venerdì 27 marzo 2020

La poesia per il lavoro che verrà - La Mostra, curatrice Silvia Ranzi, "Arti e Mestieri nella Bibbia", rinviata - "I progetti vivono, non tramontano"


La poesia per il lavoro che verrà

Giorni difficili, surreali - come dicevamo la volta precedente nella rubrica di Literary con l’intervento “I progetti vivono, non tramontano” - quelli che stiamo incontrando in questo periodo di epidemia, nel quale siamo presi dall’angoscia, con il nostro pensiero vicino alle persone colpite e ai cittadini impegnati, per il loro lavoro, a combattere i morsi del virus. In questo spazio di tempo sospeso, un versante particolare, degno di attenzione, è quello dei progetti e delle manifestazioni culturali, nelle diverse declinazioni espressive, già programmate che sono state bloccate e rinviate a un futuro lontano, indefinito.



Fra i progetti in corso di realizzazione, sospesi al momento, la mostra collettiva di pittura, scultura, fotografia “Arti e mestieri nella Bibbia” dedicata al valore e alla dignità del lavoro, ieri e oggi, promossa da ANLA (Associazione Nazionale Lavoratori Anziani), sezione della Toscana, nell’ambito del programma “Il Sacro nell’Arte”, giunto alla XVII edizione. L’iniziativa si svolge tradizionalmente nel Chiostro Grande del Convento della SS. Annunziata.

Gli appuntamenti erano fissati per l’ultima settimana del mese di marzo. Sono ventuno gli artisti che avevano annunciato la loro partecipazione, tredici i poeti che con la lettura  di loro testi avrebbero dato vita a un incontro sul tema della dignità dell’uomo e del lavoro, presentati dai critici letterari Annalisa Macchia e Giuseppe Baldassarre dell’associazione Pianeta-Poesia. 


In questi giorni più volte mi sono collegato con la curatrice della mostra, Silvia Ranzi, critico d’arte, che ha posto in rilievo i felici risultati raggiunti nel percorso di preparazione dell’esposizione; ora l’associazione ANLA si ripromette di inaugurarla nei prossimi mesi, dopo che sarà stata superata la difficile situazione di oggi. 

Da parte mia partecipo all’iniziativa con un progetto legato al libro di poesie “La vita fa rumore”, pubblicato nel 2014 dalle edizioni Teseo al quale si è aggiunto oggi l’ebook “La vita fa rumore. Noi viviamo di lavoro”, liberamente accessibile (indirizzo: https://poesia3002.blogspot.com/2020/03/e-book-la-vita-fa-rumore-di-roberto-mosi.html), con la prefazione di Giuseppe Panella e i disegni di Enrico Guerrini.
Nella prefazione alle due pubblicazioni, il compianto, amico Giuseppe Panella scriveva in maniera incisiva:

“Il punto di partenza di quest’ultimo progetto poetico di Roberto Mosi è legato a un fatto di cronaca che assume nei suoi versi una no­tevole importanza: la manifestazione avvenuta nel luglio del 2013 a Firenze in seguito a un’ordinanza che imponeva la chiusura alle ore ventidue dei locali della popolare Libreria Café de la Cité dove, inve­ce, eventi culturali e attività musicali a essi connesse duravano fino a tarda ora, tra la rabbia e lo sconcerto degli abitanti del quartiere. 


Il corteo che richiedeva il ripristino degli orari precedenti si era sno­dato, pur nell’afa estiva, pacifico ma molto colorito e vivacemente scandito dagli slogan gridati con forza e determinazione dai parte­cipanti alla lotta:

«Oggi si spalanca la porta:
si va in corteo, si parla
dell’essere alla città dell’avere.

Rabbia, lavoro che muore
sepolto il progetto di anni
oltre il senso comune.


Sul sagrato del Carmine
s’inchiodano cartelli
nell’afa di luglio:

“No alla città vetrina”
“La noia è normalità”
“Adotta un libraio”»

Il rumore prodotto dalla vita è esibito quale conferma del suo non conformismo e della sua progettualità, l’idea di un ritorno alla nor­malità dopo la dimostrazione che qualcosa di nuovo e di originale poteva essere perseguito scatena la rabbia di chi pensava che alme­no qualche spazio di libertà sarebbe stato lasciato aperto per l’in­venzione e la gioia di vivere da parte di chi vuole ridurre tutto a noia e a normalità, a consumo e a esibizione di un’esistenza fasul­la e legata esclusivamente all’avere. Ma non è una pura questione di rumore quella sollevata da Roberto Mosi: la posta in gioco è più alta ed è legata al problema del lavoro, della sua potenza, della sua mancanza”.


 Ho quindi preparato per la mostra “Arti e mestieri nella Bibbia”, un grande pannello di fotografie, ripartito in quattro quadranti, che riportano immagini sulla storia e l’attualità del lavoro. Al centro del pannello, naturalmente, la copertina del libro che mostra una manifestazione di lavoratori della Libreria Cafè La Cité con un giovane che solleva il cartello “La vita fa rumore”. Da una parte poi della copertina del libro, le foto con il lavoro degli immigrati, da un’altra le manifestazioni per riaffermare la dignità del lavoratore, ancora i canti del lavoro e i lavori difficili, precari.



Speriamo che presto si possano vedere queste immagini nella mostra che si terrà in tempi “felici” nel Chiostro Grande della SS. Annunziata e che le composizioni poetiche del libro “La vita fa rumore. Noi viviamo di lavoro”, possano essere lette in una serata di musica e poesia, insieme agli altri amici poeti.





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