mercoledì 22 giugno 2022

Dal 29 giugno : "TERZO PAESAGGIO": Mostra Fotografie: Biblioteca Palagio Parte Guelfa




Gruppo di Fotografia La Camera Chiara di Palagio Biblioteca Palagio di Parte Guelfa Inaugurazione mostra fotografica sul Terzo paesaggio 
Le piante viaggiano e in questo vagabondare i loro semi si spargono ovunque, soprattutto in città: le ritroviamo negli interstizi dei muri, ai margini delle strade, sui marciapiedi, nei luoghi abbandonati, lungo i fiumi; nel loro fermarsi formano il “Terzo paesaggio”. 
Il Manifesto del Terzo paesaggio è stato pubblicato in Italia da Gilles Clément (giardiniere, botanico e scrittore) nel 2004 e ha avuto sempre più notorietà con il passare degli anni. 
In sintesi il “Terzo paesaggio”: 
 comprende tutti gli spazi non gestiti dall’essere umano; 
 è un rifugio per la diversità;  è un territorio di ricerca; 
 è un invito a non agire. 
Gilles Clément ha sviluppato la sua ricerca inserendo in grandi spazi pubblici la sua idea di Terzo paesaggio, giardini dove ci si può sedere a leggere un libro mentre le piante, gli arbusti, le “erbacce” crescono libere e spontanee. 
Il “Terzo paesaggio” diventa così anche un luogo dove la diversità scacciata altrove, cresce spontanea e si sviluppa arricchendo l’ambiente, senza aver bisogno della presenza umana. 
 Il gruppo “La Camera Chiara di Palagio” ha cercato di cogliere questa diversità andando in giro per la città a fotografare, strade, anfratti, luoghi lasciati alla natura.

 Firenze 29 giugno 2022 
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Cigli erbosi

 

Frammento indeciso del giardino planetario, il Terzo paesaggio è costituito   dall’insieme dei luoghi abbandonati dall’uomo. Questi margini raccolgono

una diversità biologica che non è a tutt’oggi  rubricata come ricchezza.

               Gilles Clément, “Manifesto del Terzo paesaggio”,  p.11

 

Al margine della città

i cigli erbosi della strada,

i bordi dei campi dove nasce

un’erba strana, senza nome

l’aiuola dismessa, indecisa

sulla sua natura,

indefinita sul suo destino.

Zone libere

zone che sfuggono al nostro controllo,

meritano rispetto per la loro verginità

per la loro disposizione naturale all’indecisione.

La diversità

trova rifugio su il ciglio della strada

l’orlo dei campi

o un piccolo orto non più coltivato

un piazzale invaso da erbacce

laddove non ci sia l’intervento dell’uomo.

Residui dove nascono cose nuove,

idee nuove, forze nuove. No.

Potrebbero nascere

                                ma non è detto che nascano.

 

Al magine della città

i cigli erbosi della strada

aprono l'idea

del giardino planetario.


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Intervista a Roberto Mosi


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