Paola Lucarini e Roberto Mosi - Sala Gerusalemme Liberata, Consiglio regionale
E-book "Itinera"
Si è svolto lunedì 16
maggio 2016, l’incontro "In Concerto" di poesia e musica organizzato dall’Associazione “Sguardo e
Sogno”, presidente Paola Lucarini, presso Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio
Regionale della Toscana, nella “Sala degli Affreschi” decorata con scene della Gerusalemme
Liberata, attribuite a Niccolò di
Bandino Panciatichi (1770).
Le pitture sono grandi e scenografiche e gli
esperti affermano che presentano alcuni errori grossolani che indicano l'opera
di un dilettante alle prese con un lavoro al di sopra delle proprie capacità.
Per la musica che ha rallegrato l’incontro, Antonio Scaramuzzino alla chitarra
e Roxana Visinescu al violino. Sette autori – indicati nella locandina - hanno presentato brani dalle loro opere
poetiche e di narrativa, presentati dalla magica illustrazione di Paola
Lucarini.
Fra questi Roberto Mosi che ha
presentato la raccolta dedicata alla
“Poesia del viaggio”, ripresa da più composizioni, in specie da “Itinera”,Masso delle Fate 2007 (e-Book “Itinera”:
http://www.larecherche.it/librolibero_ebook.asp?Id=51).
Il primo momento è stato il tema della
partenza e dei luoghi dell’infanzia e della gioventù.
La corte
I
viaggi di ogni tempo iniziano
dalla
corte della mia infanzia
magico
quadrato di terra tra case
cadenti,
chiuso da un cancello
di
ferro aperto sul mondo.
Nel
magico quadrato si scioglie
il
racconto dei viaggi: affiorano
per
primi i ricordi dei padri
di
ritorno dalle guerre sofferte
in
ogni parte del mondo.
Il
racconto infinito si confonde
con
i miti, le scoperte di Ulisse,
le
spedizioni nel Bengala, all’isola
di
Mompracem. Nella scatola
da
scarpe, cartoline e foto sgualcite.
Con
la scatola dei sogni in mano
ho superato il cancello
di ferro.
-----
Viaggi d’altri
tempi
Ho
fatto parte di un popolo
migrante
sui treni.
Tra
i primi ricordi il viaggio
a
Rimini sul carro bestiame
nel
primo dopoguerra.
Dalle
assi sconnesse i sassi
della
massicciata, il verde
dei
fiumi sotto i binari
sospesi
nel vuoto.
Ho
fatto parte di un popolo
migrante
sui treni.
Il
legno della terza classe
le
soste nella campagna
grappoli
d’uva tra le mani
il
profumo delle mense
dei
ferrovieri nelle città.
Ho
fatto parte di un popolo
migrante
sui treni.
Sopravvissuto
alla guerra
alla
scoperta di città rinate
viste
dai finestrini del tram.
L’abbraccio
di un sonno
di
piombo al ritorno, cullato
dallo sferraglìo del
treno.
Il ricordo dei viaggi di Ulisse, porta
immediatamente ai viaggi di oggi, a figure di oggi, forse a quella di un
commesso viaggiatore:
Ogni sera Ulisse
torna ad Itaca.
L’alba sorprende
il volo dell’eroe
le armi impugnate
il computer per scudo
il telefono in mano
altri cento achei
infossati nelle poltrone.
Sulla terra le ombre
cedono il passo alla luce,
evaporano dal mare
i brividi della notte,
le strade vomitano
macchine nervose.
Alla sera voci allarmate
parlano di dei adirati.
Sulle piste la flotta
achea attende il decollo.
Infine il balzo
nella notte di pece.
Il porto d’Itaca è chiuso
per la furia dei venti.
Infinito il ritorno.
L’eroe raggiunge
la reggia nel sonno.
Penelope dorme stizzita,
Arturo saluta, la coda ritta.
L’eroe guarda la posta,
dispone in ordine le armi
si distende sul letto,
il risveglio è vicino.
Ogni sera Ulisse
torna ad Itaca.
Una costante presenza dei nostri viaggi
è quella del Mar Mediterraneo:
Dove
incontri la voce
del
Mediterraneo?
Un viaggio ti aspetta,
lascia a casa l’Odissea
l’Eneide, i libri di
Braudel
sul respiro della
storia.
Da Ancona parte la nave
Igoumenitza Pireo
Salonicco
dormi sul ponte sotto
le stelle.
Raggiungi a piedi Ouranopolis
sali sulla barca dei
pellegrini,
a Kiriès il Diamonitìron
per il Monte Athos.
Prendi il sentiero sul
crinale
dei monti della
Calcidica.
La sera appare Vatopedi
monastero fortezza
le rosse mura sommerse
da celle terrazze
loggiati.
Varca il portone di
bronzo
assisti nella chiesa
d’oro
ai canti scintillanti
di voci
siediti in silenzio
alla mensa
con i fratelli giunti
dal mondo.
Raggiungi la solitudine
della cella
apri la finestra
sull’oscurità
biancheggiante di onde
rispondi alla voce del
mare.
Sei tu il Mediterraneo.
---
Sono di grande fascino i viaggi sulle
vie dei pellegrini, come la “Via Francigena”:
La strada bianca
è un balcone sospeso
sul cuore antico
della Toscana
nel paesaggio
circondato
dall’azzurro dei monti.
E’ un ponte sospeso
fra passato e presente,
a lato la Pieve
appartata,
delicata corolla
di rossi mattoni.
Di fronte la Torre
di Federico
e la finestra aperta
della “Notte di San
Lorenzo”
illuminata da stelle
cadenti
dove si rinnova
il racconto di genti
in lotta per la libertà.
----
Rimane emozionante l’incontro con le
terre e le città del deserto:
La città luna
La città luna
La luna mostra il suo
volto
a Matmata, la città nel
deserto
del sud, le case
scavate
intorno a profondi
crateri.
La luna mostra il suo
volto
nelle dune di sabbia
rossastra
nelle colline bruciate
dal sole.
Seguendo fresche
gallerie
scavate dalle origini
del tempo
sono sceso al riparo
per la sera.
Nella notte di stelle
disteso
sulla stuoia, mi sento
felice
vicino al cuore della
terra.
Ogni
viaggio arriva a un punto d’arrivo, “Capo Nord” all’estremità della Norvegia:
Ogni viaggio finisce
a Capo Nord
ai confini del mondo.
La tundra deserta
termina
sulla vertiginosa
scogliera.
Il gelido vento
dell’est
spinge banchi di nubi
su Capo Nord
il sole tramonta a
mezzanotte
nel mistero di una
rosea nebbia.
Una magia solleva le
nubi
per un momento
sul mare vasto di onde
senza alcun riparo di
terre
a Capo Nord.
La paura m’invade
a Capo Nord
davanti al mare
sconosciuto.
Un nuovo viaggio
comincia
nel mondo
dell’angoscia.
----
Nel viaggio, come vi è una partenza, vi
è anche un ritorno, cadenzato dal tempo degli affetti:
Dieci le tappe
del viaggio nella casa,
dieci i mesi
di Marta,
il braccio è la sella,
sprona il vecchio
cavallo.
Tintinnìo
di campanelli appesi
stridio
di specchi velati
d’antico
scroscio
d’acqua nella doccia
vento
del ventilatore al
soffitto
acciottolìo
di collane nel vassoio
crollo
della pila di libri
ticchettìo
del metronomo pazzo
sobbalzo
del gatto addormenato
battito
sul tamburello a
sonagli
oscurità
della bocca del forno.
Dieci le tappe
del viaggio nella casa,
dieci i mesi
di Marta.
Marta è nel tempo
venti secondi per respirare
venti minuti per urlare
venti ore per guardare
venti giorni per sognare
venti settimane per sorridere
venti mesi per giocare
venti anni per amare
Marta è il nostro tempo
Roberto Mosi ha presentato dunque la
sua idea del viaggio, in poesia, accolta con applausi dal pubblico presente
nella Sala dedicata alla Gerusalemme Liberata.
La corte
RispondiEliminaI viaggi di ogni tempo iniziano
dalla corte della mia infanzia
magico quadrato di terra tra case
cadenti, chiuso da un cancello
di ferro aperto sul mondo.
Nel magico quadrato si scioglie
il racconto dei viaggi: affiorano
per primi i ricordi dei padri
di ritorno dalle guerre sofferte
in ogni parte del mondo.
Il racconto infinito si confonde
con i miti, le scoperte di Ulisse,
le spedizioni nel Bengala, all’isola
di Mompracem. Nella scatola
da scarpe, cartoline e foto sgualcite.
Con la scatola dei sogni in mano
ho superato il cancello di ferro.
Roberto Mosi