giovedì 14 febbraio 2019

"Esercizi di volo" a Cirkoloco, o del presentare divertendosi


                                     Rappresentare la “Follia”

Mercoledì 13 febbraio il gruppo di amici “Doppio Misto Letterario”  ha presentato il libro “Esercizi di volo” di Roberto Mosi, Europa Edizioni, un romanzo breve con i colori del fantasy e del giallo, nella forma dello spettacolo. 

È andato in scena al Cirkoloco posto nella periferia sud di Firenze, legato ad un progetto che ha preso corpo dal 2016, all’interno dello spazio dell’Exfila, una vecchia fabbrica di matite. Si tratta di un bar sociale che pone particolare attenzione nei confronti di persone con vissuti legati alla salute mentale. Il bar infatti è gestito da personale che ha affrontato, o tutt’ora affronta, disagi psichici e tanti volontari dell’Associazione Bottega del Tempo.

L’Associazione promuove e incentiva il reinserimento di chi ha subito un parziale allontanamento dal tessuto sociale. Uno spazio dunque aperto, di liberazione della fantasia, delle energie sopite, di socialità e calore umano. “Cirkoloco è un luogo – si legge nella carta di presentazione - in cui la diversità, sociale, fisica, psicologica, sessuale, religiosa ed economica, è una grande risorsa e non c’è spazio per pregiudizi e stigmi”. 

Lo spettacolo del 13 febbraio, dal titolo “W la Festa della Follia” ha ripreso in dieci scene, i passaggi essenziali del libro “Esercizi di volo”, che vede al centro, appunto, la Festa della Follia. 


Come celebrare la festa della follia? I protagonisti del romanzo ce la mettono tutta per organizzare una manifestazione all’altezza della fama delle feste che intorno a Ferragosto si tengono fra il castello e la stazione di Salorno, nella val d’Adige. I protagonisti sono un po’ insoliti, come i semafori della stazione, le carcasse delle macchine del vicino cimitero delle automobili e altri strani personaggi, anche famosi, che arrivano da lontano. 
Il convergere di tante energie, la ricerca di emergere nella realizzazione del progetto, suscita invidie, gelosie, spinge addirittura ad azioni criminali – un terribile delitto - ed ancora una volta – come accadde l’anno passato per la festa La notte delle leggende (si veda “Non oltrepassare la linea gialla”, Europa Edizioni 2014) – deve intervenire il commissario Renon.



         Lo spettacolo della follia va comunque in scena, con effetti mirabolanti, ispirandosi ad autori famosi, del calibro di Erasmo da Rotterdam e Ludovico Ariosto. La ricerca però di effetti forti, il voler dare un’immagine troppo ravvicinata della follia, porta ad un vero e proprio disastro finale.


         Intorno a questa storia dall’impianto futurista, si avvolge una diversa tela narrativa che parte dal presupposto che scrivere della follia può avere un effetto terapeutico per un personaggio particolare, il paziente in cura dall’analista, perseguitato dall’ossessione di volare, di gettarsi nel vuoto e prendere a volare.


 Perché, suggerisce l’analista, di mettere da parte questa ossessione e lasciarsi andare alla scrittura, scavando nel mondo dei folli.  Questo può essere vero purché, come nel nostro caso, non s’intromettano il dio Amore e le frecce scoccate dal suo arco. E guarda caso, è proprio l’analista, una splendida donna, al centro di un folle innamoramento.

Non resta che dire chi sono stati i protagonisti della serata, dopo aver detto che Laura Remaschi all’inizio ha portato i saluti di Cirkoloco, Sandro Pini ha accompagnato le scene con la sua chitarra classica e il pittore Enrico Guerrini ha fissato ancora con la sua rapida pittura, le immagini più cariche di patos.
Personaggi e Interpreti
La Terapeuta Alessandra…Nicoletta Manetti
Il Paziente…Roberto Mosi
Commissario Renon …Raffaele Masiero
Maestro Bussotti … Vincenzo Mario Sacco
Maria Elisa…Cristina Gatti
Giuseppina… Nicoletta Manetti
Voce narrante …A M Volpini
Norma …Cristina Gatti
Erasmo…Vincenzo Maria Sacco



Calorosi applausi da parte del numeroso pubblico, sorpreso per le molti e incredibili vesti che può indossare la Follia. Arrivederci al prossimo appuntamento.








sabato 2 febbraio 2019

Gioca con la FOLLIA il Doppio Misto Letterario



“ESERCIZI DI VOLO”  PRESENTAZIONE DEL LIBRO
IPOTESI PER UNA SCENEGGIATURA  (versione al 26.01.2019
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Il manifestino
Arci   Cirkoloco – Via Leto Casini , c/o exFila (zona Gignoro)
Il gruppo “Doppio Misto Letterario”
Presenta
W La Festa della Follia
dal libro “Esercizi di volo”, Europa Edizioni
Di Roberto Mosi

Disegni di Enrico Guerrini

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Sceneggiatura
Personaggi e Interpreti
La Terapeuta Alessandra…Nicoletta Manetti
Il Paziente…Roberto Mosi
Commissario Renon …Raffaele Masiero
Maestro Bussotti…Zelda Zanobini
Maria Elisa…Cristina Gatti
Giuseppina… Nicoletta Manetti
Voce narrante …A M Volpini
Norma …Cristina Gatti
Erasmo…Vincenzo Maria Sacco
Chitarra classica
Il pittore folle
*
(la scena è sempre la stessa, variano gli arredi e la posizione dei personaggi)
*
Scena prima – Allo studio della terapeuta Alessandra

Voce narrante - Lo studio della terapeuta Alessandra
( il paziente è seduto su di una sedia e la terapeuta sta alle sue spalle)
Terapeuta - Mio caro devi smettere di avere tutte queste fobie: il gioco, la fotografia, e poi questa ossessione per il volo. Lascia perdere non sei mica un gabbiano! Per calmarti che ne dici di metterti a scrivere un diario e raccontare quello che ti capita?   (Sventola dei fogli verso il paziente)
Paziente - Grazie Alessandra, scriverò come mi consigli perché così mi sentirò più rasserenato e le ossessioni staranno un po’ alla larga. …

Scena seconda  - Preparazione della festa
( si sposta la sedia dove era seduto il paziente che rimane da solo in mezzo alla scena e fa il suo monologo)
Sono convinto di dover raccogliere del materiale per organizzare una festa al Castello di Salorno, (valle dell’Adige, presso Bolzano) come è sempre stato fatto ogni anno a Ferragosto. L’anno scorso è stata fatta la Festa delle leggende ma questa volta sarà la Festa della Follia. Questa festa al castello ha sempre avuto un gran successo e sono venuti a vederla da ogni parte. Certo sono un po’ preoccupato per l’incidente che è successo stamani quando, dopo un tamponamento della carovana di un circo che si spostava per fare i suoi spettacoli, una tigre è fuggita e pare che sia anche ferita.
( alcuni personaggi passano sulla scena tenendo in collo una tigre di pelouche e dicono Non aver paura che noi ti cureremo e ti metteremo in salvo)

                                 INTERVALLO 1 CON LA CHITARRA CLASSICA
*
Scena terza   -  Ricerca della tigre
( alcuni personaggi fanno suoni come se passassero dei treni ciuf ciuf…tuu, tuu)

Voce narrante - Il commissario Renon entra alla stazione di Salorno
Il commissario Renon - So per certo che è fuggita una tigre e la devo trovare. Ho visto Augusto che aveva una borsa piena di bistecche, erano troppe perché se le mangiasse tutte lui. Ehi dico a voi, semafori e macchine parcheggiate, carri gru, dico a voi che siete sempre contro di me, ma questa volta non vi permetterò di ostacolarmi. Perciò è inutile che mi diciate delle bugie!
(vocine bisbigliate qua e là quasi impercettibili, delle presenze animate della stazione, i semafori, le macchine posteggiate nel vicino parcheggio, i carri gru,  …Ma cosa vuole questo commissario…Noi difenderemo la tigre…Nessuno le farà del male…Noi la cureremo…Noi la metteremo in salvo.)

Scena quarta  -  Riunione per preparare la festa. Alla stazione
Voce narrante - Alla stazione c’è il maestro Bussotti, direttore artistico della festa
Maestro Bussotti - Dobbiamo proprio organizzare bene questa “Festa della Follia” e per farlo mi voglio ispirare a quel maestro Erasmo da Rotterdam che nel suo elogio diceva: la Follia rallegra con la sua divina potenza dei e uomini. Chiederò a tutti i miei collaboratori di aiutarmi.

Scena quinta  L’arrivo di Norma ed Erasmo
( suono di tamburo)
Voce narrante - L’arrivo di Norma ed Erasmo
Erasmo - Ogni sera arriviamo in un paese nuovo, mettiamo il carro al centro della piazza e prepariamo un piccolo palcoscenico. Poi facciamo un giro battendo forte il tamburo e annunciamo ..Ha inizio lo spettacolo!
Norma- ( si mette al centro del palco avvolta da un mantello e mentre rulla il tamburo alza le mani al cielo e grida)
“Io sola, la follia,  rallegro con la mia divina potenza dei e uomini. Eppure mi meraviglio dell’ingratitudine dei mortali che, pur gradendo i miei benefici, nessuno, per ringraziarmi, si è messo a celebrare le mie lodi.”
“Più sono stupidi, più ammiratori trovano. Il tronfio e folle amor di sé domina la vita: ciascuno crede di essere migliore degli altri. Quale maggiore gentilezza di quella di due muli che si grattano a vicenda!”
“Senza il mio aiuto tutta la folla dei poeti  … vivacchierebbe alla meglio, di briciole”
“Il piacere è il sale della vita e il piacere esisterebbe senza un pizzico di follia?”

Erasmo e  Norma( insieme) – La follia è l’unico vero elisir di giovinezza!
Valete..state bene..plaudite..applaudite..vivite..vivete..bibite..bevete
( questa sequenza può essere detta da un personaggio e dall’altro che traduce il latino)
*
INTERVALLO 2
al suono di una musica tutti i personaggi si mettono a ballare sul palco
*
Scena sesta  -  Maria Elisa nuova protagonista
Voce narrante -Alla stazione sono arrivati Maria Elisa e il maestro Bussotti
M. Elisa - Finalmente cari amici sono arrivata da Vienna con il mio elicottero prima possibile perché voglio unirmi a voi per sapere tutto su questa festa. Come imprenditrice di successo non posso lasciarmi scappare questa occasione anche perché nella mia scuola di scrittura a Lucca una tematica importante è quella della follia e creatività. Che ne dici, caro Maestro Bussotti, se mi unisco a te in questi preparativi?
Maestro Bussotti –(fa il baciamano alla signora) Oh mia carissima Maria Elisa, lo sai quanto ti ammiro. Sarà un grandissimo piacere parlare con te di tutti i dettagli.
M. Elisa - Oh mio carissimo Bussotti, voglio proprio raccontarti un particolare un po’ riservato e piccante. Per saperne di più ho passato una meravigliosa notte d’amore con Franz Gomez, l’imperatore delle mele e marito di quella povera Giuseppina che non è mai all’altezza della situazione. Così appena possibile ti racconterò quello che ho saputo.
Maestro Bussotti -  Si mia cara, andiamo a incontrare anche gli altri collaboratori.   ( escono tutti)
Voce narrante - Cari amici e caro pubblico. Voglio informarvi di un importante particolare: per non farla catturare dal Commissario, la tigre ferita è stata curata di nascosto  e amorevolmente da tutti gli amici. Le sue ferite si sono rimarginate ed è stata trasferita in un luogo sicuro lontano dal commissario Renon che voleva catturarla.
(entrano in scena alcuni personaggi che portano in collo la tigre e dicono Evviva, sei guarita…ti porteremo in un posto sicuro..non aver più paura…sei nostra amica)
Scena settima -  Orlando e Astolfo
Voce narrante -  Altri  nuovi protagonisti Orlando e Astolfo
(Roberto  improvvisando racconta chi sono costoro e perchè hanno a che fare con la follia)
Scena ottava - Delitto alla stazione
Voce narrante - Cari amici e caro pubblico. Voglio informarvi di certi importanti particolari: in questa scena sono presenti quattro personaggi: Maria Elisa, il maestro Bussotti, Giuseppina, il suo terribile cane Nerone. Giuseppina, che è ritornata da un viaggio, si mostra interessata ai preparativi della festa. Oltre agli esseri umani partecipano a questi preparativi dando i loro pareri anche gli oggetti inanimati presenti alla stazione e nei pressi, perché in questo mondo da favola nessuno si meraviglierà che essi possano parlare. Così i semafori, le macchine, i carri gru e altri oggetti che stanno qui intorno intervengono.
Maestro Bussotti- Allora cari amici ferragosto si avvicina. Siete d’accordo che ormai i preparativi sono completi? Anche voi amici inanimati siete d’accordo? ( si sentono vocine bisbigliate ..sì sì siamo tutti d’accordo ..che bella festa che si farà.. la festa della follia porta allegria e divertimento per tutti..)
M. Elisa- Sì, sono sicura che ogni particolare è stato bene organizzato.
Giuseppina - Certo con un organizzatore come il maestro Bussotti non si poteva dubitare.
(All’improvviso si spengono le luci. UN RUGGITO ENORME   ci sonorumori..magari si fa cadere qualcosa di metallico.. urla e ruggiti. Quando si riaccendono Maria Elisa è stesa a terra in un lago di sangue. Arriva il commissario Renon e arresta tutti.)
Il commissario Renon - Questa volta non mi sbaglio: e’ stato commesso un terribile delitto. Siete tutti in arresto, compresi i semafori della stazione. Giuseppina mi ha mandato un messaggio con le prove del vostro delitto avete complottato e avete fatto sbranare Maria Elisa dalla tigre. Seguitemi in questura a Bolzano.
( escono tutti)
Voce narrante - Cari amici e caro pubblico. E’ vero c’è stato un allucinante fatto di sangue, ma gli arrestati sono risultati innocenti e sono ritornati a casa. Si è scoperto poi che il delitto è stato commesso dal terribile cane Nerone di Giuseppina, quella bugiarda: la bestia inferocita ha azzannato e ucciso la povera Maria Elisa  e con un registratore è stato fatto risuonare il ruggito della tigre. Giuseppina in effetti, folle di gelosia perchè ha saputo della relazione di suo marito, Franz Gomez, imperatore delle mele, con  la donna, Maria Elisa, si è voluta vendicare in modo così atroce. E’ fuggita ma la stanno ricercando. La giustizia dovrà trionfare.
( esce)
Scena nona  - Manoscritto del paziente completato.
Innamoramento terapeuta-paziente
Voce narrante -  Lo studio della terapeuta Alessandra
(nello studio della terapeuta il paziente è seduto la sedia,  la terapeuta sta alle sue spalle)
Paziente - Finalmente questo mio racconto è finito. Scrivere mi ha fatto bene, le mie ossessioni sono lontane e voglio continuare su questa strada. Ti ringrazio per quello che hai fatto per me. Sento però che qualcosa tra di noi è cambiato, il tuo sguardo tenero me lo dice. Vieni a sederti qui sulle mie ginocchia.
Terapeuta – ( si siede)Sì sei guarito, adesso puoi camminare con le tue gambe, andare avanti per arrivare dove vuoi. Hai gli strumenti necessari per liberarti delle vecchie paure e fare passi decisivi verso la normalità. Ti ringrazio per l’affetto che mi hai dato ma ognuno dovrà continuare per la sua strada. Addio
*
                INTERVALLO 3 CON L’INTERVENTO della chitarra classica
*
Scena decima - La festa della follia
Voce narrante - Cari amici e caro pubblico: arrivato ferragosto inizia la festa. La gente arriva, si ferma a fare i picnic nei prati della valle, sotto il castello di Salorno, per aspettare il tramonto quando la valle e il castello si trasformeranno in un tripudio di suoni, luci e colori. Applausi, urla di grande meraviglia, grida e allegria in ogni parte della valle che per la sua bellezza sembra diventata una Cappella Sistina.
( tutti i personaggi sono in scena e ognuno dice una battuta)
Voce narrante - Ohh, ahh, caspitaaaa. Che cosa stupenda! Evviva chi l’ha fatto! Evviva la follia !
- Cristina : Oh dalle rocce del Castello escono i Krampus, i diavoli- caprone, ballano, si rincorrono …
- Vincenzo: Ecco l’uomo windows, l’uomo finestra, la televisione al posto della testa, quanti fili escono dal corpo, dal naso, dalla bocca, dell’ombelico: è sempre collegato con tutto il mondo! Che mostro!
- Nicoletta: Ecco, ecco la Musica follia avvolge tutto il castello, dalle mura, dalle torri saltano giù violini, contrabbassi, violoncelli e ballano, ballano indemoniati, la danza della follia ..
- Raffaele: Oh dio mio! Dalle rocce sono uscite altre figure: i gran ciccioni di Pantagruel e Gargantua, Don Chisciotte a cavallo con Sancho Panza ..
- Roberto: Ecco, ecco, ora Orlando impazzito per amore e Astolfo sul cavallo alato: che gran balzo ha fatto! E’ arrivato sulla cima dello Sciliar, non si ferma .. vola verso la luna per riprendere il fiasco con il cervello di Orlando .
( dopo queste battute si farà silenzio).
Roberto accende l’accendino, altri accendini. Un boato (vien fatto cadere un vassoio).
Voce narrante - Le fiamme si innalzano, l’incendio del castello, in pochissimo tempo brucia tutto. Le persone scappano per mettersi in salvo; una tragedia immane. Perché la festa è finita così?
Scena ultima - Finale
Maestro Bussotti- Perché, perché? Dove ho sbagliato? Forse un sabotaggio? No. La follia porta creatività e allegria ma se ci si avvicina troppo al suo mondo lei ci può bruciare in un istante.
Scrittore (Roberto) - Dai ruderi anneriti dell’incendio qualcuno ha lanciato nel vento un pacco di fogli scritti. Poi si è legato due ali di tela alle braccia e si è gettato nel vuoto come per volare.

(FINE - APPLAUSI)

Sullo sfondo la chitarra classica

*
(Indirizzo  video VirginiaBazzechi: Esercizi di volo, Europa Edizioni: https://youtu.be/BSyTBlbCP2U)
ATTENZIONE: tutti i disegni (a fumetto) di Enrico Guerrini sono nel video youtube, indirizzo: https://youtu.be/Zx8T5j1sGbg
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venerdì 1 febbraio 2019

Vermeer il pittore del silenzio



L'enigmatico Johannes Vermeer, nato in Olanda, a Delft nel 1632, è stato presentato recentemente dallo storico dell'arte Tomaso Montanari, docente a Siena, con un taglio personale, affascinante, lontano dalla banalità, in quattro incontri su Rai 5. Le quattro puntate, "I silenzi di Vermeer", sono state realizzate con la  regia di Luca Criscenti. 


"Lo dicono il pittore della luce", "un velo di silenzio" riveste i suoi quadri ma "è un silenzio terribilmente capace di parlare", ha sostenuto Montanari nel corso delle trasmissioni davanti ai quadri del pittore olandese:  la ragazza che legge una lettera, la donna che versa il latte, l'uomo che studia il globo e così di seguito.



Nel 1921, quando a Parigi viene organizzata una grande esposizione sulla pittura olandese, Johannes Vermeer è poco più di uno sconosciuto. A consacrarlo sarà Marcel Proust, che aveva visitato la mostra. Folgorato da una sua tela, La veduta di Delft, dedica a quell’opera una pagina memorabile de La Recherche. Da quel momento la fama del pittore non conosce sosta: è amato dalle avanguardie, dai collezionisti del primo Novecento e dal mercato.




        






Per raccontarne la vicenda artistica, Tomaso Montanari ne segue le tracce tra l’Olanda e gli Stati Uniti, a partire dalle sue prime prove (Diana e le ninfe; Cristo in casa di Marta e Maria) e dai piccoli quadri che il pittore teneva nel suo atelier: la Ragazza col cappello rosso, la Ragazza col flauto e la Ragazza con l’orecchino di perla



Si immerge, in particolare nelle sale del Rijksmuseum di Amsterdam, in uno dei suoi capolavori, La ragazza che versa il latte. 


Un quadro che esprime nel modo più compiuto la poetica della vita quotidiana. Un’opera cui una grande poetessa del secolo scorso, la polacca Wislava Szymborska, ha dedicato dei memorabili versi:

“Finché quella donna del Rijksmuseum/nel silenzio dipinto e in raccoglimento/giorno dopo giorno versa il latte/dalla brocca nella scodella/il mondo non merita/la fine del mondo”.


Ci siamo avvicinati, personalmente, più volte con la nostra poesia all’opera di Vermeer. Ci colpì la mostra tenuta a Bologna nel 1914, a Palazzo Fava, L’età d’oro della pittura olandese”. Al centro della Mostra “La ragazza con l’orecchino di perla”. Si propose (1 maggio 2016) a Poetrydream, il Blog di Antonio Spagnolo, la poesia che riportiamo di seguito:

Per la ragazza con l’orecchino di perla

Lontano il rumore barocco,
le trionfanti tentazioni
dall’assorto pittore di Delft.
Vive una religiosa atmosfera
castamente medievale
bagnata del silenzioso
azzurro mistero della morte.

Cattura l’attimo del trapasso
rende eterno il fare quotidiano
lo sguardo trepido, fuggevole
il luccicare della perla. Il raggio
intenso del sole immobilizza
l’aneddoto del giorno
rende imperitura l’apparenza.

Ossessiva conquista del bello,
paesaggi, angoli della casa,
sottile dubbio sulla realtà
nascosta dalla precisione
dei dettagli, da un ossessivo
immergersi nel colore della luce
nella trama del silenzio.
(…)


Particolare attenzione all’opera di Vermeer rivolge l’antologia “Poesie 2009-2016”, R. Mosi, Ladolfi, 2016 (video illustrativo You Tube di V. Bazzechi:
https://www.youtube.com/watch?v=FuSecM_Ox8E  ).



  La celebrazione dell’arte pittorica trova, in generale, il suo clou nella terza parte del volume che omaggia Proust con sei testi sulla sua vita che si chiudono con La veduta di Delft, descrizione del quadro di Vermeer, un omaggio alla passione dello scrittore francese per l’opera del pittore olandese, dunque un omaggio che potremmo definire ecfrastico, dove l’autore sembra addirittura identificarsi in Proust parlando proprio di immagini per poesia o di poesia per immagini. “L’autore è in questo caso soprattutto fotografo, e, come dicevamo, il talento per la fotografia ha sviluppato nel poeta proprio questa predisposizione espressiva, poiché l’ècfrasi, come la fotografia, può mettere in evidenza il significato o una particolarità di un’altra opera visuale. Il poeta simula un processo visivo e il lettore può prendere spunto dal verso poetico per ricordare l’opera d’arte che si materializza come una visione, oppure, nell’ipotesi non conosca l’opera in questione, è spronato a cercarla e a riconoscerla e ad addentrarvisi non senza meraviglia” Gianna Pinotti in “Testimonianze” n. 514, pag. 107. Il pittore Enrico Guerrini con i suoi lavori ha approfondito i temi, le emozioni suscitate dalla poesia.
    Il quadro scelto e raccontato dai versi – La veduta di Delft - si amplifica dunque in diversi modi: dai versi è analizzato, trasfigurato e raccontato ad altri che attraverso il dipinto possono cogliere anche le intenzioni spirituali dell’autore.

La veduta di Delft

La mutevole luce degli alti
cieli ventosi d’Olanda
respira di metafisica fissità
unisce il tempo e lo spazio
incontra la striscia delle case
di Delft, contrappunto
alla vastità del cielo nuvoloso.

La luce disegna chiaroscuri
riflessi d’acqua nel bacino
presso la striscia di sabbia:
il primo piano nell’ombra,
nel grigio della nube più alta,
lo sfondo dei tetti illuminati
interrotto da torri, campanili.

La veduta di Delft” per Proust
“il quadro più bello del mondo”:
Bergotte cerca al Jeu de Paume
“il lembo di muro giallo oltre
la tettoia” tra i tetti illuminati.
Crolla ansimante sul divano
davanti al quadro di Vermeer.

“La stradina” selciata di Delft
porge il silenzio del cortile
nella luce del cielo nuvoloso
sui tetti degradanti delle case
sul colore rosso dei mattoni
sul bianco animato dei muri
inciso da figure affaccendate.

La luce illumina la donna,
il bianco assoluto del latte
versato nella ciotola sul tavolo.
la fascia azzurra sui capelli,
la luce incontra il colore,
il vero diventa metafisico
diviene il silenzio della morte.

Il trailer dell'Antologia "Poesie 200-2016" realizzato da Virgina Bzzechi all'indirizzo, sopra indicato:
https://www.youtube.com/watch?v=FuSecM_Ox8E   .