Roberto
Mosi, Tre principesse francesi a Firenze,
Pontecorboli
Editore, Firenze 2024, p. 170
Sylvia
Boucot e le sorelle di Napoleone,
Elisa
Baciocchi, Paolina Borghese e Carolina Murat
Commento di Caterina Perrone
Che
famiglia questi Bonaparte!
Occorre iniziare
dalla madre Laetitia, determinata ad emergere con tutti i suoi figli e le sue
figlie, per lasciare un segno nella storia.
Le donne
scopriamo, per chi ancora non lo sapeva, sono state altrettanto intraprendenti
anche se non altrettanto gloriose del fratello maggiore, lasciando segni
tangibili sui loro cammini.
È su questi che ci
accompagna Roberto Mosi con il suo libro “Tre principesse francesi a Firenze”,
pubblicato dall’editore Pontecorboli nella collana Stranieri a Firenze, che
narra delle tre sorelle Bonaparte, Elisa Baciocchi, Paolina Borghese, Carolina
Murat.
Tanto simili nella
volontà e capacità di emergere, tanto diverse nel carattere, negli obiettivi,
nel modo di esprimersi.
Tutte e tre sono
passate e a Firenze hanno vissuto, due di loro sono morte qui, una vi è
sepolta.
L’autore ci
accompagna dall’ingresso di Napoleone alla Porta San Frediano nel 1796 mentre,
ancora luogotenente in lotta con gli inglesi, saluta il picchetto di guardia,
accolto da una popolazione intimorita.
Elisa entrerà in
città dopo più di dieci anni come granduchessa di Toscana, e il popolo
fiorentino la sentirà come una straniera, non le riconoscerà le innovazioni e
gli ammodernamenti apportati nell’assetto della città e del territorio.
Paolina, famosa
per la sua bellezza, eleganza, stravaganza, per il suo carattere dolce e
generoso, che viaggiava per le Cascine, in piedi sul calesse scoperto, scortata
dal suo cocchiere dominicano, suscitava meraviglia e sussurri al suo passaggio.
Carolina che venne
per trascorrere a Firenze i suoi ultimi anni nel palazzo di famiglia a piazza
Ognissanti, e ancora riposa tra eterne contraddizioni nella Chiesa accanto.
Roberto riesce
nella narrazione a coniugare i testi ufficiali e le complesse vicende delle
donne, con l’immaginario verosimile delle loro vite personali, supportato da un
documento d’eccezione, il diario di Madame Sylvia Boucot che, per trent’anni e
in successione, fu al servizio come dama di compagnia, ma anche molto di più,
delle tre sorelle, accompagnandole ciascuna alla sua fine.
Un’occasione
straordinaria di conoscerle da vicino, nella loro dimensione umana, in quel
dialogo tra immagine ufficiale e domestica che sempre affascina il lettore
appassionato di narrazioni storiche.
Conosciamo così la
irrequieta vita di Paolina sempre in viaggio, la intransigente etichetta di
Elisa, l’ambizione di Carolina.
L’autore ci
accompagna nel cammino per i luoghi frequentati dalle protagoniste, ci immerge
nel loro immaginario, mentre osserva il panorama della città che sconfina con
la piana, coinvolto dai colori del tramonto, dai sapori e profumi di un mondo
francese, assaporati sulla terrazza dell’attuale Hotel Excelsior ,che fu nel
primo ottocento una delle residenze dei Bonaparte a Firenze.
Il linguaggio
fascinoso di Roberto Mosi ci fa sentire tutte le vibrazioni ancora presenti, a
saperle ascoltare.
Caterina
Perrone
Roberto Mosi, Tre principesse francesi a Firenze,
RispondiEliminaPontecorboli Editore, Firenze 2024, p. 170
Sylvia Boucot e le sorelle di Napoleone,
Elisa Baciocchi, Paolina Borghese e Carolina Murat
Commento di Caterina Perrone
Che famiglia questi Bonaparte!
Occorre iniziare dalla madre Laetitia, determinata ad emergere con tutti i suoi figli e le sue figlie, per lasciare un segno nella storia.
Le donne scopriamo, per chi ancora non lo sapeva, sono state altrettanto intraprendenti anche se non altrettanto gloriose del fratello maggiore, lasciando segni tangibili sui loro cammini.
È su questi che ci accompagna Roberto Mosi con il suo libro “Tre principesse francesi a Firenze”, pubblicato dall’editore Pontecorboli nella collana Stranieri a Firenze, che narra delle tre sorelle Bonaparte, Elisa Baciocchi, Paolina Borghese, Carolina Murat.
Tanto simili nella volontà e capacità di emergere, tanto diverse nel carattere, negli obiettivi, nel modo di esprimersi.
Tutte e tre sono passate e a Firenze hanno vissuto, due di loro sono morte qui, una vi è sepolta.
L’autore ci accompagna dall’ingresso di Napoleone alla Porta Sa