L'EROICA: V Tappa - Calenzano.Monte Morello.Vaglia
Percorso
impegnativo quello della quinta tappa dell’Anello del Rinascimento al centro la
lunga salita al Monte Morello, la Montagna fiorentina. La sezione toscana di
TrekkingItalia – sede di Firenze – ha organizzato questa tappa nella terza
domenica del mese di settembre, sul tratto Calenzano – San Donato – San
Ruffiniano – Rifugio Gualdo – Monte Morello – Pescina – Paterno – Vaglia. Il
dislivello in salita è di 700 metri, la lunghezza, notevole, di 20 km, che si
percorrono in circa sette/otto ore. Per raggiungere Calenzano il bus urbano n.
2 è abbastanza frequente; al ritorno da Vaglia il treno della linea Borgo San
Lorenzo – Firenze, con frequenza ogni due ore la domenica pomeriggio.
Sono diverse le parti di questo
trekking di notevole interesse. Subito all’inizio dal centro di Calenzano si
sale per una lunga scalinata alla Chiesa di San Donato nella quale fu parroco
Don Lorenzo Milan: è posta in posizione panoramica con una bella vita sulla
Calvana.
Immediato è stato il ricordo di Don Lorenzo e non si è potuto fare a
meno di leggere, sulla scalinata della chiesa, la prima lettera che scrisse
alla madre, una volta arrivato a San
Donato (ottobre 1947.)
Cara mamma, … Ieri sera sono arrivato che pioveva, ma c’era sotto l’acqua una quindicina di ragazzi e giovanotti a aspettarmi e che m’hanno accompagnato in corteo fino a casa e poi si sono attaccati alle campane e hanno suonato un gran doppio a distesa per annunciare l’arrivo del tanto atteso cappellano. Oggi poi m’ha mandato a girare i malati. Ne ho visti 13, confessati e ascoltate tutte le loro malattie e acciacchi. Qui poi ho trovato una cameretta piena di brutti mobili, ma così accuratamente pensata, fiori, pennini nuovi, penna, calamaio, gomma, matita appuntata, buste, fiammiferi, rotolino di carta appiccichente! … Spero che potrai mandarmi presto la roba. Specialmente calzoni (oggi avevo preso tant’acqua che me li son dovuti levare e non avevo da cambiarli! per fortuna nessuno m’ha alzata la tonaca.) Le scarpe appena risolate da Gino (quelle basse) fanno acqua perché hanno uno spacco da parte a parte nel mezzo della suola. Tanti tanti baci e a presto tuo Lorenzo
Si cammina poi per antiche, piccole
strade, in mezzo a coltivazioni di olivi, viti, cipressi, fino ad arrivare alla
solitaria pieve di San Ruffiniano. Da qui la sorpresa di scorgere nella valle rigogliosa,
che scende verso la piana, l’elegante torre di Baroncoli, attribuita ad Arnolfo
di Cambio. Lungo la strada si trovano quindi fattorie d’impronta tardo
rinascimentale.
Siamo
ora ai piedi di Monte Morello e incominciamo a salire per una strada forestale –
circa un’ora e mezzo di cammino – in mezzo al verde, quercioli, pini, abeti, cipressi,
che sono la testimonianza della lunga opera di rimboschimento portata avanti
con successo nel ‘900, questa montagna, infatti, era stata spogliata dei boschi
che fornirono il legname necessario a costruire celebri edifici fiorentini, a
cominciare dagli Uffizi.
Si arriva all’agognato Rifugio Gualdo, posto nelle vicinanze
della strada panoramica che da Sesto sale al piazzale Leonardo da Vinci,
prezioso punto per il ristoro. E’
incredibile la vista che si gode dal Rifugio, verso la pista dell’aeroporto, la
piana, le colline di Scandicci e del Chianti, la città con centro la Cupola del
Brunelleschi, costante punto di riferimento dell’Anello del Rinascimento.
Ancora mezz’ora di salita nel bosco passando dalla fonte del Vecciolino, per arrivare
alla Sella delle Colline un verdissimo prato fra alti pini, incrocio di più sentieri
che salgono dalla Fonte dei Seppi e che raggiungono gli oltre 900 metri delle
tre cime di Monte Morello. Il posto porta il nome anche de “Il tedesco morto”,
memoria della Lotta di Liberazione che su questa montagna contò innumerevoli
episodi di scontri e di eroismo, dalla battaglia di Valibona, al rastrellamento
ordinato da Albert Kesselring il lunedì di Pasqua del 1944, allo scontro della
Fonte dei Seppi, alla fucilazione nel bosco di Cercina dei martiri di Radio
Cora. Si contano trentatré cippi in quest’area a ricordo dei vari episodi, che
vide protagonisti insieme ai partigiani di Firenze e della piana, prigionieri
fuggiti dai campi di concentramento (russi, ucraini, inglesi, americani, ecc.).
Luoghi di memorie – ha pensato il nostro gruppo – che meriterebbero il progetto
di un insieme di sentieri dedicati al ricordo e alla pace.
Dalla
Sella delle Colline si passa al versante del Mugello con vista sugli Appennini,
dalla Futa al Giogo e si scende fra i boschi a Pescina, dove sorge una piccola
chiesa del Quattrocento, che aveva un’immagine in ceramica di Luca della
Robbia. La chiesa fu investita da una rovinosa frana – così frequente in questo
territorio prima del rimboschimento – che coprì il portale di accesso. Gli
abitanti del borgo trovarono la semplice soluzione per accedere alle funzioni,
di “girare” la chiesa, aprendo la porta nella parte posteriore. Ancora quaranta
minuti di cammino e siamo a Paterno: il ristorante lungo la strada merita una
piccola sosta per un corroborante “Tiramisù “.
Da
qui sono circa cinque chilometri di monotona strada asfaltata per arrivare alla
meta. Fra i segni del paesaggio l’enorme cava che ha visto lo scarico di
materiali velenosi, lo scheletro di un cementificio in disfacimento, l’enorme
“bocca” affacciata su un pendio, presa d’aria della Direttissima che in questo
tratto passa sotto i nostri piedi.
All’arrivo
a Vaglia prima di prendere l’affollatissimo treno proveniente da Borgo San
Lorenzo, il tempo per un panino e un bicchiere di vino e, per gli amanti del
gioco, per un giro di carte. Soddisfazione da parte di tutti per una giornata
di trek trascorsa nella scoperta di una parte, di solito, poco nota dell’area
fiorentina immersa nel verde dei boschi.
La prossima camminata sull’Anello del
Rinascimento è prevista per domenica 4 ottobre, da Vaglia a Santa Brigida, un
percorso che incontra i monasteri di Montesenario e della Madonna del Sasso, e
l’anello del “sentiero di Andrea”.
Sono diverse le parti di questo trekking di notevole interesse. Subito all’inizio dal centro di Calenzano si sale per una lunga scalinata alla Chiesa di San Donato nella quale fu parroco Don Lorenzo Milan: è posta in posizione panoramica con una bella vita sulla Calvana.
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