Gruppo di Fotografia
La Camera Chiara di Palagio
Biblioteca Palagio di Parte Guelfa
Inaugurazione mostra fotografica sul
Terzo paesaggio
Le piante viaggiano e in questo vagabondare i loro semi si spargono
ovunque, soprattutto in città: le ritroviamo negli interstizi dei muri, ai
margini delle strade, sui marciapiedi, nei luoghi abbandonati, lungo i
fiumi; nel loro fermarsi formano il “Terzo paesaggio”.
Il Manifesto
del Terzo paesaggio è stato pubblicato in Italia da Gilles Clément
(giardiniere, botanico e scrittore) nel 2004 e ha avuto sempre più
notorietà con il passare degli anni.
In sintesi il “Terzo paesaggio”:
comprende tutti gli spazi non gestiti dall’essere umano;
è un rifugio per la diversità;
è un territorio di ricerca;
è un invito a non agire.
Gilles Clément ha sviluppato la sua ricerca inserendo in grandi spazi
pubblici la sua idea di Terzo paesaggio, giardini dove ci si può sedere
a leggere un libro mentre le piante, gli arbusti, le “erbacce” crescono
libere e spontanee.
Il “Terzo paesaggio” diventa così anche un luogo
dove la diversità scacciata altrove, cresce spontanea e si sviluppa
arricchendo l’ambiente, senza aver bisogno della presenza umana.
Il gruppo “La Camera Chiara di Palagio” ha cercato di cogliere questa
diversità andando in giro per la città a fotografare, strade, anfratti,
luoghi lasciati alla natura.
Firenze 29 giugno 2022
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Cigli erbosi
Frammento
indeciso del giardino planetario, il Terzo paesaggio è costituito dall’insieme dei luoghi abbandonati
dall’uomo. Questi margini raccolgono
una diversità
biologica che non è a tutt’oggi
rubricata come ricchezza.
Gilles Clément, “Manifesto del Terzo
paesaggio”, p.11
Al margine della città
i cigli erbosi della strada,
i bordi dei campi dove nasce
un’erba strana, senza nome
l’aiuola dismessa, indecisa
sulla sua natura,
indefinita sul suo destino.
Zone libere
zone che sfuggono al nostro controllo,
meritano rispetto per la loro verginità
per la loro disposizione naturale
all’indecisione.
La diversità
trova rifugio su il ciglio della strada
l’orlo dei campi
o un piccolo orto non più coltivato
un piazzale invaso da erbacce
laddove non ci sia l’intervento dell’uomo.
Residui dove nascono cose nuove,
idee nuove, forze nuove. No.
Potrebbero nascere
ma non è detto
che nascano.
Al magine della città
i cigli erbosi della strada
aprono l'idea
del giardino planetario.
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