domenica 16 febbraio 2020

Concerto Umberto Zanarelli: "Sorella Acqua" - Le poesie di Roberto Mosi per "i 5 elementi"







Mostra “Sorella Acqua” al Circolo degli Artisti “Casa di Dante, Firenze, inaugurata l’8 febbraio 2020. Una ripresa video a cura del Circolo illustra questo evento (indirizzo: https://www.facebook.com/circoloartisticasadante/videos/498641360824867/ ).

Nell’ambito della Mostra, sabato 15 febbraio, con una larga partecipazione di pubblico, è stato organizzato l’incontro “Sorella Acqua. I quattro elementi della natura: acqua, terra, aria e fuoco nell'universo di Leonardo da Vinci”.

 L’incontro ha avuto la forma del Concerto, animato dal pianista Umberto Zanarelli e da Roberto Mosi, che ha letto alcune poesie dedicate ognuna ad un elemento, in dialogo con la musica.

Ecco il programma dell’incontro, di musica al pianoforte e di poesia:

PROGRAMMA

- ELEMENTO TERRA: R. MOSI “Tagete”; J. S. BACH Aria sulla IV corda 

- ELEMENTO FUOCO” R. MOSI “Erato”; M. DE FALLA Danza del fuoco 

- ELEMENTO ACQUA: R. MOSI: “Orfeo in Fonte Santa”; A. VIVALDI La pioggia; F. CHOPIN Preludio op. 28 n. 15  

- ELEMENTO ARIA: R. MOSI: “Rumori” e letture da “Nonluoghi”; Absent MUSIC - Musica Assente  

- ELEMENTO QUINTO: R. MOSI: “Il silenzio dipinto delle pagine”; L. van BEETHOVEN Adagio dalla Sonata op. 27 n.2  

- GLI ELEMENTI NELL’UNIVERSO DI LEONARDO DA VINCI: R. SCHUMANN  6 brani da Waldszenen op. 82 


Incontro 15 febbraio 2020 – Circolo Casa di Dante 



Poesie di Roberto Mosi

1. Acqua
Da  “Orfeo in Fonte Santa”, Ladolfi Editore – Lettura 60’’

(I)Tempi di favola quelli dei
“Pastori Antellesi”, parole
di gentiluomini intorno alle acque,
allegre brigate per sentieri
e boschi dei colli vicini, convivi
succulenti, vini prelibati.

Ricerca di spazi, profumo
di libertà, lontano dalle
mura di Firenze, ritorno
alla semplicità della vita.

Sui monti del Parnaso sopra
Delfi fu scelta la fonte Castalia,
dea ispiratrice, trasformata da
Apollo in purissima fonte.
Sgorgava acqua santa:
i pellegrini si immergevano
prima dell’incontro con il dio.

I Pastori Antellesi si bagnavano
nelle acque, alla “Fonte
dei Baci”, per purificarsi
al canto, amore, poesia.


(III) Offrirò il suono dei ricordi
per il canto dell’esistenza.

Il passato si intona all’oggi,
un accordo di alternanze
sonore, silenzio e respiro,
elementi primi della vita.

Il canto celebra le cadenze,
vive nel fluire dell’ispirazione
nella voce della fonte, scandisce
il battito del tempo, interrompe
il suono e lo riaccende.

L’assenza si capovolge
in presenza, attività e passività
si integrano, figure immobili
sono superate da immagini
in movimento.  “Alla terra
immobile” dico “io scorro”,
all’acqua rapida “io sono”.

All’oblio che si distende
risponde il canto che afferra
l’esistenza, “io sono”, “io sono”.



2. Terra

“Tagete”, da “Luoghi del mito”, Lieto Colle, lettura 60’’

 “Ho sentito un gemito dal trattore.
Dal solco appena scavato,
si sono alzate zolle di terra,
è comparsa una testa ricciuta.”
Fatima stringe il neonato
al petto, muove lieve le braccia.

Occhi di meraviglia intorno,
occhi inquieti che chiedono.
Scattano i flash degli obiettivi,
ronzio continuo di telecamere.
Il bambino ora alza la testa,
sorride e parla, parla!

“Sono Tagete, figlio di Genio
e di Terra. Sono venuto fra voi
per mostrare i segni del Cielo.”
Racconta per ore. Si allontana
poi fra i solchi, verso Populonia,
scompare fra le zolle brune.

Nella valle scende il silenzio
la folla si disperde, pensosa.
Fatima è sola. Un’ora
di lavoro prima del tramonto.
Si aggiusta il velo, avvia
il  trattore, Massey Ferguson.


3. Aria


                      I. Tempo, 30’’
“Rumori”, da “Il profumo dell’iris, Gazebo Libri

Pensiero
di antichi sogni
in una bianca risacca

luce
di cento riflessi
in un raggio disteso

spuma
di mille gocce
in un’onda infinita

vento
di profondi respiri
in un vortice perenne

suono
di lunghi rumori
in un’eco che si allontana.


II. Tempo, 2.33’’
Da “Nonluoghi”, Comune di Firenze

Intorno alla rotonda
fiumi d’auto
tagliano la strada
facce di pietra, clacson
al centro macchie d’erba
d’olio, vernice spray
sulle zampe dei viadotti.
Fantasmi di cemento,
case d’altri tempi, il rombo
d’aerei in fase di decollo.
Intorno alla rotonda
fantasmi di cemento
case d’altri tempi
il rombo d’aerei
in fase di decollo.
Lontane le vie d’uscita,
la casa di una volta
la pace del cimitero
il chiostro della chiesa
l’argine del fiume culla
d’erba d’antichi amori.
Pensieri in fase di decollo.    
      
Dormo nella notte
di Linate, sala partenze.
Chiuse le porte,
i motori hanno ingoiato
ogni rumore. Mi abbraccia
la panca, lo zaino ai piedi.
La macchina lava
il linoleum, sfiora
banconi deserti.
Balugina uno schermo
al plasma, Sull’orario
le partenze del mattino.
In testa la striscia dei sogni.       

Sorta dall’orlo delle colline
al di là dei binari,
la luna versa
una luce bianca di latte.
Il treno taglia la notte.       

Scivola l’anima delle città
raggiunte ai quattro
angoli del mondo.
Rimangono nella rete
schegge di storia,
riflessi di uno stesso viso,
vesti nuove cucite
per la vanità di Narciso.
Cerco l’anima delle città.

Pony express sui pedali
girovago sognatore
portatore di dispacci.
Baschetto, lucchetto a U
ricetrasmittente, borraccia,
borsa a tracolla
divisa rossa, riflessi
sulle vetrine, infinita
serie di pixel

Il cortile è un pozzo profondo
cinquanta finestre assiepate
vicine gomito a gomito
in basso il nero del fondo
in alto uno spicchio di luna.

Sferraglia la lavatrice.
Il cortile ha il respiro
della gente che dorme.
Evaporano sogni dalle finestre
affanni di corse angosciose
voci, gemiti d’amore
s’incontrano sul fondo.

Il cortile centrifuga stagioni:
all’alba un vortice si alza
disperde sogni e ricordi.
I gatti salutano divertiti
si stirano languidi.


III. Tempo. 4.40 ‘
Da “Nonluoghi”, Comune di Firenze

Bolle la pentola bolle
il sogno d’Europa il sogno
le fiamme ballano intorno
le streghe agitano il brodo.

Il dito del banchiere deluso
l’occhio aguzzo di un rom
il bianco sorriso di un nero
le vecchie gettano dentro.

Ronde occhiute in giro
zero tolleranza zero
idee solidali in fumo
lo scudo spaziale nel cielo.
Deflagra nella normalità del giorno
il messaggio e - mail
porta il dolore del mondo.


Bit byte bit byte
zero uno zero uno
uno zero

acceso spento spento acceso
locale globale globale locale

punto rete punto rete
rete punto

nano secondo nano secondo
secondo nano

blog ergosum sum ergoblog
google yahoo google yahoo
yahoo google

messaggio d’amore d’amore messaggio
you tube you tube
tube you         



4. Fuoco
“Erato” da “Parole e paesaggi”, Libroitaliano – Lettura 50’’

Oh divina Erato,
signora della poesia,
io invoco il tuo aiuto
per comporre in versi
suoni e silenzi
per formare un ammasso
d’argilla da modellare
a piene mani.

Leggo e rileggo
i versi, ascolto
la mia voce, cerco
tracce di colori,
riflessi di luce
pieni e vuoti d’ombra,
scompongo e ricompongo
l’argilla, inzuppo la fantasia
nella tavolozza dei colori.

Sono sazio di penetrare
di mani l’argilla,
ora il fuoco del forno
abbraccia la forma,
è pronta per essere
affidata all’aria,
alla polvere del giorno.

Oh divina Erato,
signora della poesia,
io ti ringrazio
per il dono di rovistare
nel tuo scrigno di parole,
di suoni, di silenzi,
alla luce del tuo fuoco.




V. Quinto elemento, lettura 5 minuti

      “Il silenzio dipinto delle pagine” (La Recherche, Lo studio di Eltsin), da “Poesie 2009 – 2016”, Ladolfi Editore

Silenzio seducente del quadro
nel rumore di folla del Salone.
Scopro metafore fissate
tra le frasi delle immagini,
pittore senza arte, compongo
dall’arte di più pittori
da un frammento del mondo
da artifici di immagini
da prospettive inattese.
Comprendo, trasformo
catturo la mia pittura
penetrando nei quadri.
Dipingo con la parola
per pennello la parola
per trama la tela della parola
per colore il suono della parola.

Silenzio sonoro del porto.
Multiforme, potente unità
nessun confine, terra e mare
l’acqua penetra le case, oltre
i tetti gli alberi dei battelli.
Uomini spingono alla spiaggia
barche tra i flutti, la sabbia
bagnata riflette le chiglie,
specchio lucido d’acqua.
Una nave lontana nascosta
ora dagli edifici, sembra
avanzare in mezzo alla città.
Alla bocca del porto le onde
battono contro gli scogli,
uomini governano le barche
piegate ad angolo acuto,
al galoppo, veloci sul mare.
Altrove specchi d’acqua
calmi, in una bella mattina
dopo il temporale, i riflessi
degli scafi accavallati
sul profilo delle chiese.
Più lontano tratti neri,
bianchi di spume, di nebbia
compongono la carreggiata
dell’erta impennata
di una nave verso il cielo,
una carrozza che scrolla via
l’acqua all’uscire dal guado.

Silenzio ambiguo del ritratto.
Acquerello pieno d’incanto,
soggetto singolare, seducente
fascino da scoprire di giovane
donna non bella, il copricapo
simile a un cappello duro
orlato dal nastro color ciliegia,
la sigaretta accesa
nella mano coperta dal guanto.
Sul tavolo un vaso di rose.
Travestimento per il ballo?
Un’attrice di altri tempi
a mezzo vestita da uomo?
Tratti mascolini del volto,
forse un giovane effeminato.
Tristezza nello sguardo
posa piccante, provocante
da personaggio del teatro.
Libertà dalla normalità?

Silenzio d’acqua delle ninfee.
Cinque, sei tele per dipingere
passo dall’una all’altra
inseguendo l’attimo
la sorpresa dell’inatteso.
Punti d’osservazione diversi
per le stagioni dell’anno
il mese, il giorno, l’ora.
Una tela, un pennello diversi
al variare dei brandelli di cielo
il passare di una nuvola
l’improvvisa folata di vento
l’arrivo della tempesta.
La superficie s’increspa
s’infrange in piccole onde
si sgualcisce il telo di seta,
i colori si accendono vivi
si spengono, ombre di morte.

Silenzio simbolo di seduzione.
Danza il corpo segnato
da simboli misteriosi,
danza una rosa in mano
in attesa del carnefice,
danza davanti ad Erode
gli occhi accesi di brace,
danza per la decapitazione
sorreggendo il vassoio,
danza per la testa che brilla
di un’aureola di gloria.
Dipinti, acquerelli, disegni
si moltiplicano: la danzatrice
torna a sollevare il braccio,
a muovere i passi fatali.

Silenzio della pagina scritta.
Regno della lenta cognizione
per l’occhio educato alla pittura,
si stacca dal ritmo usuale
del tempo dello spazio,
nel laboratorio aperto
per la nuova creazione,
conquista una folla
d’immagini cospiranti,
convergenti in mille rivoli,
allontana di pagina in pagina
il soffio silenzioso della morte.




Link presentazione "Poesie 2009-2016", Ladolfi Editore



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