposte su
strutture a forma di Y: su un braccio dell’Y viene rilasciata “l’aria della
paura”, sull’altro “l’aria del divertimento”.
Partecipando
all’esperimento domenica 22 aprile, il nostro pensiero è andato, com’è stato
detto, al “Manifesto del Terzo Paesaggio” e alla nostra poesia che ne
interpreta lo spirito, “ Cigli erbosi” (da: R. Mosi, “Navicello Etrusco. Per il
mare di Piombino”, Edizioni Il Foglio, pag. 49):
Cigli erbosi
Al
margine della città
i
cigli erbosi della strada
i
bordi dei campi dove nasce
un’erba
strana, senza nome
l’aiuola
dismessa, indecisa
sulla
sua natura,
indefinita
sul suo destino.
Zone
libere
zone
che sfuggono al nostro controllo,
meritano
rispetto per la loro verginità
per
la loro disposizione naturale all’indecisione.
La
diversità
trova
rifugio su il ciglio della strada
l’orlo
dei campi, un acquitrinio
o
un piccolo orto non più coltivato
un
piazzale invaso da erbacce
o
il margine di un’area industriale
laddove
non ci sia l’intervento dell’uomo.
Residui
dove nascono cose nuove,
idee
nuove, forze nuove. No.
Potrebbero
nascere
ma non è
detto che nascano.
Per
concludere , The Florence Experiment vale
un viaggio a Firenze, per il suo intento, pienamente riuscito, a nostro avviso,
“di proporre una riflessione sul rapporto tra esseri umani e piante, di creare
una nuova consapevolezza sul modo in cui l’uomo vede, conosce e interagisce con
un organismo vegetale, trasformando Palazzo Strozzi in uno spazio di
sperimentazione scientifica e artistica sulle capacità comunicative ed
emozionali di tutti gli esseri viventi “ (dal Documento illustrativo della
Mostra).
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