mercoledì 23 maggio 2018

Silvia Ranzi e il mare etrusco


1 commento:


  1. Navicello Etrusco
    Un percorso sulle tracce della storia e del mito
    per riscoprire le antiche radici della Toscana
    Roberto Mosi. ex dirigente per la cultura alla Regione Toscana, è noto nel milieu fiorentino per il suo carisma di scrittore e saggista, poeta e narratore, declinato nel felice connubio con la sia attività di fotografo. Innumerevoli le sillogi poetiche pubblicate – antologia Poesie 2009-2016 (Ladolfi Editore) – che rendono ragione di un percorso lirico denso di contenuti, dal verseggiare ispirato, moderno per ideazione e ritmi sinfonici, secondo linee propositive originali in cui l'introspezione dei vissuti si carica di valenze etico-sociali. facendo appello alle ascendenze del mito, tra un passato da rileggere e un futuro da reimmaginare.

    La nuova raccolta poetica Navicelllo Etrusco – Edizioni Il Foglio, gennaio 2018 – canta l'attaccamento per la terra di Toscana. soffermandosi sulla Costa degli Etruschi per l'unicità dei suoi litorali, pinete e distese marine, dinanzi all'acropoli di Populonia, spaziando dal Golfo di Baratti alle spiagge del Golfo di Follonica al cospetto dell'isola d'Elba: il navicello mercantile etrusco divenne l'emblema di una civiltà dedita alla lavorazione del ferro e del bronzo.

    Roberto Mosi esplora l'anima dek territorio ricollegandosi alla fisionomia mitico-politeista del popolo dei Tirreni per riesumare le antiche radici, ripercorrendo siti archeologici, riassaporando vedute naturalistiche, leggende popolari.

    Nello scenario paesaggistico della Maremma a Piombino s'innerva la dialettica tra passato e presente per riflettere sulla crisi delle acciaierie e rilanciare la dignità del lavoro – Lontano si è spenta la fiamma dell'alto forno – per nuove lotte, per sostenere il fenomeno dell'immigrazione nel Mediterraneo riallacciandosi alle imprese dell'eroe Dardano alla ricerca di nuovo terre su cui insediarsi.

    Le due sezioni della raccolta, Lo specchio di Turan, dea dell'amore (giorno-rinascita), e L'ombra della sera (oscurità-tramonto), sottolineano l'anelito alla riscoperta delle bellezze storico-naturalistiche del territorio, alla luce della magia del mito.

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