"Creative madness", Erasmo's aperitif at La Citè - The crazy video on "Flying exercises", Europa Edizioni
"Follia creativa", l'aperitivo di Erasmo a La Citè - Il folle video su "Esercizi di volo", Europa Edizioni
Link video "Esercizi di volo"
Ro
Roberto Mosi, “Esercizi di volo”, Europa Edizioni, 2016, pagg. 90, e. 13,90 - Alla Libreria Salvemini, piazza Salvemini 18, Firenze
“Quasi
quasi lo rileggo !”
Nota di lettura di Anna Maria Volpini
“Ho
letto con piacere “Esercizi di volo” del mio carissimo amico Roberto Mosi.
Mitico,
favoloso come nessun altro, ama il mare, (in particolare il golfo di Baratti),
Piombino, i miti, la fotografia, i non luoghi, ama organizzare mostre e
presentazioni, ma soprattutto ama la scrittura quella che salva la vita, perchè
scrivendo e riscrivendo riesce a tenere lontano le sue ossessioni!
Questo
libro è diviso in due parti ben riconoscibili che si alternano equamente:
quella dove l’autore illustra un percorso autobiografico con la sua analista
Alessandra, e che è scritto in prima persona, e l’altra dove un narratore
onnisciente, scrivendo in terza persona, parla dell’organizzazione di una festa
per esaltare “La Follia” che si dovrebbe svolgere nel mese di agosto nel
magnifico castello di Salorno che si arrocca sopra uno spuntone di roccia in
Trentino Alto Adige, provincia di Bolzano.
Non
si poteva scegliere un paesaggio diverso da questa valle meravigliosa, che
l’autore ben conosce, per ambientare tutta la storia, un paesaggio molto amato
che gode dell’ammirazione di ogni persona che ha la fortuna di capitare là per
un soggiorno più o meno lungo.
La
Follia, che “Rallegra con la sua divina potenza gli dei e gli uomini”, è la
protagonista assoluta, ma lo sono anche tutti i personaggi che girando come in
una giostra vorticosa danno vita ad eventi straordinari difficili da
descrivere, da collocare, da analizzare.
Una
delle più straordinarie invenzioni è quella di far avvenire gli eventi in una
stazione ferroviaria, non luogo per antonomasia, dove ci sono i lunghi
rettilinei di due binari, senza alcuno scambio, due semafori, un edificio con
la sala di attesa, l’ex casa del capostazione, un magazzino, un parcheggio, un
giardino.
In
questa stazione avverranno fatti sensazionali, delitti quasi irrisolti,
indagini della polizia che non si concludono, ricerche di una tigre ferita
curata e riportata a Monaco, luogo di fughe, via di salvezza.
La
stazione sarà la testimone diretta di tutte le riunioni e di tutte le decisioni
che verranno prese per organizzare la festa, degli arrivi e delle partenze dei
più strani e fantasiosi personaggi. Incombente sopra ogni cosa, la voce
dell’altoparlante che, con stancante monotonia, ripete l’invito di
“Allontanarsi dalla linea Gialla”. Il giallo non è un colore felice, il giallo
non dona, è premonitore di disgrazie.
I
personaggi protagonisti sono originalissimi e vengono evidenziati con un nome
proprio ma anche con un aggettivo coniato apposta, un creativo neologismo, che
li fa apparire subito agli occhi del lettore come se balzassero fuori da una
favola perché qui il favoloso è la componente più evidente.
Abbiamo
così “Cristoforo il vuotacantine, amante delle buone bottiglie di vino; Gioia,
la cercatricedistorie che registra e poi trascrive i fatti su un rosso
quaderno; il maestro Bussotti, direttoreartistico della festa; Einstein, lo
scienziatodeisognirelativi responsabile degli aspetti scientifici e tecnici;
Michelangelo da Peretola l’architettoasimmetrico, discendente dell’illustre
artista fiorentino; Greta la ferroviariannaffiarose che insieme alla sua gatta
Alice cura il giardino della stazione, scacciandone gli afidi.
Altri
personaggi, pur non essendo umani, non sono da meno perchè Martino il
semforodelbinariouno e Salvatore il semaforodelbinariodue parlano e
interagiscono tra di loro, con uomini e animali, con altri macchinari ed altri
oggetti perché qui l’immaginazione supera tutti i confini: il linguaggio, la
possibilità di dialogare e comunicare non è riservata agli esseri umani ma ad
animali e oggetti inanimati e tutti trovano questa facoltà per niente inusuale.
Una
trovata geniale che mi ha fatto tanta tenerezza, che mi ha commosso, come
sentirci uniti in un comune destino!
Ed
ecco la protagonista assoluta ”La follia” che con un salto temporale dal
sedicesimo secolo arriva fino ai nostri giorni per mettere alla berlina le
meschinità e le bassezze degli esseri umani: ma lo fa con ironia, lo fa per
suscitare il riso, essendo proprio lei il fondamento della nostra felicità.
Così
Erasmo e la sua compagna Norma, moderni saltimbanchi, si spostano di paese in
paese con il loro carrozzone e allestiscono sempre lo stesso spettacolo: fra rullare di tamburi,
declamazioni, colpi di scena riescono ad affascinare il pubblico che alla fine
entusiasta applaude perché ha capito il messaggio “per godersi la vita un
pizzico di follia non deve mancare.”
In
questo panorama Erasmo da Rotterdam viene affiancato da altri personaggi famosi
e Illustri per i loro folli comportamenti: Orlando Furioso e il Cavalier
Astolfo, don Chisciotte e Sancho Panza, ma anche Francois Rabelais che scrive
delle avventure del gigante Gargantua e di suo padre Pantagruel, fino ad
arrivare al poeta Dino Campana con i suoi Canti Orfici e il suo viaggio
chiamato amore.
Proseguendo
nella storia troviamo Maria Elisa. Ricca imprenditrice lucchese, presidente
della scuola della Creatività, avendo sentito della festa di Salorno decide di
partecipare a quell’evento. Per lei è importante accumulare ricchezza e per
questo sa far bene pubblicità a quello che si può vendere e commercializzare
dal momento che la follia travolge ogni resistenza dell’uomo consumatore.
Emblema di questo atteggiamento e della follia del futuro è l’uomo Windows,
dal cui corpo gigantesco si aprono
decine di finestre. Riusciremo a non essere travolti da tale malefica follia?
Come sarà il nostro futuro? Saremo sempre più alienati, depressi, violenti?
Ritroveremo l’amore per noi stessi e per gli altri?
Sono
domande senza risposta: Roberto ci suggerisce di riflettere perché il domani ce
lo prepariamo vivendo bene l’oggi.
Maria
Elisa purtroppo ha dei nemici e durante una riunione all’improvviso si spengono
le luci e tra grida mostruose viene barbaramente uccisa: un delitto difficile
da risolvere, una vittima della follia dell’odio. Gli assassini per il momento
sono fuggiti ma il commissario Renon riuscirà a scoprirli. La giustizia dovrà
trionfare e l’ordine sociale essere ristabilito.
I
giorni trascorrono in fretta, il mese di agosto si avvicina, i preparativi sono
studiati nei minimi particolari. Questo grande fermento non sfugge all’analista
Alessandra che consiglia al suo paziente di iscriversi ad una scuola di
scrittura perché metta sulla pagina le sue esperienze di vita.
Infatti
ogni volta che si incontrano, analista e paziente, esaminano fogli e fogli
pieni di meravigliosi racconti che pian piano prendono forma di romanzo.
Siamo
arrivati in fondo alla storia: la festa sta per iniziare. Giungono gli amici da
Francoforte, giungono anche quelli da Firenze: il traffico si ferma, il
pubblico si avvicina e alle prime ombre della sera inizia lo spettacolo.
Musiche,
proiezioni, effetti speciali: le immagini dei personaggi sfilano davanti agli
spettatori e la valle diventa una enorme Cappella Sistina piena di luci e di
colori, ma..
C’è
sempre un ma alla fine di ogni storia.
Uno
strano sibilo, un fruscio, una scintilla, un corto circuito e l’incendio
divampa. Lingue di fuoco sempre più violente distruggendo ogni cosa riducono in cenere il castello.
In
un fuggi fuggi generale le persone con l’aiuto dei pompieri a stento si mettono
in salvo.
All’alba
da un rudere annerito si alza ancora un filo di fumo: la follia si ribella e
brucia chi si avvicina al suo mondo.
L’analista
e il paziente si salutano: lui adesso è guarito e può camminare con le sue
gambe.
Io
personalmente non sono sicura: che la follia alberghi ancora nella mente del
mio carissimo amico Roberto?
Nel
finale si racconta che un giovane dai ruderi del castello incenerito ha
lanciato un pacco di fogli: poi legandosi alle braccia due ali di tela si è
gettato dagli spalti come se volesse volare.
Ahhhh:
ho capito: è proprio Roberto che non vuole smetterla di fare i suoi esercizi di
volo!
Comunque
a questo finale non credo: ogni cosa è andata a buon fine, il romanzo è qui
aperto sulle mie mani e l’ho piacevolmente letto tutto d’un fiato.
Quasi
quasi lo rileggo!”
Anna
Maria Volpini
Present. “Esercizi di volo” Libreriacafè LaCitè, 21 aprile, 18.30
RispondiEliminaPartecipanto Roberto, Giulia, Renato.
Enrico disegna, in particolare, la Festa della Follia, con i suoi personaggi
- Giulia, legge pag.11: Da “Un giorno” a “un gabbiano anch’io”.
- Renato, pag.11: Da “Mi attraggono “ a “ immaginazione”
- Roberto, pag. 11 “Alessandra” … e illustrazione; sottolineatura che il protagonista del libro è la Follia, il Furore Creativo, l’ Elogio della Follia
- Renato, pag.29, “Dalla strada sommersa” a pag. 30, alla fine del capitolo
- Giulia, pag 31, dall’inizio del capitolo “a le mie lodi”. Legge a pag. 32 e 33 i capitoli riportati in corsivo
- Roberto interviene sulla Follia. “Solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambiano davvero!” (Eistein). “La Follia stigmatizzata per secoli, schiacciata dalla primazia della Ragione (Cogito ergo sum), ha ispirato i più grandi artisti, pittori, musicisti (Ariosto, Munch, Rabelais, Brueghel,…) . “Folle?. Sicuramente! Potete voi concepire un’arte che non sia folle) (J. Dubuffet). Ma la Follia è solo uno stato di ALIENAZIONE MENTALE oppure è l’altra faccia del FURORE CREATIVO? (Vedi Cappella Sistina). Esiste un confine tra NORMALITA’ e FOLLIA? Alle prese con “Esercizi di volo” simbolici e non, il protagonista in cura da un’analista , Alessandra, scopre nella scrittura il potere curativo della sua ossessione.
- Renato, pag. 28, L’incontro, da “Il maestro Bussotti” a “esperienze particolari”
- Roberto illustra i personaggi “folli” che saranno presenti alla “Festa della Follia”
- Giulia, legge riguardo a Orlando, pagg. 51 e 52, da “Mentre si avviano” a “per boschi e riviere.”
- Roberto narra la storia della tigre ferita
-Renato , pag. 63-64 (Commissario Renon) da “E’ appena arrivato” a “esultante del commissario”.
- Roberto riprende il filo della storia
- Giulia , legge, come Alessandra, pag. 74.
- “La festa della Follia”, da 82 a 85, a tre voci, Roberto , Giulia, Renato. Lettura in maniera “folle”, esagitata, rubandoci la parola (da provare).
- Roberto accenna alle conclusioni a sorpresa e pone delle domande. Il libro alza il velo sull’ipocrisia di una razionalità solo apparente, e si avventura tra le ombre della Ragione, per riscattare la libertà di una rotta senza bussola.