ROBERTO MOSI
IL DIARIO
FIORENTINO di RAINER M. RILKE per LOU SALOME’
“Esco piu’ tardi
dalla Cattedrale,/ il crepuscolo è sceso sopra l’Arno/ mi sento lieve, a poco a
poco stanco/ e mi dipingo Dio sull’oro…” (18 aprile 1898)
Roberto Mosi è un originale poeta
del milieu fiorentino, scrittore di narrativa e fotografo che ha all’attivo una
vasta ed originale produzione letteraria ed artistica, coronata da
riconoscimenti della Critica e Premi significativi, con innumerevoli
pubblicazioni che attestano la versatilità dei motivi ispirativi enucleati nella
dialettica tra passato e presente, sublimando temi e personaggi rivisitati dal suo estro raffinato attraverso ricerche liriche, studi puntuali
legati alla cultura storica e mitica del territorio Toscano.
Reduce da recenti presentazioni del
romanzo storico “Tre Principesse francesi a Firenze - Silvia Boucout e le
sorelle di Napoleone”, ci offre con lo stesso Angelo Pontecorboli Editore, un
altro saggio documentaristico che raccoglie gli appunti di viaggio del giovane
poeta, scrittore e drammaturgo austriaco di origine boema (Praga, 1875 - Montreux,
Svizzera 1926), scritti per l’amata Lou Salomè, musa e sostenitrice del suo
talento, durante i soggiorni aprile - maggio 1898 a Firenze e Viareggio all’età
di 22 anni.
Nel 1896 aveva conosciuto a
Monaco la “Florida biondina di 36 anni” dalla vita avventurosa che contribuisce
alla sua formazione culturale ed esistenziale, avvicinandolo alla filosofia di
Nietzsche e alla Psicanalisi di Freud. Dopo
un faticoso viaggio, giunge nella città del Giglio e dimora al 3° piano della Pensione
Benoit sul Lungarno Serristori al n.13, riva sinistra dell’Arno, e appena
arrivato gode della panoramica che si offre al suo sguardo, visitando al
crepuscolo il cuore monumentale di Firenze. Nel Diario si coglie anche il
fascino per l’esplorazione paesaggistica delle località dell’anello collinare con le località che circondano
la piana sovrastata dalla Cupola del Brunelleschi: la Certosa del Galluzzo, Settignano,
S. Miniato, le frazioni di Rovezzano, Maiano
e giungere a Fiesole, alle cui pendici,
coperte di rose, si incontrano le tenere fanciulle che ricordano le Madonne
fiorentine lavorate nel candido marmo di artefici quali Desiderio da Settignano, Bernardo Rossellino,
Benedetto da Maiano, per passare alla policromia delle terrecotte invetriate della
Bottega fiorentina dei Della Robbia. L’ammirazione per il Rinascimento Fiorentino
conosce in Rilke una definizione personale che lo induce a designarla “Stagione
della Primavera” - Fra Angelico, Benozzo Gozzoli, Fra Bartolomeo, Sandro Botticelli
- confrontandola con l’avvento della linea floreale della “Stagione estiva”
dello Jugendstil a Monaco, quale versante
tedesco dell’allora emergente Movimento Europeo dell’Art Nouveau.
Le poesie d’amore per l’amata
Salomè, (“Libro d’ore”), erano state composte fin dal 1897 e proseguono in
Toscana nella tappa a maggio 1898 “ Fuga
selvaggia a Viareggio”, dove sperimenta
la freschezza multisensoriale dei
litorali e del mare, l’intimità naturalistica delle pinete, l’incontro con le
fanciulle che cantano nei vicoli, per immergersi nel clima culturale della Stazione
balneare frequentata dalla Famiglia Reale italiana, nobili e borghesi e dai
personaggi illustri dell’epoca come G. d’Annunzio, Eleonora Duse, G. Puccini, L.
Pirandello, e G. Chini.
Il poeta termina il diario a
Zopot sulle rive del Mar Baltico, dove si rende conto che l’amore non
corrisposto dall’amata si trasforma nel
ritrovare in lei l’ideale di una vocazione alla scrivere che si consolida
nell’età matura in un dialogo serrato con presenze Angelicate, creature
irruenti dell’invisibile nel visibile, dettate da un verseggiare evocativo tra materia e spirito di una religiosità terrena
nel brivido carnale della mortalità, nel timore dell’insondabile e dell’effimero,
per chiedere beatitudine nella mistica cosmica della direzione del cuore,
secondo andamenti metaforici dall’incedere simbolico: paradigmatiche le opere di Rilke quali “Elegie
Duinesi”, “I sonetti ad Orfeo” e “I Quaderni
di Malte Laurids Brigge”.
SILVIA RANZI