La
poesia per il lavoro che verrà
Giorni
difficili, surreali - come dicevamo la volta precedente nella rubrica di
Literary con l’intervento “I progetti vivono, non tramontano” - quelli che
stiamo incontrando in questo periodo di epidemia, nel quale siamo presi
dall’angoscia, con il nostro pensiero vicino alle persone colpite e ai
cittadini impegnati, per il loro lavoro, a combattere i morsi del virus. In
questo spazio di tempo sospeso, un versante particolare, degno di attenzione, è
quello dei progetti e delle manifestazioni culturali, nelle diverse declinazioni
espressive, già programmate che sono state bloccate e rinviate a un futuro lontano,
indefinito.
Fra
i progetti in corso di realizzazione, sospesi al momento, la mostra collettiva
di pittura, scultura, fotografia “Arti e mestieri nella Bibbia” dedicata al
valore e alla dignità del lavoro, ieri e oggi, promossa da ANLA (Associazione
Nazionale Lavoratori Anziani), sezione della Toscana, nell’ambito del programma
“Il Sacro nell’Arte”, giunto alla XVII edizione. L’iniziativa si svolge
tradizionalmente nel Chiostro Grande del Convento della SS. Annunziata.
Gli
appuntamenti erano fissati per l’ultima settimana del mese di marzo. Sono ventuno
gli artisti che avevano annunciato la loro partecipazione, tredici i poeti che
con la lettura di loro testi
avrebbero dato vita a un incontro sul tema della dignità dell’uomo e del
lavoro, presentati dai critici letterari Annalisa Macchia e Giuseppe Baldassarre
dell’associazione Pianeta-Poesia.
In
questi giorni più volte mi sono collegato con la curatrice della mostra, Silvia
Ranzi, critico d’arte, che ha posto in rilievo i felici risultati raggiunti nel
percorso di preparazione dell’esposizione; ora l’associazione ANLA si
ripromette di inaugurarla nei prossimi mesi, dopo che sarà stata superata la
difficile situazione di oggi.
Da
parte mia partecipo all’iniziativa con un progetto legato al libro di poesie
“La vita fa rumore”, pubblicato nel 2014 dalle edizioni Teseo al quale si è
aggiunto oggi l’ebook “La vita fa rumore. Noi viviamo di lavoro”, liberamente accessibile (indirizzo: https://poesia3002.blogspot.com/2020/03/e-book-la-vita-fa-rumore-di-roberto-mosi.html),
con la prefazione di Giuseppe Panella e i disegni di Enrico Guerrini.
Nella
prefazione alle due pubblicazioni, il compianto, amico Giuseppe Panella
scriveva in maniera incisiva:
“Il
punto di partenza di quest’ultimo progetto poetico di Roberto Mosi è legato a
un fatto di cronaca che assume nei suoi versi una notevole importanza: la
manifestazione avvenuta nel luglio del 2013 a Firenze in seguito a un’ordinanza
che imponeva la chiusura alle ore ventidue dei locali della popolare Libreria
Café de la Cité dove, invece, eventi culturali e attività musicali a essi
connesse duravano fino a tarda ora, tra la rabbia e lo sconcerto degli abitanti
del quartiere.
Il
corteo che richiedeva il ripristino degli orari precedenti si era snodato, pur
nell’afa estiva, pacifico ma molto colorito e vivacemente scandito dagli slogan
gridati con forza e determinazione dai partecipanti alla lotta:
«Oggi
si spalanca la porta:
si
va in corteo, si parla
dell’essere
alla città dell’avere.
Rabbia,
lavoro che muore
sepolto
il progetto di anni
oltre
il senso comune.
Sul
sagrato del Carmine
s’inchiodano
cartelli
nell’afa
di luglio:
“No
alla città vetrina”
“La
noia è normalità”
“Adotta
un libraio”»
Il
rumore prodotto dalla vita è esibito quale conferma del suo non conformismo e
della sua progettualità, l’idea di un ritorno alla normalità dopo la dimostrazione
che qualcosa di nuovo e di originale poteva essere perseguito scatena la rabbia
di chi pensava che almeno qualche spazio di libertà sarebbe stato lasciato
aperto per l’invenzione e la gioia di vivere da parte di chi vuole ridurre
tutto a noia e a normalità, a consumo e a esibizione di un’esistenza fasulla e
legata esclusivamente all’avere. Ma non è una pura questione di rumore quella
sollevata da Roberto Mosi: la posta in gioco è più alta ed è legata al problema
del lavoro, della sua potenza, della sua mancanza”.
Speriamo
che presto si possano vedere queste immagini nella mostra che si terrà in tempi
“felici” nel Chiostro Grande della SS. Annunziata e che le composizioni
poetiche del libro “La vita fa rumore. Noi viviamo di lavoro”, possano essere
lette in una serata di musica e poesia, insieme agli altri amici poeti.
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