RECENSIONE DEL
VOLUME
“AMO LE PAROLE.
POESIE 2017-2023” DI ROBERTO MOSI
(GIULIANO LADOLFI
ED, BORGOMANERO (NO) – 2023)
Il
libro di Roberto Mosi antologizza ben sette volumi e/o riviste usciti dal 2017
al 2023. Si tratta di una poesia sempre originale, assai personalizzata, vive
di un pensiero originale ed onirico, oltre che decisamente “realistico”.
Vorrei
poter citare moltissimi testi, che sono quasi sempre vividi dei molti luoghi
visitati dall’autore: anzitutto le città di Firenze e i suoi dintorni
collinari. Tra i luoghi (chiese, palazzi, monumenti, piazze e così via) citerò
“Palazzo Vecchio”, “Piazzale degli Uffizi”, “Peretola”, “Il nonno poeta” le
stupende colline “Ad infinitum”.
A
questo punto ci aggiriamo insieme all’autore per tantissimi luoghi del mondo:
da Nord a Sud, da Est a Ovest. Seguendo – infine – la preziosa post-fazione
dello scrittore–editore Giuliano Ladolfi, mentre lo scrittore Carmelo Consoli
elabora una magnifica prefazione a tutto il libro.
Come
fare per dare voce (e voce d’amore) a quasi duecento poesie da Mosi stesso
antologizzate senza trascurarne troppe, e di troppi luoghi naturali, storici,
artistici?
Ma
veniamo, intanto a qualche rapida ed essenziale nota autobiografica relativa a
Roberto Mosi: nato a Firenze nel 1942, è stato dirigente per la cultura alla
Regione Toscana. Si interessa di poesia, narrativa, saggi, fotografia, ricerche
nel campo multimediale. Collabora a varie riviste e, in particolare, con “Testimonianze”
(è presidente dell’associazione culturale) e con “L’area di Broca”.
A
questo punto mi è doveroso (e insieme spontaneo) dare voce all’amore verso le
parole; dimostrare il suo (dell’autore e pure mio) “AMORE PER LE PAROLE”. E di
parole amabili, da amare, il presente volume che comprende vari testi di
poesia, ce ne sono davvero moltissime, iniziando dal primo dei libri qui
antologizzati, Il profumo dell’Iris (edito nel 2018) per passare a Navicello
etrusco (edito nel 2018) e Orfeo in Fonte Santa (2019), fino a Sinfonia
per San Salvi (2020), a Promethéus (2021) a Il nostro giardino
globale (2023) e, infine I nostri giorni.
Da
Il profumo dell’iris cito versi tratti dalla poesia “L’Annunziata”:
“Sulle strade di casa attraverso / Piazza dell’Annunziata. / Novanta passi è
lunga / trenta le colonne, otto i bambini / in fasce, tondi bianchi di smalto /
sessanta le api per il Granduca”.
Da
Navicello Etrusco, nel testo si legge: “La capanna, tronchi e rami /
d’albero portati dal mare / tegole, embrici di un naufragio / sulla spiaggia
della sterpaia / bagno del Nano Verde. / Il falò illumina il bambino /
la mamma, Maria / giunti dalla Palestina / su un barcone di migranti. / Intorno
il villaggio di sabbia / il disegno di strade e capanne / di animali in cammino
/ nel profumo di alghe e conchiglie / di pini e di macchie sempre verdi. /
Intorno le luci affacciate / sul golfo, stelle comete, il volo / degli aerei in
arrivo da oriente”. E ancora, ancora…
Dal
volume Eratoterapia cito i versi del testo “Il nonno poeta”: “Il nonno
lavora? / “Si”. “Che lavoro fa?” / “Fa il poeta”. // Non è colpa mia / se Anna
crede questo / del nonno. // È nell’età / dell’innocenza, le si può / concedere
tutto. // Avrà pazienza la poesia / se la credono presente / in un centro per
anziani”.
Passiamo
ora ad un testo tratto da Sinfonia per San Salvi (2020). Il testo è
“Follia dell’arte”: “Poggio Gherardo sopra San Salvi / e cento braccia dal
padiglione / delle agitate / abitato dalle novelle del Boccaccio / dei giovani
in fuga dalla peste. // E la condanna di Dante per / Corso Donati, raggiunto
alla porta / di San Salvi dal colpo di lancia / del mercenario catalano. //
Follia dell’Arte / nel cenacolo di San Salvi / i soldati all’assedio di Firenze
/ fanno scempio delle sculture / di Andrea, salvano meravigliati / l’affresco
dell’ultima Cena.”
Da
Prometheus - Il dono del fuoco (2021): traggo da questa magnifica, più
che complessa raccolta, alcuni versi da un paio di testi: prima dall’intero
testo “Angeli custodi”: “Liberate i quadri dai musei / dalle mostre ordinate /
da eruditi senza fantasia // dai racconti cuciti intorno / all’ego di registi
boriosi // I quadri vivono dell’aria / delle strade, dei muri bagnati / dalla
pioggia, dal lento disfarsi // Mostrano l’anima del quartiere / di quelli che
l’abitano, volano / poi via come gli angeli custodi”.
Poi
dalla stessa raccolta un altro testo “Eschilo di Eleusi - Il mito della scienza”:
“Incontro Prometeo / e il tempo del mito / nei versi scolpiti da Eschilo (…) /
Eschilo canta la generosità / di Prometeo, fonte di tutte / le scienze per i
viventi. Fu suo, / per il bene degli uomini, il dono / del calcolo, primizia
d’ingegno, / e l’insieme dei segni tracciati // Avverto nell’aria l’eco della /
musica di Beethoven”.
Da
I nostri giorni, infine, “La vita” per concludere, senza, però, chiudere
questa poesia: “Esplode la vita nel mio / giardino dopo i giorni / della
pandemia, le strade / piene di folla effervescente / ogni angolo pieno di
tavolini. // Passa l’onda piena della risacca / bicchieri ambrati di vino /
frastuoni di risate aggressive / cancellano i segni della passata / stagione,
seppelliscono il silenzio.”
La
conclusione, come dicevo, è tutt’altro che chiusura. Al contrario è vita, è
ultra-sensibilità, è amore per la poesia, di cui questo lavoro di Roberto Mosi
è totalmente permeato.
All’autore
i più sentiti complimenti e auguri dei nostri lettori e miei.
Mariella Bettarini
(Recensione pubblicata da "la TOSCANA nuova", mese di novembre 2024)