Intervista con l'autore: "ESERCIZI DI VOLO", "la storia di uno Zeno di oggi", tra realtà e fantasia, intreccio di vicende personali con il racconto che il protagonista sta scrivendo per fini terapeutici, incoraggiato dall’analista. La storia ... di Zeno Cosini, il protagonista del libro di Italo Svevo “La coscienza di Zeno”
Intervista di
Alessandro Franci – Blog Uniforme-Mente - sul libro che al Premio Casentino 2017 ha rivevuto la "Segnalazione Particolare della Giuria".
Ho chiesto a Roberto Mosi che
ci parlasse del suo romanzo “Esercizi di volo”, Europa Edizioni, Roma 2016.
Si
tratta di una storia tra realtà e fantasia ricca di molti ingredienti, nella
quale s’intrecciano le vicende personali dell’io narrante (un alter ego si
direbbe) con il racconto che il protagonista sta scrivendo (un libro nel libro)
per fini terapeutici secondo l’incoraggiamento dell’analista. La storia può
ricordare quella di Zeno Cosini, il protagonista del libro di Italo Svevo “La
coscienza di Zeno”, che scrive per curarsi, su invito dello psicanalista, il
diario della sua vita.
Di cosa soffre il
protagonista del romanzo “Esercizi di volo”?
E’
un paziente in cura perché è perseguitato dall’ossessione di volare, di
gettarsi nel vuoto e tentare di prendere il volo. E’ poi afflitto da uno strano
tic, fa un saltello ogni trentun passi, è dedito a molteplici passatempi: il
gioco, la fotografia, la frequentazione dei social network. Queste passioni,
vissute in modo maniacale, sembrano attenuarsi nel momento in cui si accosta,
su invito dell’analista, alla scrittura che, grazie al suo potere terapeutico,
lo arricchisce e lo distrae dall’ossessione più pericolosa di tutte: il
desiderio, come si è detto, di volare. Nelle pagine dedicate a questi passaggi,
prevale, a volte il tono dell’ironia, come nel caso della stessa attività letteraria,
un tempo riservata a pochi e poi degenerata in mero business (si veda il
proliferare di scuole e corsi di scrittura) o del dilagare del lavoro degli
psicologi, simboleggiato nel romanzo dalla figura della terapeuta incompetente
e vulnerabile, che s’innamora del paziente.

A quali argomenti si
rivolge l’attenzione del protagonista nelle pagine che scrive?
Al
tema (direi, naturalmente) della follia, e più precisamente su come celebrare
la “Festa della Follia”. I personaggi che prendono vita in queste pagine, in
una fascinosa ambientazione sulle sponde dell’Adige, ce la mettono tutta per
organizzare una manifestazione all’altezza della fama delle feste che a
Ferragosto si tengono fra il Castello e la Stazione di Salorno. I personaggi
sono un po’ insoliti, alcuni hanno le sembianze di personaggi famosi, altri
sono soggetti del mondo animato e inanimato, vicini nella nostra vita
quotidiana, che riescono a comunicare fra loro e con il mondo degli uomini,
almeno con quelli più semplici e con una vena di pazzia. Il forte desiderio di
emergere nella realizzazione della “Festa della Follia”, suscita invidie,
gelosie, spinge addirittura ad azioni criminali – un terribile delitto – e deve
intervenire da Bolzano il commissario Renon, tanto vanaglorioso quanto inetto.

Il tema della follia è
un tratto significativo fra gli scrittori classici della letteratura …
Certamente,
credo che sia fra gli aspetti più affascinanti. Nel romanzo lo spettacolo della
follia va comunque in scena, nonostante le difficoltà da affrontare, con
effetti mirabolanti, ispirato da autori di fama come Erasmo da Rotterdam,
Ludovico Ariosto, François Rabelais, Miguel Cervantes Saavedra. Nella
realizzazione finale della Festa, fra il Castello e le montagne che circondano
la valle – davanti a una folla immensa giunta dall’autostrada e dalle valli
vicine - si ricorre con il contributo di personaggi geniali, al concorso di
macchine che si avvalgono delle ultime scoperte della tecnologia, di quella
digitale, in particolare. La ricerca però di effetti forti, il voler dare
un’immagine troppo ravvicinata, quasi irridente, della follia, porta a una
conclusione finale sorprendente, a un vero e proprio disastro. Un passaggio
questo, del libro, che sembra voler affermare che chi si avvicina troppo alla
follia, ne resta bruciato …

È di indubbio interesse
considerare sia l’idea di confine tra ciò che è “normale” e ciò che diventa
folle sia di come la follia si sia evoluta nel tempo, nella vita reale e nella
letteratura.
Il
tema della follia è complesso e nel romanzo lo affronto da più versanti. Mi
soffermo sull’aspetto della follia creativa seguendo i passi di alcuni
scrittori classici, a iniziare da Erasmo da Rotterdam. Mi avvicino ai loro
personaggi con grande confidenza, li faccio rivivere nelle vicende del racconto,
credo con leggerezza e ironia. La stessa ironia che anima l’accenno alla folle
voracità del mondo della pubblicità, che si serve delle gesta di questi
personaggi per lanciare prodotti commerciali sul mercato, come si accenna nelle
varie scene finali della “Festa della Follia”. Mi soffermo in più pagine,
d’altra parte, sulle storie di liberazione dei cosiddetti folli, nelle società
moderne, da prigionia e vessazioni, sottolineando il valore dei processi
sociali innestati dall’opera di specialisti come Franco Basaglia. Alla “Festa
della Follia” queste persone partecipano in prima fila, con totale adesione e
gioia, allo spettacolo finale, che va in scena, come si è detto, il giorno di
Ferragosto fra il Castello e le montagne di Salorno. Vi è, infine, nel libro il
richiamo sia alla follia del protagonista, incerto, dilacerato da varie
ossessioni sia alla professionalità “incerta” della terapeuta. Sono emblemi
della società di oggi, piena di ansie e paure che lasciano il segno nella vita
di ognuno di noi e testimoniano dell’affannosa ricerca di sicurezze e
tranquillità ricorrendo in maniera massiccia - a volte devastante – alle varie
terapie psichiche e ai farmaci; non a caso, si parla dei nostri tempi come
dell’epoca del Prozac.

Dunque, per concludere
questo nostro incontro …
Vorrei
dire che nel romanzo “Esercizi di volo”, la storia di uno Zeno di oggi, si
moltiplicano i piani del racconto, quasi in un gioco di specchi in cui – almeno
lo spero – per il lettore è facile e piacevole smarrirsi, lasciandosi condurre
nel labirinto della fantasia, forse l’unico che può portare a risposte
veritiere. Mi piace concludere ricordando che sul libro è stato scritto che “in
questo breve ma graffiante romanzo”, “la scrittura è magmatica, discorsiva, a
tratti poetica, un collage di pensieri e di emozioni, in un fluire continuo.
Scrittura come prova d’autore, quindi, e come ricerca di pagliuzze d’oro nelle
sabbie variegate del fiume” (G. Baldassarre, Blog “Associazione Pianeta
Poesia”).
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Dal Blog
Uniforme-Mente, di Alessandro Franci, 22 settembre 2017
https://uniformemente.wordpress.com/
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