sabato 26 novembre 2022

"Officina del Mito" - Società delle Belle Arti Circolo degli Artisti "Casa di Dante" - La storia


 Interventi dell'officina del mito 

dal 2016 ag ogii


Mostra 12-24 novembre 2016

COMUNICATO:

ARTE.IT

THE MAP OF ART IN ITALY

 “I CONFINI DEL MITO”

“Non vogliate negar l’esperienza, di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza» (Divina Commedia, Inferno c. XXVI, vv. 100-120).

Questi famosi endecasillabi, pronunciati da Ulisse, esprimono in maniera efficace il desiderio, tipico della natura umana, di superare i propri limiti e di ampliare i propri orizzonti conoscitivi. Nell’antichità la linea di confine tra noto e ignoto, tra mondo conosciuto e terre inesplorate è simbolicamente rappresentata dalle “Colonne d’Ercole”, due promontori rocciosi collocati nei pressi dello stretto di Gibilterra, punto di incontro tra il Mar Mediterraneo e l’oceano Atlantico. Secondo la mitologia infatti, Ercole in una delle sue dodici fatiche giunse ai limiti estremi della terra, là dove era vietato il passaggio a tutti i mortali. Qui l’eroe separò i monti Calpe ed Abila aprendo un varco dove incise la famosa scritta “non plus ultra”, ovvero “non più avanti”.

Dunque, che cosa oltre quelle Colonne? Secondo Pindaro si estendeva «l’oscurità infernale»; Platone invece vi colloca la mitica isola di Atlantide, mentre Dante pone, a cinque mesi di navigazione oltre le Colonne, il monte del Purgatorio. Ma le “Colonne d’Ercole”, non costituiscono solo un concetto geografico: sono anche metafora del limite della conoscenza; esse diventano cioè emblema di quella eterna lotta umana tra paura dell’ignoto e sete di conoscenza, tra timore di ciò che è sconosciuto e desiderio di verità. Il prode Eracle, allo stesso modo dello scaltro Ulisse omerico, incarnano così il topos morale dell’eroica scelta tra “virtù o vizio, tra dovere o piacere”, diventando metafora atemporale dell’uomo moderno. Se quindi le “Colonne di Ercole” delineano un confine che non è solo geografico, ma anche morale della grandezza o piccolezza della natura umana; il mito, con le sue storie esemplari sulle vicende di Dei ed Eroi e sul destino dell’umanità, ne diventa mappa psicologica ed etica. In una era sempre più incerta, piena di promesse e disillusioni, come la nostra, tali tematiche continuano ad essere di stringente attualità, dimostrando come la dimensione del mito, non sia “confinata” e circoscritta ad un tempo arcaico e lontano; ma al contrario, estende i propri confini anche al futuro. La mostra “I Confini del Mito”, nata in seno al progetto “Officina del Mito”, attraverso contributi di varia natura e metodologie espressive diverse (pittura, scultura, video, fotografia, opere a stampa), porta avanti una riflessione su tali aspetti, ridefinendo le frontiere di concetti importanti, come quelli di territorio, nazione e dunque di identità culturale e personale. Nove artisti (Valerio Giovannini, Enrico Guerrini, Salvatore Monaco, Roberto Mosi, Simonetta Occhipinti, Margherita Oggiana, Roberto Orangi, Andrea Simoncini, Paolo Tranchina), che al pari dell’Ulisse omerico, attraverso le loro opere si avventurano tra gli instabili territori contemporanei, oltre i confini. Artisti dunque, che si pongono non solo come sperimentatori coraggiosi, sempre in bilico tra territori fisici e simbolici, ma anche come veri e propri viaggiatori instancabili, che procedono attraverso sconfinate lande di emozioni e sconosciuti dedali sensoriali, arricchendo così il proprio bagaglio esperienziale con una prospettiva interculturale ed intessendo nuovi dialoghi. Del resto come sosteneva Marcel Proust nella sua opera “Alla ricerca del tempo perduto”: “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.”

L’inaugurazione della mostra “I Confini del Mito” avrà luogo Sabato 12 Novembre 2016 alle ore 16.30 presso la Società delle Belle Arti- Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, in via Santa Margherita n.1/r, Firenze.
In tale occasione si terrà anche una Performance. A seguire, Sabato 19 novembre 2016 alle ore 17.00 l’incontro “Il Mito nella rete delle Arti” con il Concerto del pianista Umberto Zanarelli. La mostra “I Confini del Mito” sarà visitabile fino al 24 Novembre 2016, negli orari di apertura della Società delle Belle Arti- Circolo degli Artisti “Casa di Dante”: da Martedì a Domenica dalle 10.00 a 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00.



ANDREA SIMONCINI · VALERIO GIOVANNINI · ROBERTO MOSI · ENRICO GUERRINI · SALVATORE MONACO · SIMONETTA OCCHIPINTI · MARGHERITA OGGIANA · ROBERTO ORANGI · PAOLO TRANCHINA · SOCIET DELLE BELLE ARTI CIRCOLO DEGLI ARTISTI CASA DI DANTE · SOCIET DELLE BELLE ARTI CIRCOLO DEGLI ARTISTI CASA DI DANTE

 




Mostra 10 - 22 marzo 2018




Mostra 2 marzo - 15 marzo 2019




Mostra 3 ottobre  - 17 ottobre 2020




Mostra 18 - 30 settembre 2021




Iniziativa 13 dicembre 2022




Mostra per 25 marzo - 6 aprile 2023

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Studi preliminari R. M.







Video



 







1 commento:

  1. In una era sempre più incerta, piena di promesse e disillusioni, come la nostra, tali tematiche continuano ad essere di stringente attualità, dimostrando come la dimensione del mito, non sia “confinata” e circoscritta ad un tempo arcaico e lontano; ma al contrario, estende i propri confini anche al futuro. La mostra “I Confini del Mito”, nata in seno al progetto “Officina del Mito”, attraverso contributi di varia natura e metodologie espressive diverse (pittura, scultura, video, fotografia, opere a stampa), porta avanti una riflessione su tali aspetti, ridefinendo le frontiere di concetti importanti, come quelli di territorio, nazione e dunque di identità culturale e personale. Nove artisti (Valerio Giovannini, Enrico Guerrini, Salvatore Monaco, Roberto Mosi, Simonetta Occhipinti, Margherita Oggiana, Roberto Orangi, Andrea Simoncini, Paolo Tranchina), che al pari dell’Ulisse omerico, attraverso le loro opere si avventurano tra gli instabili territori contemporanei, oltre i confini. Artisti dunque, che si pongono non solo come sperimentatori coraggiosi, sempre in bilico tra territori fisici e simbolici, ma anche come veri e propri viaggiatori instancabili, che procedono attraverso sconfinate lande di emozioni e sconosciuti dedali sensoriali, arricchendo così il proprio bagaglio esperienziale con una prospettiva interculturale ed intessendo nuovi dialoghi. Del resto come sosteneva Marcel Proust nella sua opera “Alla ricerca del tempo perduto”: “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.”

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