Di
notevole interesse la Mostra fotografica Baratti
900. Paesaggi dagli archivi, aperta a Piombino presso il Museo archeologico
del Territorio di Populonia, che ho visitato nel periodo di Ferragosto. Il
Catalogo ricorda che Baratti conserva “una memoria che brilla nella sua sabbia
ricca di ematite, il minerale per produrre il ferro degli Etruschi, negli
straordinari resti archeologici conservati nel Parco, nella sua natura
rasserenante e indomita.”
La Mostra illustra quattro temi, Ambiente e paesaggio agrario, Paesaggio Minerario, Paesaggio balneare e Paesaggio Ieri e Oggi, collocati lungo il percorso museale a creare dei collegamenti con i periodi storici illustrati e i reperti esposti, raccontati da 150 fotografie: gli scatti provengono da vari archivi privati.
È particolarmente coinvolgente soffermarsi sui vari particolari della Mostra, di particolare significato per chi è incantato dalla storia e dalla bellezza di questo territorio, come le immagini sul passaggio dalla Caffè-Society al turismo di massa, sulla stagione del Club Mediterranée; le scene del recupero industriale delle scorie ferrose; la Casa dei Pescatori e la prima scuola; le immagini della Transumanza e dell’ultimo “pastore di Baratti”.
Da parte mia ho ritrovato diverse tracce della “lettura” che ho svolto nella mia ricerca poetica, riportata nella Raccolta “Concerto per Baratti” (Roberto Mosi, Poesie 2009 – 2016, Ladolfi Ed.): un primo accenno, ad esempio, al turismo di massa di oggi:
1. La fonte di San Cerbone
Chi non beve
alla fonte di San Cerbone
è un ladro o un
birbone!
Detto popolare
della Maremma
I.
La fonte fluisce perenne
l’onda del mare attende
moto sinuoso fluente
assorbe materna la espelle
un parto un nascituro.
Il rivolo d’acqua invade
i forni fusori emersi
i ricordi della fusione
i fuochi sempre accesi
di un popolo nero di fumo.
Brillano al sole d’argento
gli antichi cumuli fusi
il corpo di nubi di fumo
fino ai resti del porto
per le navi dall’Elba.
Rivoli di folla a frotte
giungono da Piombino
incoronata di fiamme
scendono sulla spiaggia
borse di frigo in spalla.
A branchi irsuti cinghiali
scendono a notte dal bosco
le setole di lucido argento
grufolano si crogiolano
nell’acqua perenne di fonte.
Fra le foto, quelle di barche di pescatori arrivate
nel golfo di Baratti per la pesca dei tonni e quelle dei primi matrimoni con
ragazze del posto:
III.
La fonte canta Flora
l’amore del pescatore:
“La notte di plenilunio
a maggio portate con voi
mazzi di fiori colorati.”
“Gigli bianchi gettate
per la candida pelle
gerbere per l’azzurro
degli occhi margherite
per i sogni di fanciulla.”
Giunse la mattina presto
la brocca sulla testa
porse l’acqua al pescatore
sceso a terra dalla barca
per dissetarsi alla fonte.
“Spargete rose rosse
per la fiamma d’amore
violette per l’attesa
non–ti–scordare-di-me
per l’abbraccio delle onde.”
Le onde tremule del mare
fasciano il corpo di Flora
formano un cerchio di fiori
una lenta processione
dolce il canto della fonte.
Sorprendente ancora la serie delle fotografie dell’“ultimo pastore di Baratti” e la storia della transumanza che nel territorio della val di Cornia vedeva uno dei punti di arrivo delle migrazioni stagionali, dal Casentino e dalla Toscana centrale:
III.
Il suono del campanaccio
rompe la voce della sorgente
l’agnellone in festa guida
la processione di cani
pastori pecore e cavalli.
Un incessante belare
la vasca punto d’arrivo
di dieci giorni di marcia
crinali valli e pianori
dai monti del Casentino.
A fianco della palude
il villaggio di capanne
riparo per nove mesi
recinto di pecore e cavalli
fuochi per il formaggio.
Ogni pastore quaranta
pecore per il pascolo
il tempo una gora ferma
solitudine freddo
in attesa del maggio.
La clessidra si rovescia
per lo spazio di tre mesi
la solitudine svanisce
a settembre sarà tempo
per il ritorno alla sorgente.
Non rimane infine che soffermarci al Museo Archeologico di Piombino, davanti alla meravigliosa Anfora d’argento di Antiochia e ascoltare dalla voce della poesia, la storia del ritrovamento davanti alla spiaggia del Pozzino nel golfo di Baratti, alcuni anni orsono, davanti a quei terreni raggiunti dai pastori della transumanza:
III.
“Alla spiaggia del Pozzino
il pescatore di Livorno
trovò nelle reti l’Anfora
d’argento di Antiochia”
il mormorio della sorgente.
Cibele Mitra e gli dei
dell’Olimpo incisi a sbalzo
tornano in vita invitano
all’incontro con il divino
ai segni dell’immortalità.
Sul fianco dell’Anfora
i mesi le stagioni le parti
del mondo Dioniso conduce
la danza tra Satiro e Arianna
seguaci dalle pelli ferine.
Musica coppe di vino
conquista dell’estasi
uomini partecipano
ai riti iniziati ai misteri
aspirano all’immortalità.
Si rompe la linea del tempo
nella circolarità del rito
ruota l’Anfora
d’Antiochia
mostra l’incontro di Amore
e Psiche illumina la sorgente.
E noi ancora presi dagli affanni della nostra difficile epoca, siamo grati ai curatori della Mostra Baratti 900, una bella iniziativa che, attraverso le immagini del secolo passato, ci avvicina alla riconquista del mondo dei miti.
E noi ancora presi dagli affanni della nostra difficile epoca, siamo grati ai curatori della Mostra Baratti 900, una bella iniziativa che, attraverso le immagini del secolo passato, ci avvicina alla riconquista del mondo dei miti.
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