La
principessa Elisa Baciocchi
In scena la Passione, il Potere
In scena la Passione, il Potere
a cura di Roberto Mosi
Da Elisa Baciocchi
e il fratello Napoleone di R. Mosi, Ed. Il Foglio
Una vita da principessa
Elisa Baciocchi fu la sorella maggiore di Napoleone
Bonaparte, nata ad Ajaccio nel 1777. Il 18 marzo 1805 Napoleone annunziò
davanti al Senato francese che aveva concesso lo stato di Piombino alla
principessa imperiale Elisa e al marito, principe Felice Baciocchi. La concessione
di Piombino fu la prima con la quale l’Imperatore affidava il governo di uno
stato a un membro della sua famiglia; il principato di Lucca fu assegnato ai
Baciocchi tre mesi dopo. Successivamente furono assegnati Massa e Carrara. Nel
1809 fu conferito ad Elisa il titolo di Granduchessa di Toscana. Nel 1814, con il rovesciarsi della fortuna del fratello
in Europa e in Francia, la principessa Elisa lascia Firenze per rifugiarsi a
Lucca. E’ poi costretta ad abbandonare anche questa città e la Toscana. Le resta
solo il titolo di contessa di Compignano. E’ costretta dai governi alleati ad
andare in Moravia, come internata, dove passa un inverno di freddo e di
ristrettezze. Ci va con la figlia Napoleona. Successivamente Metternich, capo,
del governo austriaco, l’autorizza a trasferirsi a Trieste. Nel 1816 fa
costruire a Villa Vicentina una villa dove vive anni sereni, circondata da una
sorte di corte francese. Muore nel 1820 all’età di 43 anni, per una forte
febbre che sopraggiunge dopo che ha fatto il bagno nell’ “acqua minerale” di
una palude vicino a Monfalcone.
Il teatro tra
finzione e realtà
Scena I Elisa. l’amore per il teatro
Scena II L’amore
Scena III Elisa sovrana di Lucca, Piombino e Carrara
Scena IV Elisa donna d’azione
Scena V Le
arti
Scena VI
L’entusiasmo dei Pisani per Elisa
Scena VI I La
contessa d’Albany, Lungarni di Firenze
Scena VIII Napoleona Bonaparte parla della fuga della
madre Elisa da Lucca
Scena IXI Finale
Scena I
Elisa, la passione per il teatro
Voce guida
“Elisa amava,
aveva una vera passione per il teatro”
Elisa recita Fedra di Racine
Phèdre – Atto I, vv. 273 – 279
Je
le vis, je rougit, je pâlis à sa vue;
Un
trouble s’éleva, dans mon âme éperdue;
Mes
yeux ne voyaient plus, je ne pouvais parler;
Je
sentis tout mon corps et transir et brûler;
Je
reconnus Vénus et ses feux redoutables,
D’un
sang qu’elle poursuit tourments inévitable.
(Elisa si ritira)
Voce guida
“L’amore di Elisa per il teatro è testimoniato dai molti spettacoli
che organizza in Francia nel Castello di Plessis, con il fratello Luciano, o
nel suo palazzo di Parigi. E ad appena un mese dal suo arrivo in Toscana non
perde occasione per recitare Fedra
nel piccolo teatro di Bagni di Lucca davanti alla sua corte, in uno scenario di
grande suggestione.”
Scena II
L’amore
Voce guida
“Elisa amava
l’amore
- Elisa racconta alla sorella Paolina:
Prima voce
“Ah l’amore di Fedra! Ah l’improvviso sussultare per
amore. Bartolomeo aveva trent’anni, due più di me. Lo incontrai in una delle
prime feste che si tennero a corte, a Lucca. Era charmant, poli, irresistible, la figura nobile, la voce calda da
tenore. Scoccò la freccia dell’amore. Lo nominai Grande Scudiere, poi senatore
del principato, ambasciatore a Parigi. L’amore fiorì con le rose fiammanti
sbocciate sui verzieri della villa di Marlia. Veniva nei pomeriggi d’estate
alla villa, per incontrare, la sua Briseide.”
Seconda voce
“Ero schiava non
di un amore volubile ma dell’affetto di tenero abbandono che durò per sette
anni, fino al suo vile tradimento. E’ vero, in questo periodo il nostro legame
s’incrinò più volte, per violente gelosie, ma riprese sempre con la cieca
ebbrezza di una passione giovanile. Mi trovava in villa all’ombra del portico
di marmi bianchi, distesa sui cuscini della chaise-longue
che mi aveva regalato, presa dalla conversazione con i miei ospiti. Dopo
che questi si erano congedati, proseguivano i nostri colloqui alla luce delle
stelle. Ci prendeva la seduzione dell’ora,della magica cornice del luogo.”
Terza voce
La febbre dei sensi si accendeva, a un tratto, ancor più
per la musica ardente di Paganini. Il violinista diabolico, nascosto – nel
giardino di Marlia - dietro una spalliera di bosso, attaccava all’improvviso le
sue variazioni stregate ed io cadeva in un ardente, profondo delirio.”
Scena III
Elisa, sovrana di Lucca, Piombino e Carrara
Voce guida
“Elisa si mostrò nello splendore di una regina”
*LUCCA
Voce guida
“Elisa e il suo marito Felice Baciocchi fanno il loro
ingresso nella città di Lucca a mezzogiorno preciso della domenica del 14
luglio 1805. L’ingresso non poteva né più magnifico né più brillante ma, allo
stesso tempo, né più quieto né più melanconico perché non si poteva scordare la
dolce libertà che si andava a perdere.”
Prima voce
“Il corteo si apriva con cento cavalieri della Guardia
Imperiale, e
quattro distaccamenti di Guardie d’onore delle principali
città d’Italia.
La carrozza delle loro Altezze Imperiali e Serenissime
era a sei
cavalli, scortata da sei scudieri e seguita dalle molte
altre della Corte,
dei Ministri e dei Consiglieri della Stato. Alle porte S.
Maria o del
Giannotti si presentarono sopra un cuscino di velluto le
simboliche
chiavi d’argento, mentre tuonavano le artiglierie e tutte
le campane
erano sciolte a festa.
* PIOMBINO
Prima voce
“Elisa
accompagnata dal suo consorte, fece il suo ingresso a Piombino il 22 febbraio
1806 dalla Porta a Terra, inserita nella Torre di difesa detta del Rivellino,
accolta dal sindaco e dai cittadini festanti.”
Seconda voce
“La carrozza dei principi passò sotto l’arco trionfale d’alloro con iscrizioni di saluto, fra le quali il verso virgiliano “Iam
redit et Virgo et redeunt Saturna regna”.
Al momento del passaggio, furono sciolte a festa le
campane di tutte le chiese e le postazioni di artiglieria alla Fortezza e ai
due porti spararono a salve, a piena carica, facendo tremare nelle strade, gli
edifici tappezzati con i manifesti per i festeggiamenti.
* MASSA
Voce guida
“Finalmente il 20 dicembre del 1807, i sovrani fecero
il loro ingresso a Massa dopo che il palazzo aveva ripreso “un’ombra di
decoro
principesco” ed era in grado di accogliere la corte.”
Terza voce
“ Fu allestito per
il loro arrivo, un grande arco di
trionfo di legno ed Elisa aprì il palazzo a una grande festa da ballo,
alla quale invitò le famiglie più in vista di Massa e Carrara. Paganini
rallegrò magistralmente la festa.”
Scena IV
Elisa donna d’azione
Voce guida
“Elisa è un’instancabile donna d’azione, la sua attività
si esplica in molti campi economici e amministrativi”
Prima dama
“Cara Elisa, vi rendete conto che la difficoltà di
sviluppo di queste zone è causata dalla situazione delle strade? Sono talmente
degradate che sono difficili i trasporti, gli scambi, le comunicazioni …”
Elisa
“Certamente, ma io costituirò un organismo, il Corpo dei Ponti e Argini, sul modello
francese, che studierà e migliorerà la situazione”
Seconda dama
“Se ci fossero delle buone strade si potrebbero sfruttare
le nostre risorse”
Elisa
“Aprirò nuove strade che porteranno ai Bagni di Lucca.
Sarà molto importante valorizzare le terme, perché attirano turisti ricchi e
raffinati. Con le strade che farò aprire le terme si potranno raggiungere in
due ore, anziché in quattro”
Terza dama
“Ma costruirete nuove strade anche a Massa e a Piombino?”
Elisa
“Certamente, a Massa per favorire il trasporto del marmo.
A Piombino invece farò costruire una strada litoranea, fino a San Vincenzo.
Terza dama
La chiameremo la via della Principessa?
Elisa
Si d’accordo.
Terza dama
“Ci sarebbe un gran bisogno di sviluppare l’agricoltura.
Non si produce niente qui!”
Elisa
“Sarà ancora il Corpo
dei Ponti e Argini, che provvederà a bonificare le paludi intorno al
Serchio, in tutta la campagna lucchese e intorno al lago di Massaciuccoli, accrescendo così i terreni
coltivabili. Farò sistemare le zone della costa, così da renderle luoghi di
villeggiatura. Voglio che venga gente a fare i bagni di mare nelle nostre
acque!”
Prima dama
“I lavori bonifica
saranno difficili, c’è da prendersi la malaria. Soldati e condannati
lavoreranno insieme.”
Elisa
“Non mi spaventa nulla, ci riusciremo! Sono lavori
necessari allo sviluppo di questa zona!”
Prima dama
“Benissimo! Ed avete anche altri progetti?
Elisa
“Certamente! Voglio sfruttare tutte le risorse di questa
terra! Qui c’è il ferro e c’è il marmo! Queste sono le nostre ricchezze. E poi
a Montioni c’è l’allume, ci sono le miniere, che sono state abbandonate,
dovremo rimetterle in funzione e sviluppare il commercio dell’allume per la
concia delle pelli. Ma sarà il marmo la vera fonte di ricchezza per tutto il
nostro territorio! Il nostro marmo è prezioso! È il materiale più pregiato che
architetti e scultori possano trovare! E dovranno lavorarlo qua! Non potranno
portare via il materiale grezzo, dovranno utilizzare la nostra manodopera!”
Seconda dama
“Cara Elisa, io
penso che per valorizzare la zona voi, che ne avete la capacità e la
possibilità, dovreste puntare anche sull’incremento del turismo termale. A
Bagni di Lucca ci sono già le terme, vanno dotate di attrezzature e di
strutture tali da renderle più accoglienti. Devono diventare un luogo di
villeggiatura elegante e raffinato. L’impresario dei bagni dovrà organizzare
feste e all’interno ci saranno sale da gioco, appartamenti sontuosi. I bagni
dovranno diventare un soggiorno di
delizia e di passatempo!”
Voce guida
“Elisa, durante la sua Reggenza, si cimenta continuamente
in progetti
innovativi, con il suo tipico gusto per le imprese e per
le nuove
esperienze: allevamento dei mufloni, manifatture di sete
e velluti,
piantagioni di cotone. In ricordo dell’educazione
scolastica ricevuta
da bambina nell’istituto di Saint-Cyr, la Principessa
fonda l’Istituto
Elisa per l’educazione delle fanciulle dove chiama
insegnanti francesi.
E’ presente Paganini fra i musicisti, Tofanelli
nell’Accademia delle
Belle Arti. Le servono due teatri: uno per la musica
italiana, l’altro
per i drammi francesi."
Scena V
Le arti
Una voce
“Nel campo dell’arte, le decisioni di Elisa riprendono le
tendenze francesi.Fra i primi passi, vi è quello i commissionare il proprio
ritratto ufficiale, a un’allieva di David. Elisa è raffigurata con il vestito
sontuoso per la cerimonia dell’incoronazione nella cattedrale di Notre-Dame,
seduta in atteggiamento di comando.
Scena VI
L’entusiasmo dei Pisani per Elisa
Voce guida
Nel maggio del 1806 si ebbe a Livorno il celebre incontro fra l’ ”ossuta”
Elisa e la “lardosa” Maria Luisa – come riferisce lo storico Lazzareschi -
reggente del Regno d’Etruria, di cui i francesi non si fidano affatto, dal
momento che pensano a possibili intese con gli Inglesi. L’incontro è una sfida
tra due donne di potere per la conquista del primato in Toscana, obiettivo che
ad Elisa riuscirà raggiungere tre anni dopo. Dopo l’incontro/confronto a Livorno, Elisa e Maria Luisa s’incontrano di
nuovo a Pisa, a distanza di poche settimane. Dopo Livorno dunque “il ghiaccio
era rotto, anzi sciolto dal calore dell’effusione delle due sovrane, che
dovevano rivedersi e stringersi in amplesso più stretto, ma ancora meno
sincero, pochi giorni dopo a Pisa.
Voce di Elisa
“Per ammirare sul Lungarno la Luminara nella vigilia della festa del
patrono San Ranieri, il 16 giugno, andai a Pisa. Ero accompagnata da un piccolo
seguito, nel quale figurava Cenami. Feci
a cavallo la lieta gita, smontando al Palazzo reale davanti al fiume, pavesato
della sua fantastica veste a specchiarsi e a riflettersi moltiplicata nelle
acque correnti. Pisa mi riservò il suo spettacolo più bello, del tutto
particolare per la luce tremula dei “lampanini” che, riflettendosi nelle acque
dell’Arno, produce magici, incredibili effetti.”
Voce guida
Di un altro avvenimento festoso è protagonista Elisa tre anni dopo, questa
volta da sola, quando arrivò a Pisa da Firenze dopo che ha ricevuto
dall’Imperatore il titolo di Granduchessa d’Etruria.
Voce di Elisa
“Successe una cosa incredibile. I cittadini staccarono i cavalli per condurre la carrozza a mano. La
città era tutta illuminata e a Palazzo Reale si dette una grande festa da ballo
mentre davanti, sul Lungarno, l’architetto Poccianti“aveva fatto innalzare una
macchina rappresentante il peristilio di un antico tempio. Debbo dire che
episodi di un pari entusiasmo si ebbero a Livorno e Pontedera, mentre debbo
dire che i fiorentini rimasero di gelo alla notizia dell’assegnazione del
titolo di Granduchessa.”
Scena VII
La Contessa d’Albany, Lungarni di Firenze
Voce guida
La contessa
d’Albany legge la lettera
A Madame de Staël
Castello di Coplet
Svizzera
Carissima
amica,
Come sai, ho esultato per le conquiste politiche e civili
della Francia rivoluzionaria ma non ho potuto sopportare le continue e
celebrazioni dell’imperatore e dei suoi familiari, le feste, il suo modo di
mostrare il suo potere al mondo.
Nel mio Salotto sui Lungarni si è parlato, discusso di
questi fatti, con gli uomini, le donne in visita alla città, provenienti da
ogni parte d’Europa. Per questo mio comportamento, Napoleone decretò tre anni
orsono il mio allontanamento da Firenze, per più di una anno, perché non
recassi intralcio agli affari di stato di sua sorella Elisa. Ti voglio
raccontare un episodio particolare. Ad una festa che si tenne a Palazzo Pitti,
la granduchessa Elisa mi chiese, all’improvviso: “Perché, cara contessa,
Alfieri era un così grande nemico dei francesi”. Le risposi, senza scompormi:
“Voi mi dimostrate che aveva ben ragione di esserlo!”
Firmata
Luisa Stolberg, Contessa d’Albany
Scena VIII
Napoleona
Bonaparte parla della fuga della madre Elisa da Lucca
Voce guida
“Gli ultimi giorni
di Elisa ci vengono raccontati dalla figlia Napoleona con queste parole,
nell’incontro che ha in Bretagna nel 1865 con il cugino Imperatore Napoleone
III.”
(Le persone arrivano una per volta)
- Voce di Napoleona Bonaparte (Nota: l’incontro è
a Colpo, Bretagna 1865. Napoleona amava vestirsi con il costume tradizionale
locale).
Prima voce
“Ricordo bene quel giorno di cinquanta anni fa, il 14
marzo 1814. Avevo otto anni. Dall’imponente portone del Palazzo di Lucca, due
ore avanti il giorno, tre carrozze scortate dalla Gendarmeria uscirono veloci
nella grande piazza. Ero a fianco di maman, sprofondata in un silenzio di gelo. Di fronte a lei il marchese Lucchesini, il
giovane uomo che stava in quel periodo sempre con la mamma.
Maman, con un filo di
voce, ricordò che erano passati dieci anni dal giorno del suo trionfale
ingresso nella città di Lucca.”
Seconda voce
“Maman si ritirò a Lucca,
nella speranza di poter rimanere nell’amata città. Ma il messaggero mandato a
Livorno, dal comandante inglese Lord
Bentinck, ritornò indietro con un risultato disastroso. “Dite a
quella donna che se non fugge io la piglio !”, mandò a dire il vecchio
corsaro inglese.
A maman
non rimase altro che di andarsene di
gran fretta. Salutò commossa tutti quelli che le erano rimasti vicini fino
all’ultimo, i ministri, le persone della Corte. La ruota del destino anche fra
le magiche mura della città, era girata in senso contrario.”
Terza voce
“Mi è rimasto impresso nella mente il passaggio dalla città di Massa, alle nove del mattino, dalla
piazza “grande”, illuminata dai primi raggi del sole, fra due ali di folla
silenziosa, gelida, ostile.
Superata la città di Carrara,
una cosa mi colpì: vidi maman cambiare
atteggiamento, riprendere animo. Svanì
dopo tanti giorni di tribolazione, la commozione dei ricordi. Sorrise, accarezzò i miei capelli, prese le
mani del suo giovane compagno. Nuovi pensieri le invasero la mente. Fu per lei
il momento di riprendere il filo dei progetti per il futuro, di affrontare le
avversità del momento facendo forza sul suo carattere.
Mi fa piacere parlare di queste cose, ricordare il
carattere di donna forte, deciso di mia madre, nel quale mi riconosco.”
Quarta voce
“Dopo i rovesci subiti dalla nostra famiglia, superò con
coraggio le infinite prove alle quali fu sottoposta, per decisione di
Metternich. Sento ancora dentro le ossa, il gelo dell’inverno che passai
insieme con lei, prigioniera nella fortezza di Brno, in Moravia. Arrivarono poi i giorni felici di Villa Vicentina, nella campagna triestina. La famiglia - e il gruppo degli amici più
cari - si ricompose. Tornarono i giorni della passione per la lettura, il
teatro, l’arte; per l’archeologia, in particolare, resa viva dalla vicinanza
dell’antica città di Aquileia. E questo fino al fatale agosto del 1820, al
fatale bagno nelle acque termali della palude di Monfalcone.”
Scena IX
Finale
Elisa recita Fedra di
Racine
Atto V Scena VII, vv. 1637 – 1644
J’ai
pris, j’ai fait couler dans mes brulântes veines
Un
poison que Médée apporta dans Athènes.
Déjà
jusqu’à mon coeur le venin parvenu
Dans
ce coeur expirant jette un froid inconnu;
Déjà
je ne vois plus qu’à travers un nuage
Et
le ciel et l’époux que ma présence outrage;
Et
la mort, à mes yeux dérobant la clarté,
I disegni sono di
Enrico Guerrini
Il libro "Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone" è in vendita alla Libreria Salvemini, già Chiari, di Firenze.
Il libro "Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone" è in vendita alla Libreria Salvemini, già Chiari, di Firenze.
Una vita da principessa
RispondiEliminaElisa Baciocchi fu la sorella maggiore di Napoleone Bonaparte, nata ad Ajaccio nel 1777. Il 18 marzo 1805 Napoleone annunziò davanti al Senato francese che aveva concesso lo stato di Piombino alla principessa imperiale Elisa e al marito, principe Felice Baciocchi. La concessione di Piombino fu la prima con la quale l’Imperatore affidava il governo di uno stato a un membro della sua famiglia; il principato di Lucca fu assegnato ai Baciocchi tre mesi dopo. Successivamente furono assegnati Massa e Carrara. Nel 1809 fu conferito ad Elisa il titolo di Granduchessa di Toscana. Nel 1814