Vari passaggi hanno reso particolare l’incontro, seguito con
partecipazione da un numeroso pubblico, dal ricordo dell’amico Fabio Faggella (1958-2019),
archeologo recentemente scomparso [ si veda "Saluto a un amico" - Confederazione Italiana Archeologi ],
alla notizia che la raccolta era stata
premiata al concorso internazionale 2019 Alda Merini, agli affascinanti
interventi delle due relatrici, Simonetta Lazzerini di Florio e Arrighetta
Casini, alla lettura e commento di Renato Simoni, ai disegni all’impronta del
pittore Enrico Guerrini.
Quest’ultimo momento è stata l’occasione per annunciare
che è stato ultimato il libro illustrato “Il viaggio del Navicello Etrusco” –
proposta al momento ad un editore - che nasce dalle poesie del libro di Mosi e
dai disegni di Guerrini, raccolti nel corso delle performance dell’ultimo anno.
L’autore
ha ricordato che Fabio Faggella, impegnato da giovane, come archeologo, nelle
ricerche a Populonia, aveva accolto con interesse la pubblicazione della
raccolta “Navicello Etrusco” dedicata al “viaggio poetico” del Navicello che
parte dalla terra di Populonia, abitata dai miti del popolo etrusco, per
risalire lungo la costa, nello spazio e nel tempo, fino ai nostri giorni.
L’anno
passato – 4 aprile 2018 – scrisse una lettera di commento sul libro –
pubblicata su “Literary” - che abbiamo letto, con commozione, nell’incontro
alla Biblioteca Mario Luzi:
“Caro Roberto, grazie, la lettura
del Navicello Etrusco mi ha trasportato a molti anni fa. All’inizio della mia
vita adulta quando, carico di propositi, mi affacciavo alla professione
dell’archeologia, armato di ideali e passioni (ancora studente i primi passi
con la cooperativa, l’avventura politica di Obiettivo Cultura che abbiamo
condiviso) che hanno improntato, per fortuna, la mia vita.
Ebbene, le tue immagini poetiche hanno
suscitato in me il ricordo parallelo delle tante giornate passate a Populonia,
a Baratti, a Piombino, in compagnia di amici e colleghi con i quali condividevo
una passione, un lavoro e la stessa infatuazione per quella terra, colma di
passato e di presente, divisa tra tradizione industriale (per noi prima di
tutto operaia) e una vocazione culturale che pesca nelle tante radici, nelle
vicissitudini trascorse che ho ritrovato tra le tue rime.
Erano gli anni degli scavi
all’acropoli, uno dei primi lavori “veri” della cooperativa. Andavamo scoprendo
una delle più importanti aree sacre delle città d’Etruria. Giugno, ospitati
nella foresteria presso la necropoli di San Cerbone, al pomeriggio, terminati
gli scavi, scendevamo direttamente alla spiaggia di Baratti ad attendere la
sera distesi tra la sabbia e l’acqua …
Leggendo “Febo” mi sono ritrovato
lì, sulla spiaggia, in uno dei pochi momenti di solitudine che mi furono
concessi, non meno graditi della bella compagnia. …”
Fra
le prime poesie riprese dal testo della raccolta “Febo”, appunto, la poesia legata alla visione splendente del
tramonto sul golfo:
“La
spiaggia è un anfiteatro, gli spettori/ in attesa dello spettacolo di ogni
sera,/ l’acqua pulsa di luci multicolori, scomposte/ dagli ultimi raggi del
sole al tramonto/ …”.
Simonetta
Lazzerini di Florio ha iniziato il suo intervento, dalla poesia che pone al
centro l’immagine del libro come simbolo della città di Piombino:
La città libro
La
nave lascia il porto
sfiora
il promontorio,
ecco
Piombino dal mare
l’immagine
di un libro
aperto,
dai contrafforti
della
Fortezza all’altura
dove
si distende la Cittadella
e
la casa di Elisa Baciocchi.
La
piazza, al centro
oggi
è in festa vestita
delle
tende bianche
arruffate
dal maestrale,
sui
banchi uno stormo
di
libri con le ali
di
ogni colore.
Si
levano in volo
leggeri
come pensieri
la
musica delle storie
il
suono della poesia
il
fragore delle utopie.
Tracciano
nel cielo
le
speranze della città libro.
Arrighetta
Casini si è soffermata, in particolare, sull’incanto del “notturno”, colto dalla casa del poeta:
Dalla loggia
Vola
via la favola
domande
condite
di
perché, poi silenzio,
il
respiro leggero.
Si
raccoglie sul fianco,
un
gomitolo piccolo.
Le
labbra assaporano
il
sapore dei sogni.
Ricordi.
Una piuma
vola
leggera, leggera,
tra
le braccia sento
il
battito del cuore.
Le
braccia annaspano
giocano
con le emozioni,
siamo
vicini, da lontane
stagioni
della vita.
Un
punto di tenerezza
una
sarabanda di luci
un
gioco di geometrie
un
gattino vorace
la
sezione aurea
dello
sguardo dei nonni.
Anna
si è intrufolata
nella
nostra vita.
Dalla
loggia sul giardino
assaporo
lo stupore
del
cielo stellato
nella
notte che avvolge
la
casa. La campagna
sonora
di grilli
è
appesa lontano
all’eterna
fiamma, alta
sui
fumi dell’acciaieria.
La
linea delle colline
disegna
i confini
dell’Acropoli,
si avvolge
nella
Rocca di Populonia
solenne
sul mare,
si
immerge nella Necropoli
tra
le tombe abitate
dalle
ombre degli Etruschi.
Renato
Simoni, amante della letteratura, con una lunga esperienza lavorativa di
ingegnere meccanico in diversi paesi, si è soffermato sul tema del lavoro nelle
acciaierie e negli altoforni di Piombino e sulla figura del “diavolo” che,
nella poesia “Il temporale”, fugge dalle tremende condizioni di lavoro della
fabbrica:
Il temporale
La
mantella rossa
attraversa
Piombino
nel
diluvio di pioggia
seguita
dall'ululato
degli
allarmi colpiti
dalle saette.
Le
ruote sollevano
profonde
scie d'acqua.
Il
diavolo fugge
dall'inferno?
Un
applauso finale il pubblico ha dedicato alle interpretazioni pittoriche che
Enrico Guerrini ha dedicato alle poesie della raccolta e al libro “unico” – in
attesa di un editore - de “Il viaggio
del Navicello Etrusco”, formato dai mille colori del viaggio nel mare di
Populonia.
"L’autore ha ricordato che Fabio Faggella, impegnato da giovane, come archeologo, nelle ricerche a Populonia, aveva accolto con interesse la pubblicazione della raccolta “Navicello Etrusco” dedicata al “viaggio poetico” del Navicello che parte dalla terra di Populonia, abitata dai miti del popolo etrusco, per risalire lungo la costa, nello spazio e nel tempo, fino ai nostri giorni."
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