mercoledì 23 ottobre 2019

Officina Proust - Marcel Proust e la cucina di Françoise - Wunderkammer

10 luglio 2011

140 anni  dalla nascita di Marcel Proust

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Roberto Mosi, pag 26

Wunderkammer 

Cucina avamposto
della casa dei Proust,
dalla tavola di marmo
decollano i piatti guarniti
serviti al ricevimento
in una nuvola di commenti,
l’eco delle voci
raggiunge la porta.

Cucina porto di sbarco,
la borsa della spesa
arriva da Les Halles
alla tavola di marmo,
freschezza del rombo
primizie della stagione,
scelte da Michelangelo
tra i marmi di Carrara.

Cucina impero
di Françoise, ordini alle forze
della natura arrivate in aiuto,
dirige l’orchestra
dei servitori,
accoglie solenne
i complimenti dell’Ambasciatore
per l’arrosto di bue
deposto su cristalli di gelatina.





Cucina miraggio
per la memoria della gola,
il sapore della lettura
mischiata al gusto dei sapori,
i lamponi del Signor Swann
la torta alle mandorle
la crema al cioccolato
l’impasto per la petite madeleine.



Cucina caleidoscopio
abitata dalla curiosità di Marcel
per l’arte di Françoise
per il manzo alla moda,
per il sapore inebriante del sugo
dopo tre ore di cottura,
ricco di bocconcini di carne:
le storie dei suoi personaggi.





Cucina crocevia
per i ricordi della mia cucina,
ventre della vita intorno
alla tavola di marmo,
abitata da storie e novelle,
da ospiti, piatti, tinozze per il bagno,
dalla mano del nonno
che protegge dagli spigoli.



Cucina museo,
al centro della fotografia
la trama lucida del marmo,
ai lati la dispensa
l’occhio spento dei fornelli
l’acquaio muto per sempre,
alle pareti lo scaldaletto
scaldavivande di rame
ombre della vita passata.






Cucina attesa
per la veglia di Céleste,
seduta alla tavola di marmo
in compagnia dei personaggi,
degli incontri di Marcel.
Il campanello dalla camera:
“Adesso glielo dico: stanotte
ho messo la parola fine”.
Grazie, Céleste Albaret.







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