venerdì 2 novembre 2018

Dieci anni di mostre,per Firenze



Una Mostra lunga dieci anni. Per Firenze

Il pannello con nove riquadri presenta il percorso di lavoro svolto negli anni passati, fra fotografia e poesia, una ricerca costante che recentemente è stata illustrata nell’articolo pubblicato dalla rivista Testimonianze con il titolo “L’intigrante relazione fra poesia e fotografia (pagg. 167-174 del n. 518-519 /2018, dedicato al tema “Con gli occhi dei poeti”). Le immagini riportate nel pannello sono riprese dai manifesti di alcune delle mostre svolte presso biblioteche e sale di esposizione.

Questo percorso di ricerca è stato illustrato davanti ad un pubblico di amici, il primo novembre, presso la Sala delle conferenze di via Ghibellina 2, nell’area delle Murate: un lavoro di dieci anni, dedicato a riprendere, con sensibilità sociale e poetica, le immagini fotografiche della città che più suscitano emozioni, secondo un criterio circolare, dalle colline alla periferia, al corso dell’Arno, al Centro e alle vie della moda, ai vicoli dispersi in una rete di labirinti. 

L’autore ha avuto la preoccupazione di documentare i diversi passaggi del suo impegno e nel corso dell’incontro ha potuto proiettare fotografie e video che raccolgono i risultati del percorso svolto, diviso in varie tappe (o progetti) dai “nonluoghi”, a Firenze “città-mito”, all’ “altra Florentia”, la città della speranza. La documentazione raccolta è a disposizione del pubblico dei social network, in particolare:
1- I documenti pubblicati da “Literary”, per l’autore Roberto Mosi, alla voce “Occhio all’autore” (www.literary.it)
2- L’e-Book “Firenze, foto grafie” (indirizzo: http://www.larecherche.it/librolibero_ebook.asp?Id=183)
4- Il Catalogo di “Pittopoesia” realizzato con il contributo del pittore Enrico Guerrini (indirizzo: http://www.robertomosi.it/2017/05/pittopoesia-catalogo-guerrini-mosi/)


Alcune delle scansioni temporali delle mostre: “NONLUOGHI” (2009), “FLORENTIA” (2010), “ITINERA” (2011), “MITH IN FLORENCE” (2012), “FIRENZE RIFLESSA” (2013), “FIRENZE, CALPESTATA” (2014), “FIRENZE DIETRO LA FACCIATA” (2015), “TRACCE” (2016, dedicata ai cantieri urbani per la tramvia).

         Uno dei campi di ricerca: quello dei non luoghi, la parola coniata da Marc Augè per gli spazi attraversati da folle d’individui, dove non si costruisce identità. Nelle fotografie dell’autore, questi luoghi acquistano un tratto personale, vi è la capacità della fotografia di “trasformare anche i soggetti più inconsistenti in un unico immaginativo di grande importanza”. L’attenzione dell’autore per Firenze spazia dalla cultura rinascimentale al ruolo d’icona odierna del turismo, grazie al glamour scintillante della moda e delle griffes internazionali al cospetto delle antiche vestigia. 

         Fra le mostre, l’autore si è soffermato in particolare su FIRENZE CALPESTATA: la Mostra richiama l’attenzione sulla città e la conservazione delle sue molteplici fisionomie storiche, silenti sotto il calpestio inconsapevole dei passanti, come la significativa lapide in Piazza della Signoria, dedicata al luogo in cui - il 23 maggio 1498 - fu condannato al rogo per eresia il monaco domenicano Girolamo Savonarola. Nella scoperta delle sedimentazioni storiche Roberto Mosi offre una campionatura di rapide inquadrature fotografiche di figure, sorprese in inediti scorci dal basso, nella dinamica degli arti inferiori, nell’azione del camminare, correre, stazionare. Il fatto storico evocato diviene il monito performativo attualizzato attorno al quale ruotano una galleria di persone/personaggi: il/la turista, i figuranti (il capitano del Popolo/i soldati), il maratoneta, i podisti, la studentessa,  la ragazza dai tacchi alti, la posa spensierata di una ballerina, i vigili urbani, l’operatore ecologico, l’operaio, le zampe di un  cane, la carrozza trainata dai cavalli, per disegnare sulla mappa cittadina la vita brulicante dell’oggi, che vive, si agita, attende, lavora e spera nei cambiamenti. E’ in gioco la vitalità segreta di un patrimonio storico continuamente da riscoprire ed apprezzare per arginare l’anestesia liquida della dimenticanza, nel rischio dell’eterno presente. Una collezione di opere fotografiche che fa dello scatto digitale un’idea-immagine, un “dispositivo di senso” individuale e collettivo” .

        Secondo la tradizione curata dall’autore, alle immagini fotografiche è legata una poesia:


                            Eterno Presente

Evaporano figure fissate al selciato
inquadrature sorprese dal basso
dinamiche degli arti inferiori,
camminare stazionare correre.
L’aria conosce il fumo del rogo.


Emerge dalla lapide il Frate
pantaloni neri a pois
incontra nella piazza figure felici.
Inizia un passo di danza la ragazza
scarpe rosa incrociate,
trascende in un giro di valzer
la coppia dei vigili urbani,
gioisce la diva su altissimi tacchi
e la star d’altri tempi.
Il Capitano del Popolo osserva
il ritorno di una gloriosa stagione,
assiste di lontano il carabiniere
incorniciato dal sole.
L’alano fiuta gli odori
che si spargono nell’aria.


Si muove il corteo per San Marco
preceduto dallo spazzino
risuona il passo cadenzato dei fanti,
via Vacchereccia via Larga.
Avanza la carrozza
fra ali festose di folla,
si scatena la corsa del popolo
per essere fra i primi ad ascoltare la parola.
Salutano l’arrivo scarpe rosse
macchiate di violenza.


Ho il sogno di vedervi rinsavire
ho il sogno di vedervi
spalancare porte e finestre.
Gettate la zavorra delle vostre sceneggiate
bruciate la vostra chincaglieria.
Basta credersi migliori
se si hanno cose
e zero senso dell’essere. *

La lapide rimane al centro
calpestata dal passo di un’ombra.
Pantaloni neri a pois.

                                        R. M.
* Da Indignati. Prediche di Savonarola, a cura di S. Massini, Ed. Piagge, Firenze 2012.  






























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