Αἰσχύλος - Eschilo
ΠΡΟΜΗΘΕΥΣ ΔΕΣΜΩΤΗΣ
- PROMETEO INCATENATO
Πρ. ... τἀν βροτοῖς δὲ
πήματα
442 vv
ἀκούσαθ', ὥς σφας νηπίους ὄντας τὸ πρὶν
ἔννους ἔθηκα καὶ φρενῶν ἐπηβόλους.
λέξω δὲ μέμφιν οὔτιν' ἀνθρώποις ἔχων,
ἀλλ'ὧν δέδωκ'εὔνοιαν ἐξηγούμενος·
Sentite
invece che dolori in mezzo ai viventi, creature puerili a quei tempi. Io li
formai: riflessivi, sovrani del loro intelletto. Narrerò, non a umiliare gli
esseri umani ma a svelare fino in fondo l’affetto che mi dettava quei doni.
οἳ πρῶτα μὲν βλέποντες ἔβλεπον μάτην,
447 vv
κλύοντες οὐκ ἤκουον, ἀλλ'ὀνειράτων
ἀλίγκιοι μορφαῖσι τὸν μακρὸν βίον
ἔφυρον εἰκῆι πάντα, κοὔτε πλινθυφεῖς
δόμους προσείλους ἦισαν, ...
Anche
prima di me guardavano ed era cieco guardare; udivano suoni e non era sentire;
li vedevi erano forme di sogni, la vita un esistere lento, un impasto opaco
senza disegno; non sapevano case - trame di cotti mattoni - inondate di sole.
... ἀλλ'ἄτερ γνώνης τό πᾶν 456 vv
ἔπρασσον, ἔστε δή σφιν ἀντολὰς ἐγὼ
ἄστρων ἔδειξα τάς τε δυσκρίτους δύσεις.
καὶ μὴν ἀριθμόν, ἔξοχον σοφισμάτων,
ἐξηῦρον αὐτοῖς, γραμμάτων τε συνθέσεις,
μνήμην ἁπάντων, μουσομήτορ ἐργάνην·
Era tutto un
darsi da fare senza lume di mente. Finché io insegnai le aurore e i tramonti
nella volta stellata: un problema saperli! Fu mia - e a loro bene – l’idea del
calcolo, primizia d’ingegno e fu mio il sistema dei segni tracciati, Memoria
del mondo, fertile madre delle Muse.
(Traduzione Ezio Savino)
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Eschilo di Eleusi
------------------------- =
mito della scienza
Prometeo
Incontro Prometeo
e il tempo del mito
nei versi scolpiti da Eschilo.
Il dio, ladro del fuoco, incatenato
da Efesto con nodi d’acciaio,
caviglie e polsi alla roccia
rabbiosa
di gelo, nella Scizia all’orlo
del mondo
dove terra e cielo
s’incontrano.
La sua colpa, ha carpito agli
dei
la fiamma radice di vita,
d’industrie.
Eschilo canta la generosità
di Prometeo, fonte di tutte
le scienze per i viventi. Fu
suo,
per il bene degli uomini, il
dono
del calcolo, primizia
d’ingegno,
e l’insieme dei segni
tracciati.
Avverto nell’aria l’eco della
musica di Beethoven.
Giacomo Leopardi
--------------------------- =
speranza nella scienza
Prometeo
Incontro
Prometeo
e il tempo del mio ieri
nella
città sull’Arno bagnata
dall’arte
e dalla scienza.
Nell’aria
ancora la fama
di
Fibonacci e Galileo,
il
vanto della prima macchina
di
calcolo automatica italiana.
Fra le
meraviglie del quotidiano,
l’aerea
architettura di Buscheto,
di
Rainaldo e degli altri maestri,
il
suono della poesia “A Silvia”,
della
musica di Giacomo Puccini.
Seguace
di Prometeo, ladro
del fuoco,
cammino per via
Santa
Maria, nelle mani cento
e cento
schede perforate
da
affidare al dio del calcolo,
l’IBM
7090.
Una
notte di lavoro fra sibili
di
nastri e dischi magnetici,
al
mattino i risultati scolpiti
su
fasci infiniti di tabulati.
Sono
accolto alla tavola
della
scienza: cibi divini
dal
sapore della speranza.
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Jorie
Graham
-------------------- =
angoscia per la scienza
Prometeo
Incontro
Prometeo
e il tempo dell’oggi
a Silicon
Valley.
Sfoglio le
pagine, industrie
di successo,
sfide della scienza.
Mi sorprende
il cigolio di latta
dei Robot,
escono dagli schermi
camminano
sull’acciottolato
della via.
Calcolatori nella pancia,
motori,
attuatori – mani, gambe,
ruote – per
occhi, monitor rossi.
Musica, David
Bowie, Ziggy Stardust.
Poesia, Jorie
Graham, Fast.
Il dio, ladro del fuoco, modella
l’Intelligenza
Artificiale, crea
macchine che
apprendono
che decidono,
immaginano,
rubano le
nostre identità,
coniuga
algoritmi opachi di luce,
pericolosi per
il convivere civile.
Il logos si è
fatto macchina,
lo spirito
soffia sul non vivente.
L’arte disegna
le figure dell’angoscia.
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