Video youtube dell'incontro
Sala della Libreria Salvemini
La battaglia di Fiesole
Roberto Mosi si interessa di poesia e fotografia. Per la poesia ha pubblicato Sinfonia per San Salvi (Il Foglio 2020), Orfeo in Fonte Santa (Ladolfi 2019), Il profumo dell’iris (Gazebo 2018), Navicello Etrusco (Il Foglio 2018), Eratoterapia (Ladolfi 2017), Poesie 2009-2016 (Ladolfi 2016). L’autore ha realizzato mostre di fotografia presso caffè letterari, biblioteche, sale di esposizione. Cura i Blog: www.robertomosi.it e www.poesia3002.blogspot.it .
Annalisa Macchia, che ha curato la prefazione, ha argomentato su
quella che, a suo dire (e come non essere d’accordo?!) è l’appartenenza
dell’autrice a quella produzione contemporanea, non frequente, visionaria, e
interprete di una realtà eticamente percepita che, pur partendo da semplici
elementi naturali, esplora quel mistero che è meta del nostro cammino. Giusy
Frisina – ha poi aggiunto Annalisa Macchia – usa un linguaggio colto ma non
esibito come tale, particolarmente ricco di carica emotiva”.
Lia Bronzi ha invece parlato di ‘viaggio iniziatico’, un cammino che, come si legge nella prima lirica della raccolta, inizia con l’osservazione della luna di Luglio (una luna astrologicamente connotata, che rivela la passione della poetessa per la materia) severa e misteriosa come il crescere di un’anima tormentata, una luna che sembra voler preavvertire, già nel cuore dell’estate, le difficoltà della vita e, in particolare, del mondo contemporaneo, ancora tormentato dalla guerra, tema su cui la poetessa si sofferma.
Carmelo Mezzasalma ha calibrato il suo intervento critico sulla
matrice leopardiana e proustiana della raccolta, e sul “grande potere delle ‘ricordanze’, anche per il nostro
tempo sconvolto e spietato”, ma affermando che “non si tratta di una poesia
nostalgica, fine a se stessa, bensì, di una poesia notturna, rivolta al
recupero proprio della memoria“ vista semmai nella sua funzione salvifica.
In altre parole, si può dire che quello dell’autrice “non è un abbandono del presente, una rinuncia, un
abbandonare le armi o peggio il rifugiarsi nei confini, accomodati, ed
accomodanti, del ricordo. C’è al contrario, nel suo canto, un modo di vivere la
‘nostalgia’ che diremmo di pasoliniana memoria, nostalgia cioè come conseguenza
dell’accettare di perdersi, in quanto premessa indispensabile per, poi,
ritrovarsi e come passaggio, anche questo indispensabile, per legare assieme i
passi del nostro cammino a salire e scendere le montagne russe della coscienza.
Le ‘madeleine’ quindi non sono, qui, un sapore perduto, bensì un’esperienza, in
questo caso sensoriale, acquisita, di cui servirsi per riconoscere e scegliere
i nuovi gusti che incontreremo lungo strada. Valutarne la consistenza e,
eticamente conditio sine qua non, chiedere a viva voce che a nessuno sia negata
la propria parte. Giusy Frisina si affaccia a una finestra per salutare quel
cerchio pallido, consumato dalla responsabilità di ogni notte risvegliarsi e
farsi carico del compito di sentinella delle umane debolezze: da quella
finestra, guardando davanti a sé, si vedono due mari, uno metafisico e uno
terreno (che profuma di salsedine), che lei sovrappone fino a renderli
indistinguibili; quindi la seguiamo mentre pone i piedi nella risacca e dopo,
quando chiusi gi occhi, aspetta, consapevole che quel perpetuo ‘ritorno’ ci
rassicura che una speranza ancora è possibile.
Da quella stessa finestra
entreranno, e verranno accolti, Pinocchio, ‘la vita parallela’, ucciso dai
pregiudizi e dalla paura, Giovanna d’Arco, simbolo di chi perde una battaglia
ma ancora non si arrende, e infine, accolto con tutto l’amore di cui è capace,
un piccolo essere, venuto, forse... ma no: venuto per certo, a ricordare che
‘la vita è bella’”. (dalla postfazione di Jacopo Chiostri).
La presentazione poetica,
definita alla fine da Annalisa Macchia, calda e coinvolgente, è stata
inframmezzata dalle interpretazioni musicali di Francesco Rainero.
Giusy Frisina, nata nella Magna Grecia, vive a Firenze dove ha
insegnato filosofia. Ha scritto articoli e racconti per la rivista ‘Domani Arcoiris TV’ diretta da Maurizio
Chierici; i suoi testi sono presenti nel blog ‘Alla volta di Leucade’ diretto
da Nazario Parini, sul sito ‘La Recherche’ e in altra antologie poetiche; restia
a partecipare a concorsi letterari, vanta, in una delle sue pochissime
presenze, la prestigiosa vittoria al XIV ‘Premio Internazionale ‘Voci-Città di
Roma’; Luna perduta è la sua settima silloge pubblicata; al suo attivo anche un
testo teatrale dal titolo ‘Il sogno di Marsilio a Firenze’.