“CONCERTO PER FLORA” all’Estate
Eclettica di Bivigliano-Firenze
Sabato 28 giugno si è tenuto
nell’ambito del Festival “Estate Eclettica” di Bivigliano, davanti a un
numeroso pubblico, lo spettacolo :
“Flora , Venere e Tosca” dalla Raccolta poetica di Roberto Mosi “Concerto”, ed. Gazebo. I disegni erano di
Enrico Guerrini; le voci dello stesso Roberto Mosi e di Giulia Capone Braga. Il
testo è risultato composito per la struttura polifonica del verseggiare che si avvale di tempi
stagionali metaforici nell’alternanza di ritmi interni tra vita attiva e contemplativa.
Le strofe sono accorpate per temi nel pentagramma del vivere. L’andamento ora
allegro, ora meditativo si impenna nella
riproposizione della bellezza come ideale che si incarna nelle Arti figurative
di un glorioso passato da ammirare: la Firenze Medicea in cui il Neoplatonismo,
filtrato da Marsilio Ficino, trovava il suo corrispettivo allegorico nell’Arte
del Botticelli:
l’arte fecondi / la
sterilità dei tempi… inseguendo / le esili tracce dell’utopia. --
Oggi c’è bisogno/ di bellezza, di simboli / sereni del bello.
Il CONCERTO PER
FLORA è dedicato alla figura mitica della Ninfa Flora che richiama l’antico appellativo della città di
Firenze, “Florentia”, cantata attraverso una serie di liriche coreograficamente
concepite che ruotano attorno ai noti capolavori “la Primavera” e “ La nascita
Di Venere”, rifacendosi alle tesi di Cristina
Acidini Luchinat - “Botticelli. Allegorie mitologiche”, Electa, 2001 - che
mette in campo una chiave di lettura storica sul piano iconologico.
Le figure allungate e flessuose - Venere dea dell’Amore casto e
generatore vicino ad un cespuglio di mirto a lei sacro; Cupido che scocca una freccia verso le tre Grazie ( le facoltà
spirituali dell’humanitas); Zefiro,
il vento che introduce la primavera, rapisce la ninfa Clori dalla cui bocca
fuoriescono tralci di fiori; Flora,
personificazione di Firenze, divinità giovane e feconda protettrice dei lavori
agricoli e della fertilità femminile, prende fiori dal lembo della veste sul
suo grembo - si muovono al passo di una danza che si staglia in un hortus
conclusus: spazio ideale, dove tutto è armonia di forme e sentimenti.
La stessa“ Nascita di
Venere “ su una conchiglia dalla spuma del mare è simbolo dell’Amore divino riservato
agli spiriti eletti, simbolo della purezza e dello splendore dell’anima per
cui i due Zefiri ( figure intrecciate
nella coppa Farnese) la sospingono verso terra dove l’attende Flora, Firenze,
per coprirla con un ricco manto:
Rinnoverà alla felice/ terra di Toscana/ i
doni dell’amore
Dall’itinerario
rinascimentale i frammenti lirici si ricollegano a tempi più recenti per
ritrovare e tessere / il filo della memoria/ nelle parole rimembranti del poeta:
Il suono della poesia. / Shelley
alla Fonte del Narciso,/ i Futuristi alle Giubbe Rosse, Montale all’antico
Istituto,/ Campana a S.Salvi. Dante per ogni dove./
Lo stesso omaggio alle “Tredici tempere su tela” di Vinicio Berti,
(artista esponente dell’ Astrattismo classico fiorentino anni Sessanta ),
donate alla storica Società di Mutuo Soccorso di Peretola ed esposte nella Casa
del Popolo a Firenze - II° tempo del Concerto per Flora, denominato “Tesori”- si inarca nel Mito odierno del
travaglio storico del dopoguerra.
Longarine e ganasce,
/tavole di cantiere/ si spingono in alto. Lo slancio della cupola,/ delle idee
in fermento/ per la nuova società. … nel segno di una auspicata Primavera di ideali.
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