Domenica mattina, 18 ottobre, siamo ritornati a visitare l’area dell’ex Ospedale psichiatrico di San Salvi spinti dallo sviluppo del progetto legato al libro “Sinfonia per San Salvi. Variazioni per parole e musica“, “Litania su Piombino”,
di Roberto Mosi, interventi di
Gordiano Lupi e Nicoletta Manetti, Progetto di Nicoletta Manetti e
Roberto Mosi, Edizioni Il Foglio, Piombino 2020; un libro ricco di
trenta immagini fotografiche in bianco e nero, dedicato a Carmelo
Pellicanò, l’ultimo direttore dell’Ospedale Psichiatrico.
Diversi
i motivi per questo ritorno in un luogo di memoria viva e dolente per
la città, fortemente articolato con edifici storici che risalgono al
medioevo - la chiesa di San Salvi e la lapide all’ingresso che
riporta i versi di Dante sulla tragica fine di Corso Donati, il capo
dei Guelfi Bianchi (Purg. XXIV, 82-87) – vecchi edifici destinati
oggi a servizi sanitari (con aree riservate recentemente agli
interventi contro la pandemia), sociali, scolastici, ricreativi,
accanto a padiglioni degli antichi servizi manicomiali, circondati da
transenne, che, in parte, stanno andando in malora, con crolli
parziali e l’assalto vigoroso della vegetazione, delle erbacce.

Ci
ha sorpreso l’aria di festa della domenica mattina, la pacifica
invasione dei viali, degli spazi verdi, per lo più ben curati, degli
abitanti del quartiere che passeggiano, giocano con i bambini,
corrono, vanno in bicicletta, portano a spasso i loro cani. Abbiamo
poi scoperto la novità della segnaletica storica posta su ogni
edificio dalla ASL grazie ad un progetto finanziato dal Ministero
della Cultura, con cartelli che aiutano ad orientarsi nella mappa
della “città della follia”: c'è da dire che ora San Salvi
“parla”, rende possibile orientarsi nei suoi intricati percorsi
storici, anche se da parte di molti è stato osservato che si tratta
di una lingua fredda, asettica.

E' da riprendere la polemica che si è
sviluppata sui giornali questa estate ( si veda:
https://www.pressreader.com/italy/corriere-fiorentino/20210805/281749862404772
) e soffermarci sulle parole dell'antropologo Pietro Clemente: “Gli
ospedali psichiatrici non erano carceri né campi di concentramento
ma ne condividevano alcuni tratti. Dov'è tutto questo in quelle
scritte asettiche, senza odore di umanità, che sembrano elogiare le
architetture e nascondere la vita? Spero vivamente che una critica
pubblica porti a sostituirle prima possibile con testi più profondi
e adeguati.”

Ad
ogni ritorno a San Salvi, ci portiamo dietro l’eco delle ricerche
che abbiamo fatto sul passato di questi luoghi, ci ritornano alla
mente, pressanti, ad ogni incontro con qualche particolare delle
presenze di oggi, le diverse parti del libro Sinfonia
per San Salvi,
dai temi della Terra
Desolata,
al dolore vivo espresso dalla Terra
Follia,
al respiro nuovo della Terra
Liberata,
alle speranze della Terra
Riconquistata
- con il profumo del mare che ci portano i versi di Gordiano Lupi
Sinfonia
su Piombino;
alla parte finale Sogno
di Robert Schumann, dedicato
a Carmelo Pellicanò dai figli Gianna, Rosaria, Pierluigi ed
Emanuele.
Un
nuovo passaggio, dunque, del progetto legato a Sinfonia
per San Salvi, è
illustrato da Umberto Zanarelli, musicista, direttore artistico dei
programmi del Museo CAD - Amalia Ciardi Duprè di via degli Artisti
54r a Firenze, nel foglio trimestrale dell’istituto:
“Uno
dei prossimi impegni assieme a Roberto Mosi, sarà quello di mettere
in scena, con la collaborazione della poetessa e scrittrice Nicoletta
Manetti, uno degli ultimi libri scritti da Mosi Sinfonia
per San Salvi. Variazioni per parole e musica. Litania su Piombino,
opera
questa nella quale Mosi ci coinvolge all’interno dell’ex
manicomio di Firenze in un non-luogo
legato
ai processi di resistenza contro la disumanità dell’uomo” (Dal
Trimestrale del Museo CAD, ott. - dic. 2021).
Una
componente importante poi del progetto è rappresentata dalle analisi
critiche, dalle recensioni che più commentatori hanno formulando sui
contenuti del libro. Ci ha colpito particolarmente il recente scritto
di Sylvia Zanotto, artista e critico letterario, riportato da
Literary
11-10-2021,
che si presenta con il titolo:
IO
LEGGO DI TUTTO, DAPPERTUTTO E SEMPRE.
E
TU?
Sinfonia
per San Salvi
Consiglio
di Sylvia Zanotto
Ci
ha fatto piacere nella nostra visita di domenica mattina a San Salvi,
portare con noi il testo della recensione di Sylvia, raggiungere
all'estremità del parco il Padiglione delle “Agitate” e
leggerlo, con voce sommessa, ancora una volta, davanti all'edificio
in disfacimento, nel giardino invaso dalle erbacce, con l'agave
piegata su se stessa per il freddo precoce della stagione:

"Ci
sono luoghi che richiedono parole speciali. Abitate dalla magia.
Dagli alberi. Noi siamo esseri vegetali al settanta percento, dicono
alcuni. E con questa sapienza ci avventuriamo nel parco di San Salvi.
La follia è stata qui. Ha colorato le sue piante con pensieri e
parole senza casa. Solo un luogo di passaggio. Lontano dai familiari
che si vergognano della pazzia. Ma chi è il vero folle? Cosa
nasconde nelle sue lettere questa parola? Fantasia? Orizzonti? Luce?
Lava? Emozioni? Sto divagando? Può darsi. Anche “Sinfonia per San
Salvi” divaga. È un dolce modo di allontanarsi dal comune
buonsenso. Quello che Roberto Mosi chiama ‘poesia aumentata’.
Poeta e fotografo, Roberto Mosi ci propone un’opera davvero
originale. Inclassificabile. Di rara bellezza. Il titolo stesso
invoca arte e purezza. “Sinfonia per San Salvi”, con il
sottotitolo “Variazioni per parole e musica. Litania per Piombino”;
è dedicata a Carmelo Pellicanò, ultimo direttore dell’ospedale
psichiatrico di Firenze ed è illustrato da 28 fotografie in bianco e
nero. Le foto si focalizzano su uno dei padiglioni della vecchia
struttura ospedaliera. L’opera non nasce a caso. È il frutto di
una collaborazione con Nicoletta Manetti, poetessa e scrittrice e
Gordiano Lupi, direttore della casa editrice, Il Foglio. Nicoletta,
con eleganza e sapienza ricostruisce legami poetici con la storia o
la polvere, Giordano con la sua “Litania su Piombino” si affaccia
sul nostro mare Tirreno. Una sinfonia d’altronde si avvale di più
mani. Che vibrano. Che fanno vibrare.

Così non ci stupiamo se la
poesia ‘aumenta’ con T. S. Eliot, con Neruda, con Alda Merini,
Dino Campana, Giorgio Caproni. La Genova città intera, diventa
Piombino città ferriera. La terra desolata di Eliot, che ha messo in
crisi la poesia del dopoguerra, è qui un pretesto per parlare di
follia, di magia, di sogni, di piani che si sovrappongono, si
completano, si compenetrano. Roberto Mosi per non dimenticare un
pezzo della nostra storia, decide di ricordare in termini poetici
oltre ogni limite e confine. Con l’ausilio della fotografia. Della
musica. Della commistione di generi. Dell’aumento. Sì. Quando si
mescolano i generi, si richiamano i poeti dal passato, si scrivono
nuovi versi ispirati al vecchio frammisto di noi, si fotografano
luoghi del dolore, luoghi dell’abbandono. Si palesa una dimensione
in più. Difficile da contenere nelle parole. Ecco perché Roberto
Mosi dilata essere e emozioni e cerca di spiegarlo con quello che
definisce ‘poesia aumentata’. E va oltre: cosa di meglio di una
sinfonia? Sinfonia deriva dal greco e all’origine designava
l’accordo dei suoni, il che implicava la capacità dei musicisti di
suonare insieme. L’orchestra per produrre la sinfonia deve saper
ascoltare gli altri strumenti, saper prevedere condivisione,
inclusione dell’altro, senso di comunione d’intenti. Tutto questo
diventa sinfonia. Come sappiamo la sinfonia è fra le forme musicali
più complete. Eppure non è perfetta. Porta in sé i germi della
follia, dell’unicità. Della sua capacità in trasformarsi in opera
unica. D’arte. Un vero e proprio bijou.

Questo scopriamo nello
splendido libro che mescola tutto quello che può, con arte e
maestria, trasformandolo poi in poesia. Mi ritrovo a leggere a voce
alta brani del libro. Il suono apre a nuove visioni, laddove
l’essenza delle vite non incluse si manifesta oltre il ricordarle.
È un dolce tornare. Un dolce andare. E intanto la sinfonia si snoda
in tutti i suoi movimenti. Portando il senso del dolore, della follia
in ogni gesto quotidiano che si tinge grossolanamente di normalità.
Scopriamo l’errore che commettiamo ancora: allontanare il diverso.
Non essere diverso. La forma perfetta non esiste e anche se rimane un
sogno, noi amiamo sognare. Con Roberto. Con Nicoletta. Con Giordano.
I poeti. Ma anche con i medici come Carmelo Pellicanò, ultimo
direttore di San Salvi, che tanto ha dato ai suoi ospiti, mai da lui
considerati gli ultimi. Un non-luogo. Un respiro in quattro tempi.
Con Ouverture. E una carezza al cuore. Peccato che chi un tempo era
qui, ai margini di una società perbenista non possa sentirne la
musicalità. Noi ci adoperiamo con gioia a interpretare il senso
della parola ‘aumentata’ e ci piace sognare che questa sua
qualità arrivi anche laddove l’umano diventa altro. Quell’altro
sconosciuto. Che richiama l’altro. In continua vibrazione. Respiro
felice l’aria ‘aumentata’. Richiudo il libro del non-luogo, ma
ormai sono come lievitata in luoghi che non esistono forse nel mondo
reale, ma che sanno accogliere l’anima."

E'
sembrato naturale affidare il suono di queste parole al silenzio e
alle ombre del padiglione e del giardino che lo circonda, per rendere
ancora una volta omaggio alla sofferenza di tante vite che qui si
sono incrociate. E' da notare che sono state pubblicate varie
recensioni sul libro Sinfonia
per San Salvi
(vedi:
http://www.literary.it/autori/dati/mosi_rob/roberto_mosi.html);
fra gli interventi, quelli di Franca Alaimo, Flavia Buldrini,
Mariagrazia Carraroli, Luigi Fontanella, Annalisa Macchia, Luciano
Nanni, Silvia Ranzi;


sono stati realizzati video di presentazione del
libro, fra i quali: Variazioni
per parole e musica - Immagini da San Salvi
(https://www.youtube.com/watch?v=auVpkFhoSzw
); Sinfonia
per l'ex-Manicomio San Salvi di Firenze - Metafore e memoria, a cura
di Angiolo Pergolini (https://www.youtube.com/watch?v=QuIQYxszkDk
); Una rosa rossa, da "Sinfonia per l'ex-Manicomio di San Salvi
(https://www.youtube.com/watch?v=GRnB9a3qF-k
); Litania su Piombino (https://www.youtube.com/watch?v=TKX777M9Wf4
).
Nicoletta Manetti, co - protagonista del progetto Sinfonia per San Salvi, ha svolto queste considerazioni sul lavoro già realizzato e le nostre aspettative:
"Già il progetto iniziale,
grazie all’invito di Roberto Mosi a collaborare in “Sinfonia per San Salvi”, è
stato magico: un’immersione profonda in un mondo fino allora sfiorato troppo
distrattamente, immaginato. Rileggere Campana, la Merini, Tobino. Scoprire
“L’elogio delle erbacce” di Richard Mabey che ti stravolge l’ottica, ti
spiazza. E i documenti. La “corrispondenza negata”. Realtà irreale. O irrealtà
realmente esistita? E poi è stato il tempo del lavoro condiviso, le fotografie
di Roberto (i murales sui padiglioni, le sbarre penetrate dalla vegetazione
spontanea che reclama sempre e comunque vita, addobbi natalizi dimenticati
affissi a un chiodo), la scelta dei testi, lo scrivere i nostri. Immedesimandosi,
quasi in preghiera."

"Quella mattina che
minacciava pioggia fu perfetta per registrare il nostro video: Angiolo
Pergolini colse anche il respiro dell’erba, l’abbaiare lontano dei cani, il
monito puntuto dell’agave a guardia, vicino alla rete che separa dalla
ferrovia. Avevamo i brividi. E non di freddo. Emozione pura.
Come quella di un mattino
nella Pinacoteca della Casa di Dante, a scambiarci la pelle col Maestro Umberto
Zanarelli, seduto al pianoforte. Noi le parole, lui la musica. Fu uno scambio
veloce, ma profondo. Sentii l’elettricità dello scambio, di quando incontri chi
ha capito tutto e te lo rende, lo plasma, lo traduce in altra forma.
Poi ci è stata imposta,
aimè, una sosta. Ma a volte l’attesa infiamma ancora di più. E io davvero non vedo
l’ora di poter condividere “Sinfonia per San Salvi” tutti e tre insieme,
Roberto, Umberto ed io, con chi ha voglia di entrare con noi in questo mondo
che non è solo dolore. Ma spesso solo natura prorompente che non conosce
argini. Tre voci, le nostre, in omaggio a centinaia, a migliaia di voci".
Il
progetto dunque di approfondire e divulgare i temi del libro Sinfonia
per San Salvi
sta facendo passi in avanti e auspichiamo che presto “vada in
scena” al Museo
CAD - Amalia Ciardi Duprè, la presentazione del libro con la regia
dell'amico musicista Umberto Zanarelli, sul filo di un impegno per
continuare a tessere un importante tassello della nostra memoria
collettiva.