Presentazione
Lasciato
il mondo del lavoro dopo un lungo periodo passato nella pubblica
amministrazione, ho ripreso vecchi blocchi d’appunti colorati pieni di note, di
tracce di documenti, di schemi di discorsi scritti nel corso d’incontri e
riunioni. Sui fogli appaiono spesso disegni dai tratti più o meno marcati,
secondo l’interesse per la riunione. Negli ultimi blocchi compaiono anche
giochi di parole e alcune tracce di versi.
Mi
sono soffermato recentemente su queste parole e ho cominciato a trascriverle, a
saggiare il loro suono e significato, a continuare il gioco iniziato in altri
tempi come fuga dalla noia d’incontri di lavoro o di riunioni politiche. Allo
stesso tempo ho preso ad approfondire le opere di poeti da sempre amati. E’
stato per me il momento dell’esercizio,
una sorta di prova d’orchestra per conoscere le possibilità degli strumenti che
sono per me a portata di mano, ora che sono lontano dal linguaggio degli
uffici.
Mi
piace lavorare intorno alle parole. La parola è
il mezzo per partire alla scoperta del mio mondo e di chi è vicino, per
vivere emozioni, sensazioni e cercare di rivestirle di suoni, per fare festa
con gli amici e per salutare l’arrivo di una splendida nipote, Marta. La parola
anche per andare dietro ad un pensiero che risuona dentro, che ti angoscia e
cercare di catturarlo fissandolo su un foglio.
Questo tipo d’interesse investe anche le
attività che per me sono ora prevalenti, quelle di conoscere luoghi sempre
nuovi, vicini e lontani, e di soffermarmi sul paesaggio che si apre intorno a loro. Del paesaggio la misura è
l’eco, il suono alto delle parole che arriva negli angoli più lontani e
rimbalza verso di noi. Lo sguardo si posa sullo spazio, attento a scoprire i
segni della storia e dell’ambiente insieme alle emozioni che suscitano. Saggiare
le dimensioni di questo spazio con l’uso della parola è un esercizio affascinante. Ad un certo punto di quest’impegno può
nascere, come nel mio caso, l’esigenza, superando un qualche pudore, di comunicare il lavoro realizzato e
rimanere in attesa dell’eco arricchita dalle emozioni degli altri.
Firenze, 2 aprile 2006
Parole
e paesaggi è il primo libro di
poesia composto otto anni orsono, pieno dell’entusiasmo di un neofita e
testimone di un mondo di sensazioni e di una ricerca svolta con cadenza
quotidiana, per dare un senso ai giorni della vita. Mi piace riprenderlo, con
qualche lavoro di revisione, a distanza di otto anni dopo che sul mio percorso
sono apparsi vari componimenti – da Itinera
a Nonluoghi, da Luoghi del mito a L’invasione degli storni, Concerto, La vita fa rumore - che, in alcuni casi, sono scaturiti dai
testi apparsi in Parole e paesaggi.
Il lavoro di
oggi è in definitiva un ritorno al punto di partenza per preparare nuovi viaggi,
arricchiti dalla esperienza vissuta nel
mondo delle parole, con uno sguardo
ancora curioso, pronto alla scoperta di altri
mondi inesplorati.
Firenze, 2 ottobre 2014
Presentazione
RispondiEliminaLasciato il mondo del lavoro dopo un lungo periodo passato nella pubblica amministrazione, ho ripreso vecchi blocchi d’appunti colorati pieni di note, di tracce di documenti, di schemi di discorsi scritti nel corso d’incontri e riunioni. Sui fogli appaiono spesso disegni dai tratti più o meno marcati, secondo l’interesse per la riunione. Negli ultimi blocchi compaiono anche giochi di parole e alcune tracce di versi.
Mi sono soffermato recentemente su queste parole e ho cominciato a trascriverle, a saggiare il loro suono e significato, a continuare il gioco iniziato in altri tempi come fuga dalla noia d’incontri di lavoro o ...