venerdì 3 febbraio 2012

Maria Pia Moschini per "L'invasione"


"Il Gigante della Valle dell'Inferno" - Foto R. Mosi
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"I racconti poetici di Roberto Mosi, racchiusi nel bel libro “L’invasione degli storni”, appaiono come un diario di viaggio , una ricerca attenta di luoghi dell’anima che appaiono come non luoghi tanto si dissolvono e si concentrano, proprio come gli storni sui cieli delle nostre città, una visitazione dell’eterno presente che fa coincidere vita e morte, in un unico grande volo.

La natura si fa leggere attraverso i dettagli, si rivela in figure simboliche : la cornacchia, gli storni stessi…volatili intelligenti, abitatori di quei campi morfici che lo scienziato Rupert Sheldrake considera modificatori della nostra mente per quella forma di telepatia che si viene a instaurare fra animali e uomo, ma si pensa anche fra natura e oggetti, e che dà origine alla mente estesa. Un dialogo infinito, un mezzo di comunicazione universale che collega il visibile con l’invisibile.
La citazione di Casetta di Tiara, insediamento umano antichissimo nel cuore dell’Appennino Tosco Emiliano, dove ancora si parla il “casettino”, un linguaggio antichissimo, appare ad un lettore ignaro come una metafora del poeta, racchiuso nel suo idioma. In questi racconti, Gabriella è avvolta dal non vissuto, la sua vita di un solo giorno racchiude tutte le ere del mondo , il possibilismo radioso dell’infinito esistere che diviene aureola, lampada votiva .
La malattia del poeta penetra invece nei contenuti poetici con immagini definite, esatte: le chiome dei pini ondeggiano oltre i vetri della finestra e l’Ospedale prende il volo, si dilata, conduce nell’Oltre. Il Cinema invece sposta i racconti nel buio di una sala popolata di fantasmi. Gli attori di un tempo dialogano con il poeta, compagni di viaggio senza tempo che si librano in un clima magico e rappresentano la vita nelle sue dimensioni polimorfiche. Il testo teatrale finale è un dialogo ironico e vivace che riassume le tematiche del libro e fa riferimento a luoghi “certi”, dove un abitante di Firenze può specchiarsi.

E’questo libro un volteggiar di storni, un passaggio da una configurazione all’altra in modo veloce e sintetico. Rimangono negli occhi immagini naturalistiche bellissime, fortemente evocative, un libro interessante e composito che appare come uno scrigno prezioso e ricco di suggestioni per un lettore attento che ami la condivisione."


Maria Pia Moschini, Redattrice della Rivista Area di Broca di Mariella Bettarini e Gabriella Maleti
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